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OTTOBRE 2022 PAG. 13 - La logistica elemento centrale per la competitività nazionale

 



Negli ultimi anni il mondo ha preso a correre. Le crisi si susseguono senza soluzione di continuità. I relativi cicli economici si accorciano. Rispetto al nuovo ritmo della storia bisogna essere in grado di rispondere in modo flessibile ed efficiente. Serve, anche, un cambiamento di mentalità. Ne è convinta Silvia Moretto, past president di Fedespedi che su questi temi particolari è intervenuta alle discussioni pubbliche di Green Logistic Expo di Padova. 

Che tipo di risposte servono per affrontare i nuovi scenari?   

Gli interventi di sistema, la soluzione principale per vincere le nuove sfide, presuppongono un nuovo dialogo tra la componente pubblica e privata. Senza sovrapposizione di ruoli. Alla prima spettano le visioni di lungo termine. La logistica ha dimostrato di rappresentare un elemento di competitività centrale per l’economia nazionale. Bisogna avere chiaro qual deve essere il posizionamento strategico del Paese rispetto ai vari fenomeni che la caratterizzeranno in futuro. In generale, va favorito il connubio tra i rispettivi punti di vista. Le aziende che operano sul campo quotidianamente hanno il polso della situazione. È partendo da questa constatazione che, attraverso la capacità di sintesi che spetta al pubblico, possono essere messe in campo risposte concrete, da mettere a terra il più velocemente possibile.     

Cosa possono fare in più le aziende per contribuire alla crescita di questo nuovo rapporto? 

Gli imprenditori devono cambiare approccio e in questo risulterà essenziale il ruolo delle associazioni. Il mondo economico diventa sempre più competitivo, presuppone una presenza dimensionale maggiore e una capacità di investimento capace di supportare visioni innovative. Di fronte a questa sfida va affrontato un passaggio mentale. Non basta più lavorare tanto e bene ma avere la capacità di pianificare il proprio lavoro in una prospettiva di medio e lungo termine. E non è un processo banale. Sotto questo aspetto i corpi intermedi come le associazioni possono fare molto per orientare le aziende. Anche nell’eliminare quegli approcci assistenzialistici che spengono alla nascita qualsiasi percorso di innovazione.   

Questo presuppone anche una revisione dei meccanismi di incentivazione?

Senza dubbio. Gli incentivi sono utili ma non possono trasformarsi in una forma di sussidio mascherato. La nuova stagione politica che ci apprestiamo a vivere dovrà fare chiarezza su questo punto. Per effettuare il salto dimensionale e di mentalità di cui si parlava prima servono condizioni di partenza uguali per tutti. 

Come creare le condizioni favorevoli all’evoluzione delle aziende?

Potrebbe suonare ripetitivo, ma semplificazioni e supporto digitale sono i due pilastri per garantire la competitività necessaria. Vanno eliminati pesi e orpelli che impegnano ancora troppo tempo e risorse dell’attività imprenditoriale. Anche in questo senso, ben vengano gli incentivi: purché contribuiscano realmente a costruire percorsi di reale cambiamento. Alla nostra categoria, ad esempio, il PNRR destina una somma ingente, circa 250 milioni, per la digitalizzazione. È un risultato importante, ottenuto anche grazie al ruolo svolto da associazioni come Fedespedi, attraverso Confetra. Ma nel metterli a terra bisognerà fare attenzione affinché non si trasformino in mere risorse per chiudere i bilanci. Questo, si, risulterebbe inaccettabile.

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