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GIUGNO 2020 PAG. 48 - La fase 3 degli alberghi: solo il 25% delle strutture aperte







Confindustria Alberghi ha lanciato una survey che nelle prossime settimane seguirà la fase 3 nel settore alberghiero per offrire un monitoraggio delle riaperture e dell’andamento occupazionale
La prima indagine realizzata dall’8 all’11 giugno  ha restituito una situazione ad oggi che, come atteso, si presenta molto complessa. Attualmente solo il 25% delle strutture è aperta, di queste il 50% circa nelle località di mare, mentre il restante 50% tra città d’arte e campagna.
Il settore termale non sembrerebbe ancora essersi messo in movimento, ma questo può derivare dalla tempistica dei relativi protocolli.

L’indagine osserva anche la situazione del lavoro, gli occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche in questo caso i dati non sono confortanti, ma largamente attesi. Tutti gli operatori che hanno risposto segnalano allo stato di aver potuto richiamare in servizio parte dell’organico. Anche sul fronte dei lavoratori stagionali, il numero degli assunti è di gran lunga inferiore se paragonato a quello dell’anno precedente.

Alle strutture ancora chiuse è stato anche chiesto di indicare se la  riapertura è in programma nelle prossime settimane, ma solo il 20% ha dichiarato l’intenzione di riaprire da qui a fine giugno.
I dati rispecchiano pienamente il sentire degli operatori. Eravamo partiti da una situazione di quasi totale fermo del settore con oltre il 95% delle strutture alberghiere chiuse e oltre il 97% dei lavoratori in cassa integrazione. La situazione si sta modificando molto lentamente e la cautela induce le aziende ad attendere.
La riapertura infatti è condizionata da diversi fattori, la domanda è debolissima e i costi per gestire la sicurezza anti covid sono significativi. Tra i pochi che aprono, prevalgono le strutture di mare che hanno una stagionalità strettamente legata al clima. Decisamente in maggiore difficoltà l’offerta delle città, condizionata dai mercati internazionali ed al turismo business, che oggi è sostanzialmente ancora ferma in attesa che la domanda possa rimettersi in movimento.
Comunque, anche dove si è deciso coraggiosamente di riaprire, le presenze in albergo sono molto basse e quindi gli organici, non sono al completo e parte dei lavoratori resta ancora in cassa integrazione. Anche per quanto riguarda l’assunzione dei lavoratori stagionali, i numeri sono ben più bassi dell’anno precedente. Quello che tutti noi abbiamo imparato in questo periodo è che le situazioni possono cambiare molto velocemente, di settimana in settimana si deve continuare a seguire l’evoluzione del mercato sperando ci possano essere le condizioni per una ripresa.
Non resta quindi che proseguire ad osservare il fenomeno e vedere cosa accadrà nel prossimo futuro e come si evolveranno i dati sulle riaperture.

Cosa chiede il consumatore post covid?
Con la riapertura della libertà di movimento tra le regioni e, speriamo a breve, anche quella tra i diversi Paesi, Confindustria Alberghi e Assosistema hanno chiesto a Tecnè di analizzare il sentiment dei futuri viaggiatori. Dall’analisi emerge con forza l’attenzione ai temi della salute e sicurezza. Per Marco Marchetti, Presidente di Assosistema Confindustria “Investire sulla sicurezza igienica e in particolar modo in quella di sanificazione della biancheria è un valore sempre importante ma ancor più necessario per soddisfare la fiducia e le attese dei clienti nella fase di ripresa dal Covid-19”.
Assosistema è l’Associazione che in Confindustria rappresenta le imprese che, tra le altre, svolgono il servizio di noleggio e sanificazione della biancheria per le strutture alberghiere e insieme a Confindustria Alberghi ha commissionato alla società Tecnè una ricerca, svolta su un campione rappresentativo della popolazione italiana, sulle aspettative relative alle misure messe in atto per garantire ai clienti l’igiene e la sicurezza sanitaria nelle strutture stesse.

Al primo posto delle indicazioni relative alle misure che i potenziali clienti si aspettano, c’è l’igienizzazione delle lenzuola e della biancheria da bagno (91%). L’attenzione all’igiene e alla sicurezza sanitaria è evidenziata dal fatto che l’81,5% chiederà informazioni rispetto alle procedure messe in campo per garantire i clienti, percentuale che sale all’84,7% tra chi pernotta per lavoro.
“Dall’indagine effettuata, investire nella sicurezza sanitaria e nei processi d’igienizzazione – commenta Marco Marchetti, Presidente di Assosistema Confindustria – risulta un aspetto fondamentale per soddisfare le aspettative dei clienti che, ancor più in questa fase 3 del Covid-19, sentono la necessità di essere rassicurati sulle misure messe in atto per garantire adeguati livelli di protezione e sicurezza da ogni possibile contagio. Un altro dato rilevante – prosegue Marchetti – è l’importanza attribuita alla garanzia di processi certificati: più del 90% dichiara, infatti, che si sentirebbe più tranquillo se l’igienizzazione avvenisse attraverso un processo “certificato”, effettuato da soggetti autorevoli, altro elemento che testimonia l’attenzione posta all’igienizzazione.

Attenzione confermata dal fatto che il 54,7% sceglierà l’hotel dove soggiornare in base alle misure adottate e solo il 20,8% in base al prezzo”. Conclude Marchetti: “Gli intervistati hanno dichiarato che un incremento medio anche dell’8% sui prezzi sarebbe comunque accettato se finalizzato alle misure di sicurezza igienica che la struttura dovrà sostenere”. “L’analisi ha una duplice valenza poiché evidenzia da un lato l’attenzione degli ospiti nel selezionare e poi scegliere, oggi più che mai, un servizio alberghiero di qualità, con due clienti su tre disposti a spendere qualcosa di più per veder riconosciuta sul fronte dell’igiene la sicurezza delle procedure adottate e dall’altro sottolinea l’importante ruolo dei processi di sanificazione nel mondo alberghiero. Le nostre aziende hanno sempre posto molta attenzione alla pulizia delle camere e degli spazi comuni con particolare riguardo alla cura di tovagliati, lenzuola e asciugamani solo per citarne alcuni e, prima dell’emergenza sanitaria, in moltissimi casi, erano già previste certificazioni ad hoc per dimostrare il corretto processo di sanificazione dei tessuti – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.  Le imprese del settore hanno già avviato un percorso virtuoso ed attivato numerose iniziative per garantire un soggiorno sereno per i propri ospiti. Un impegno convinto testimoniato dai tanti e complessi investimenti che, pur con i gravi problemi di liquidità che colpiscono attualmente le aziende, dimostrano il senso di responsabilità e la voglia di ripartire offrendo un soggiorno sicuro e sereno a chiunque sia in procinto di voler tornare a viaggiare – conclude la Colaiacovo.”
                                                                                                                              Eugenia De Cesare


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