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GIIUGNO 2020 PAG. 12 - Il cluster logistico e marittimo nelle audizioni alla Camera





Le molteplici richieste del mondo della logistica e dei trasporti per affrontare al meglio la risposta alla pandemia da Coronvirus. Le audizioni informali delle principali associazioni del settore presso la IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge C.2500 di conversione del Decreto Rilancio, restituiscono la misura della posta in gioco e le azioni proposte dai singoli segmenti della filiera. Tra contingenza e opportunità di risolvere le questioni strutturali che fin dal principio frenavano il paese, la posizione dei principali soggetti in campo.  

Confetra
Il riconoscimento della centralità del settore della logistica va nella giusta direzione ma bisogna “voltare pagine” mettendo mano alle semplificazioni, interventi che Confetra ritiene non più rinviabili. “Aspettiamo l’allegato Infrastrutture e il PNR per capire la direzione di marcia che, anche nei nostri settori, il Governo vorrà intraprendere” ha spiegato Silvia Moretto vice presidente vicaria della confederazione. “Abbiamo apprezzato il taglio dell’IRAP, anche se la principale misura di civiltà fiscale resta la riduzione del cuneo sul costo del lavoro. E in questa direzione, abbiamo presentato al MEF una compiuta proposta che potrebbe riguardare, almeno sperimentalmente in una prima fase, gli 8 milioni di lavoratori privati che non si sono fermati durante il lockdown”. Invito al confronto “sugli investimenti, pubblici e privati, sul gap logistico e infrastrutturale che separa drammaticamente il Mezzogiorno dal resto d’Italia, e l’Italia dal resto d’Europa”. La parola d’ordine è: “Alzare l’asticella e misurarsi positivamente con noi su un grande Progetto Paese che abbia la logistica e l’industria al centro dell’agenda politico-economica”.  

ALIS
Giudizio positivo per lo stanziamento per l’anno 2020 di 50 milioni di euro per le misure incentivanti Marebonus e Ferrobonus destinate all’intermodalità mare-ferro o gli interventi a sostegno del trasporto ferroviario e dei correlati servizi ferroviari merci. Pollice verso per quanto concerne l’attenzione all’autotrasporto e il trasporto marittimo. Per il vicepresidente e direttore generale di Alis, Marcello di Caterina risulta inspiegabile la decisione “di prorogare di ulteriori dodici mesi all’azienda CIN-Tirrenia la Convenzione per i servizi marittimi di continuità territoriale con le isole maggiori e minori in scadenza il 18 luglio 2020, attraverso lo stanziamento di circa 72 milioni di euro di sussidi pubblici, oltretutto senza procedere a nuova procedura di gara e senza considerare che altre compagnie marittime hanno rinnovato la disponibilità a garantire la continuità territoriale senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato anche dopo la scadenza della convenzione attuale. Per ALIS lo Stato avrebbe potuto e dovuto investire strutturalmente tali risorse a sostegno dell’intero popolo del trasporto, anziché a vantaggio di un unico operatore, anche al fine di non operare distorsioni del mercato ed alterazioni della libera concorrenza”.

Assoporti
Il sistema della AdSP italiane rischia per la fine dell’anno un disavanzo complessivo di circa 230 milioni di euro, solo in parte ammortizzabili mediante l’utilizzo degli avanzi di amministrazione disponibili (circa 160 milioni di euro). Da qui la richiesta del presidente di Assoporti, Daniele Rossi, di un intervento compensativo di  circa  70  milioni  di  euro, “per  garantire  la  possibilità  di  attuare  le misure previste dall’articolo 199 senza incidere sull’equilibrio di bilancio”. Inoltre, “parte del fondo di cui all’articolo 18 bis della Legge 84/94, cioè il  fondo  alimentato  su  base  annua  in  misura  pari  al  1%  dell’imposta  sul  valore  aggiunto dovuta all’importazione delle merci e destinato alla realizzazione delle opere previste dai piani regolatori  portuali  per  il  potenziamento della  rete  infrastrutturale, potrebbe  eventualmente essere ripartito con finalità perequative  a copertura dei mancati introiti delle autorità di sistema derivanti dalla flessione dei movimenti dei passeggeri”. Infine, “Assoporti è dell’avviso che i benefici previsti al comma 1 della lettera b) dell’articolo 199 del DL Rilancioper le imprese di cui all’articolo 17 per la fornitura di lavoro temporaneo, potrebbero essere estesi alle imprese autorizzate ai sensi dell’articolo 16. Si tratta di lavoratori che svolgono operazioni portuali secondo un diverso regime alternativo ma sostanzialmente fanno lo stesso lavoro delle compagnie portuali”.

