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MAGGIO 2021 PAG. 14 - Autonomia e sovvenzioni estere, l’Ue al contrattacco


 

 Non solo l’intervento finanziario straordinario rappresentato dal Recovery Fund ma anche una serie di misure che ridefiniscono la politica industriale comunitaria e i rapporti di reciprocità con gli altri blocchi geoeconomici, a partire dalla Cina. Tra gli effetti del Covid-19 si sta registrando a Bruxelles un progressivo cambio di marcia su una serie di temi economici generali, con azioni che prevedono interventi diretti in difesa del mercato unico. 


Dalla necessità di rilanciare la ripresa e rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue la Commissione ha recentemente annunciato un aggiornamento delle priorità industriali avanzate lo scorso marzo 2020. La relativa proposta di regolamento guarda in particolare alla dimensione delle PMI, con sostegni e provvedimenti su misura che consentano alle piccole e medie imprese e alle start-up del continente di accogliere la duplice transizione verde e digitale. Inoltre, realizza per la prima volta un’analisi delle dipendenze dell’Ue. 


“Sebbene l’apertura al commercio e agli investimenti rappresenti un punto di forza e una fonte di crescita e resilienza per l’Unione – sottolinea Bruxelles – con la pandemia è anche maturata una più ampia consapevolezza generale della necessità di analizzare e affrontare le dipendenze strategiche, a livello sia tecnologico che industriale”.
Da un’analisi di 5.200 prodotti importati sono stati individuati ben 137 prodotti (che rappresentano il 6% del valore totale delle importazioni di beni) in ecosistemi sensibili nei quali l’Europa si trova in condizioni di forte dipendenza, soprattutto nei settori ad alta intensità energetica (come quello delle materie prime) e negli ecosistemi sanitari (come quello delle sostanze attive farmaceutiche), così come in relazione ad altri prodotti importanti per sostenere la duplice transizione verde e digitale: 34 prodotti (che rappresentano lo 0,6% del valore totale delle importazioni di beni) sono potenzialmente più vulnerabili dato che vi sono scarse possibilità di ulteriore diversificazione e di sostituirli con prodotti comunitari. 


Sulla scorta di ulteriori sei analisi approfondite in tema di materie prime, le batterie, le sostanze attive farmaceutiche, l’idrogeno, i semiconduttori e le tecnologie cloud e edge (e ad una secondo giro di ricerche sulle potenziali dipendenze in settori fondamentali, tra cui quelli dei prodotti, servizi o tecnologie essenziali per la duplice transizione, come le energie rinnovabili, lo stoccaggio di energia e la cybersicurezza), l’Ue punta a “diversificare le catene di approvvigionamento internazionali e stringere partenariati internazionali per aumentare la capacità di risposta e ad incoraggiare le nuove alleanze industriali nei settori strategici in cui tali alleanze sono lo strumento migliore per dare impulso ad attività che altrimenti non si svilupperebbero”. 


Nello specifico la Commissione sta preparando il lancio dell’alleanza per i processori e le tecnologie a semiconduttori e quella per i dati industriali e le tecnologie edge e cloud; sta prendendo in considerazione anche iniziative per i lanciatori spaziali nonché per un settore dell’aviazione ad emissioni zero.
Contemporaneamente, e come integrazione alla nuova strategia industriale, è stato proposto anche un nuovo strumento che affronta la questione dei potenziali effetti distorsivi causati dalle sovvenzioni estere nel mercato unico. La proposta legislativa ha l’obiettivo di colmare il vuoto normativo, a causa del quale “attualmente le sovvenzioni concesse dai governi dei paesi terzi non vengono in larga misura controllate, mentre le sovvenzioni concesse dagli Stati membri sono soggette a controlli rigorosi”.
Il nuovo strumento è stato concepito per affrontare efficacemente il problema delle sovvenzioni estere che causano distorsioni e compromettono la parità di condizioni nel mercato unico in qualsiasi situazione di mercato.  


