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APRILE 2021 PAG. 24 - Università e formazione per i marittimi italiani

 


Al fine di mantenere il livello di eccellenza dei marittimi italiani serve un rapporto sinergico e di confronto attivo tra armamento, scuola/università e amministrazioni competenti nella pianificazione dei percorsi formativi. Allo stesso tempo bisognerà prevedere all’interno di questi ultimi il periodo di imbarco di 12 mesi necessario a ottenere le certificazioni STCW che consentono di lavorare a bordo delle navi, percorso necessario affinché allo studente siano fornite anche quelle competenze pratiche indispensabili per trovare uno sbocco lavorativo nell’ambito dell’industria armatoriale. 


Sono le principali conclusioni emerse dall’incontro (online) dei Comitati di indirizzo Classe L28 Scienze e Tecnologie della Navigazione chiamati a disegnare, attraverso la collaborazione tra università e mondo armatoriale, gli ambiti di indirizzo e le iniziative in grado di mettere in connessione mondo della formazione e settore dello shipping. Obiettivo dell’iniziativa è doppio e cerca di rispondere alle sfide del cambiamento imposto dallo sviluppo della blue economy: da una parte la necessità delle imprese a stare al passo con i costanti sviluppi tecnologici e operativi delle navi; dall’altra, per i marittimi e, in particolare, per le nuove generazioni, la necessità di poter contare su competenze funzionali agli effettivi fabbisogni delle imprese. 


Un binomio su cui IMAT, il maggior centro di formazione italiano del settore, ha imposto fin dalla sua nascita la sua attività. Sia attraverso un continuo piano di aggiornamento di strutture, dotazioni tecnologiche, personale e percorsi didattici sia attraverso una solida attività di collaborazione con, tra gli altri, l’Università Parthenope, che ha portato, spesso, ad anticipare i tempi, fornendo un modello di riferimento a livello nazionale.

   
«L’aspetto rilevante emerso dalla riunione dei Comitati Classe L28 è la conferma di un nuovo approccio alle competenze rispetto alle esigenze del settore marittimo,» sottolinea l’Amministratore unico di IMAT, Fabrizio Monticelli. «Un approccio che è legato non solo al discorso della valorizzazione delle attività e delle conoscenze tecnico-operative ma anche ad una prospettiva più manageriale, in linea con la logica dell’apprendimento continuo, passaggio obbligato per poter rispondere in modo efficace ai cambiamenti tecnologici e normativi che investono l’industria marittima». 


Va in questa direzione proprio la partnership consolidata con la Parthenope verso il miglioramento del sistema delle competenze dei marittimi italiani, attraverso l’approccio della “formazione continua”.
«Non si tratta solo di erogare competenze specifiche ed esperienza operativa. In accordo con le esigenze espresse dall’industria marittima si punta a sviluppare un approccio culturale di consuetudine all’apprendimento e all’approfondimento delle relative tematiche lavorative. L’idea dell’ufficiale laureato rappresenta la summa di questo ragionamento». 


Questo nuovo tipo di marittimo 4.0, ad esempio, è una figura particolarmente richiesta in un’attività strategica come quella delle crociere: il progressivo gigantismo delle navi, con il moltiplicarsi dei processi gestionali, rende sempre più necessarie figure in grado di confrontarsi con la complessità.
Sotto questo aspetto lo specifico corso di laurea tenuto dalla Parthenope, insieme alla recente attivazione del nuovo percorso sperimentale in “Conduzione del Mezzo Navale a Livello Direttivo”, vede IMAT fornire l’expertise necessaria – supporto all’imbarco presso le compagnie clienti, erogazione dei certificati STCW, ausilio per quanto concerne la fase di allineamento nel primo anno di corso per chi non proviene dal diploma nautico, esercitazioni con un odei sistemi di simulatori più avanzati in Europa – a rendere l’offerta formativa del territorio perfettamente aderente alle premesse di cui sopra.    

   
«Tenuto conto dello stretto legame culturale dell’Università Parthenope con tutte le discipline afferenti alle attività lavorative connesse alla “blue economy”, l’attivazione di questo corso di formazione si inserisce in un più ampio progetto formativo che ci vede attore principale sul territorio nazionale per promuovere un’istruzione di terzo livello in ambito marittimo,» sottolineano il Prof. Giorgio Budillon – Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie – ed il Prof. Salvatore Gaglione. «Tale percorso formativo è quindi da considerarsi naturale prosecuzione del Corso di Laurea di I livello in “Conduzione del Mezzo Navale” in grado di assicurare al personale impiegato a bordo delle navi mercantili un processo di formazione continua e duraturo nel tempo».

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