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AGOSTO 2020 PAG. 56 - LIBRI







Indipendenti


guida allo smart working.
Marco Bentivogli, Rubettino

“Se il mondo dopo il virus non può essere lo stesso, neanche il lavoro può tornare allo status quo ante. È proprio il lavoro il crocevia delle grandi trasformazioni. Siamo capaci, invece di fare un passo avanti? Le ingiuste critiche di quanti pensano che questa forma di lavoro consenta, in effetti una eterna vacanza, devono essere rinviate al mittente (…) lo smart working non riguarda solo i lavoratori coinvolti: cambia l’impresa, la mentalità, le gerarchie, le culture organizzative”. Durante la pandemia lo smart working è arrivato a coinvolgere più di 6 milioni di lavoratori. Per molti è stato un sogno, per altri un cottimo digitale a 20 ore al giorno, per altri ancora si è trattato di riposo forzato. Il “fai da te” di questi mesi è stato spesso deludente, ma lo smart working in realtà rappresenta una grande sfida di sostenibilità per riprendersi la vita e costruire un lavoro migliore. Una sfida che ha molto a che fare con la fiducia: il rapporto fra manager e lavoratore infatti si modifica, in quanto non più fondato sulla presenza fisica e sul numero delle ore di servizio, ma sui risultati ottenuti. Ma soprattutto sulla libertà e l’autonomia in opposizione alla cultura di “controllo” su cui si fondano gran parte delle organizzazioni. Si tratta di un processo di innovazione dell’impresa e dell’organizzazione del lavoro, delle città, della vita. Per questo è importante che coinvolga tutti, per approdare insieme ad un cambiamento culturale prima che organizzativo. L’autore mette in luce i vantaggi del lavoro agile senza però trascurare i pericoli di un utilizzo improprio.
Questa guida pratica offre un percorso per realizzarlo nelle organizzazioni e indicazioni utili per regolare meglio diritti e doveri dello smart worker. Il messaggio è che lo smart working è un lavoro “intelligente” perchè valorizza la reciprocità e trasferisce quote di responsabilità e libertà alle persone, favorendo il loro benessere e la produttività.



La guerra del Pacifico

Sergio Valzania, Mondadori

Tra le epopee del mare c’è quella delle portaerei. Le navi più potenti mai costruite sono state protagoniste di una sola guerra: quella combattuta con ferocia nell’oceano Pacifico tra giapponesi e americani dal 1941 al 1945. Il Mar dei Coralli, Midway, le Salomone orientali, l’arcipelago di Santa Cruz e le Marianne furono il teatro del conflitto che si risolse in uno schiacciante predominio degli Stati Uniti aprendo loro la strada per la vittoria. I marinai e i piloti imbarcati su Saratoga, Lexington, Yorktown, Enterprise e Hornet si opposero con determinazione e spirito di sacrificio allo strapotere dei giapponesi nei primi mesi di guerra, bloccando la loro avanzata e dando a un apparato industriale dalle possibilità immense il tempo di intervenire nella lotta. Se la madre di tutti gli errori giapponesi fu la decisione di sfidare gli Alleati in una guerra assolutamente impari sul piano dei materiali, il secondo gravissimo sbaglio consistette nell’attaccare Pearl Harbor nel momento in cui non erano presenti le portaerei americane, mancando di fatto l’annientamento della forza nemica. Con metodo e partecipazione, Valzania racconta un frammento di una delle grandi tragedie del secolo passato e ne presenta uomini e mezzi − gli ammiragli delle due flotte, le navi, i marinai, gli aviatori e gli aerei − valuta le scelte fatte, l’eroismo, la disponibilità al sacrificio, le capacità strategiche e l’intuito tattico dei protagonisti, presenta le azioni e i comportamenti delle personalità di spicco che vi parteciparono nei ruoli più diversi. Dall’ammiraglio Yamamoto, ucciso in un agguato tesogli dall’aviazione americana, ai futuri presidenti degli Stati Uniti come John Fitzgerald Kennedy, che portò in salvo il motorista della sua motolancia affondata dai giapponesi nuotando per oltre cinque chilometri, e George Bush, in servizio come pilota di marina e recuperato da un sommergibile americano dopo ore di attesa in acqua a seguito dell’abbattimento del suo aereo.
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