“Nel 2019 il volume degli investimenti esteri diretti ha superato i 7000 miliardi di euro” ha ricordato Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza. “Il carattere aperto del mercato unico è la nostra principale risorsa, ma l’apertura richiede equità. Sono più di 60 anni che applichiamo un sistema di controllo sugli aiuti di Stato per prevenire la corsa alle sovvenzioni tra i nostri Stati membri. Oggi adottiamo una proposta che ci permetterà di affrontare anche il problema delle sovvenzioni distorsive concesse da paesi terzi. In questi tempi difficili è particolarmente importante garantire condizioni di parità per sostenere la ripresa dell’economia”. 


Fino ad ora nessuno degli strumenti riguardanti la concorrenza, gli appalti pubblici e la difesa commerciale del mercato interno si applica alle sovvenzioni estere che conferiscono ai beneficiari un vantaggio indebito quando acquistano imprese dell’UE, partecipano ad appalti pubblici o intraprendono altre attività commerciali. Tali sovvenzioni estere possono assumere forme diverse, come prestiti a tasso zero o altre garanzie statali illimitate nel contesto di finanziamenti sottocosto, accordi a imposizione zero o sovvenzioni finanziarie dirette.


La nuova proposta della Commissione prevede, invece, tre strumenti di controllo basati su notifiche: uno per le concentrazioni che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue, in cui il fatturato della società da acquisire (o di almeno una delle parti partecipanti alla fusione) è pari o superiore a 500 milioni di euro e il contributo finanziario estero è di almeno 50 milioni di euro; uno per controllare le offerte nel quadro di appalti pubblici che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue, se il valore stimato è pari o superiore a 250 milioni di euro; infine, il controllo di tutte le altre situazioni di mercato, le concentrazioni minori e le procedure di appalto pubblico in cui la Commissione può agire di propria iniziativa (ex officio) o richiedere notifiche ad hoc. 


Per quanto riguarda i due strumenti basati sulla notifica, l’acquirente o l’offerente dovrà notificare ex ante qualsiasi contributo finanziario ricevuto da un governo non Ue in relazione a concentrazioni o appalti pubblici conforme alle soglie di cui sopra. In attesa dell’esame da parte della Commissione, la concentrazione in questione non può essere portata a termine e l’appalto non può essere aggiudicato all’offerente oggetto dell’indagine. Se un’impresa non rispetta l’obbligo di notificare una concentrazione oggetto di sovvenzione o un contributo finanziario nel quadro di un appalto conformi alle soglie previste, la Commissione può infliggere ammende e riesaminare l’operazione come se fosse stata notificata.


Se dovesse accertare l’esistenza di una sovvenzione estera distorsiva, la Commissione valuterà, ove giustificato, i possibili effetti positivi della sovvenzione estera e l’equilibrio tra tali effetti e quelli derivanti dalla distorsione. Se gli effetti negativi superano quelli positivi, Bruxelles avrà facoltà di imporre misure di riparazione o di accettare impegni che pongano rimedio alla distorsione da parte delle imprese interessate. In caso di operazioni notificate, la Commissione avrà inoltre facoltà di vietare l’acquisizione sovvenzionata o l’aggiudicazione dell’appalto pubblico all’offerente che beneficia di sovvenzioni.


“Da tempo i vantaggi sleali derivanti dalle sovvenzioni rappresentano un flagello per la concorrenza internazionale; ecco perché porre freno a tali pratiche sleali è diventato prioritario” ha concluso Valdis Dombrovskis, Vicepresidente della Commissione. “Queste situazioni creano distorsioni sui mercati e offrono vantaggi competitivi sulla base del sostegno ricevuto, piuttosto che sulla qualità e la capacità di innovazione dei prodotti”. 


La parola ora passa al Parlamento europeo e agli Stati membri che discuteranno la proposta nel contesto della procedura legislativa ordinaria in vista dell’adozione di un testo definitivo del regolamento. Una volta adottato, il regolamento sarà direttamente applicabile in tutta l’UE.

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