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SETTEMBRE PAG. 66 - LIBRI


L’economia cinese nel XXI secolo, A. Amighini. Il Mulino

Dopo la rapidissima crescita del trentennio 1980 – 2010 le strutture dell’economia cinese sono profondamente cambiate. Eppure terra, lavoro e capitale sono ancora oggi sotto il saldo controllo dello stato. Cambiati i sistemi istituzionali ed economico del Paese il Partito comunista si garantisce ancora un controllo ferreo attraverso la regolamentazione del mercato del lavoro – seppure indirettamente, attraverso il sistema delle residenze, del mercato della terra – attraverso la proprietà pubblica del suolo e quindi le politiche di destinazioni d’uso dello stesso, e del mercato della moneta – attraverso il controllo ormai diretto (da parte della banca centrale nei dispositivi mobili dei singoli cittadini) della circolazione monetaria con l’introduzione della moneta sovrana digitale. Giunta al suo 70° compleanno il primo ottobre 2019, la Repubblica Popolare Cinese vanta con grande orgoglio i successi materiali raggiunti sul fronte economico con gran parte della popolazione che gode di un tenore di vita incomparabilmente più elevato di pochi decenni fa. L’ascesa della Cina rappresenta la più grande sfida a uno dei principi cardine della filosofia liberale: l’importanza della libertà politica per la crescita economica. Viaggio nella transizione «dal piano al mercato», in quello che è fino ad ora l’unico esperimento riuscito di capitalismo di stato.

Ultimo miglio, A. Mastrandrea. Manni Editore

La logistica è divenuto un settore cruciale, anzi il settore cruciale dell'economia capitalista dalla fine degli anni Novanta. Il trasporto su gomma e via mare delle merci, e quello al dettaglio dell'e-commerce, nell'ultimo decennio sono esplosi e, con l'emergenza sanitaria del Covid-19, hanno conquistato enormi quote di mercato. Consegnare ordini così frammentati e in poche ore ha costi altissimi: sociali, anzitutto, per lo sfruttamento dell'ultimo anello della catena, magazzinieri e driver; ambientali, per l'inquinamento che generano i passaggi su gomma nelle città e, a livello mondiale, il traffico sui mari delle navi portacontainer; economici, per la perdita di Prodotto interno lordo generata dalle delocalizzazioni produttive. È nota la leadership di Amazon nell'e-commerce: la sua forza contrattuale, l'assenza di regole nei rapporti di lavoro, l'evasione fiscale ne hanno fatto il padrone indiscusso. Ma la questione riguarda l'intera economia e si riversa a cascata lungo tutto il sistema, radicando forme di abuso lavorativo in cui il sommerso diventa la regola. Con il corredo, a volte, di infiltrazioni della criminalità organizzata. Angelo Mastrandrea si è messo sulle strade della logistica raccontando alcuni casi emblematici: l'assenza di tutele nel mondo di Amazon, le condizioni dei magazzinieri alla Città del Libro di Stradella, la ribellione alla mafia dei trasportatori di frutta della Geotrans in Sicilia, i viaggi intercontinentali delle navi portacontainer con i loro carichi di monnezza, e l'ultimo miglio dei rider, i ragazzi in bicicletta che consegnano il cibo nelle nostre case.

Terre rare. La Cina e la geopolitica dei minerali strategici, S. Kalantzakos. Bocconi

Le terre rare rappresentano oggi risorse vitali per la produzione di un'ampia varietà di applicazioni high-tech, green e per la difesa: dall’iPhone alle tecnologie mediche più avanzate, dalle turbine eoliche ai sottomarini. Più ancora che rare, sono difficili e costose da estrarre. A partire dagli anni Novanta la Cina è riuscita a ottenere il controllo di circa il 97 per cento dell’industria delle terre rare attraverso una produzione a basso costo, alti dazi sulle esportazioni e limitazioni artificiali dell'offerta. Ma le terre rare - e il monopolio cinese su di esse - sono giunte al centro dell'attenzione internazionale solo dopo che la Cina ha «ufficiosamente» bloccato le esportazioni verso Giappone, Stati Uniti ed Europa. Anche se è stata costretta a rimuovere le restrizioni, ancora oggi la Cina detiene il controllo su questi elementi così critici per gli interessi economici e di sicurezza degli USA e dei suoi alleati. Più di una semplice disputa commerciale, la crisi delle terre rare deve essere vista come una parte del più ampio discorso dei rapporti di forza globali. L'incapacità di Stati Uniti ed Europa di mettere in atto politiche volte all'approvvigionamento futuro e di trovare una soluzione sostenibile per la produzione di terre rare al di fuori della Cina indica che la competizione sulle risorse è destinata a perdurare.


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