Assiterminal
Per il presidente Luca Becce la sospensione temporanea per un breve periodo del pagamento dei canoni concessori ed autorizzativi ex art. 92, decreto-legge 18 2020 convertito nella legge 27/2020 è del tutto insufficiente ed inidonea a tutelare i diritti e la tenuta delle aziende portuali interessate. “Quanto sta avvenendo, imputabile solo a fattori esogeni, impone quantomeno una significativa riduzione di canoni a carico delle imprese, in applicazione di principi generali di diritto comune (artt. 1218,1464,1467 c.c.), in linea col disposto art. 45 cod. nav. e come recentemente anche indicato dalla Commissione UE (nonché sulla base dei principi dell’art. 56 TFUE, in combinato disposto con l’art. 107 TFUE)”. Le proposte di Assiterminal: “Azzeramento o diminuzione dei canoni demaniali 2020 per tutti i terminalisti (commerciali e crociere) attraverso strumenti efficaci e in linea con gli andamenti dei mercati di riferimento; cancellazione dell’addizionale Ires 2019 per le imprese autorizzate e/o concessionarie portuali di cui agli artt. 16 e 18 della legge 84/94; azzeramento fino al 31 dicembre 2020 delle accise gravanti sui combustibili usati dai mezzi operativi portuali; non debenza del contributo di funzionamento per l’Autorità di Regolazione dei Trasporti per la categoria dei Terminal Operator e delle imprese Portuali; azzeramento del contributo per l’Autorità Garante Concorrenza di Mercato per l’anno 2020”.

Confitarma
La Confederazione degli armatori si aspettava di più per il comparto marittimo che risulta “assente, a parte due interventi che riguardano una sola destinazione marittima e uno solo dei tre servizi tecnico nautici”. Luca Sisto, direttore Generale di Confitarma ha richiesto al Governo dieci prime misure urgenti. “Di queste, le misure per la liquidità risultano parzialmente confluite nelle norme per tutte le imprese insieme al Fondo Solimare, mentre, né la richiesta per l’abolizione dell’addizionale dello 0,5% sulla Naspi né l’abbattimento dei costi portuali sono state riconosciuti”. Due emergenze da sanare urgentemente. La prima riguarda le navi di Costa Crociere, ferme da mesi ma “armate con 300-400 persone per le quali l’azienda deve sostenere i costi senza fatturato”.
“Per una restrittiva lettura della legge n.30 del 1998 noi cosa facciamo? Non consentiamo a questa azienda italiana di svolgere per due mesi traffici crocieristici economicamente sostenibili con i competitor tra porti nazionali, da non confondere con altri tipi di traffico. Ribadisco che questo intervento è a costo zero perché tali navi sono già iscritte nel Registro internazionale”. Il secondo intervento chiesto da Confitarma, riguarda il sostegno alle aziende con unità iscritte nel primo registro. “Abbiamo richiesto un fondo di almeno 30 milioni per ristorare parzialmente il fatturato di tutte le aziende con unità iscritte nel Primo registro, e non solo per quelle del cabotaggio minore, come ad esempio quelle che operano nel bunkeraggio marittimo, senza le quali le altre navi non possono rifornirsi nei nostri porti, che hanno evidentemente sofferto la riduzione dei traffici”.

Assarmatori
Se le risorse sono poche bisogna darle a chi ne ha veramente bisogno. Matteo Catani, Presidente della Commissione Cabotaggio e Traghetti Lungo Raggio di Assarmatori ha ricordato che le restrizioni alla mobilità passeggeri imposte dall’emergenza Coronavirus hanno inferto un colpo mortale alle imprese marittime con riduzioni di fatturato che variano dal 50 al 70% su base annua, ma stante le difficoltà del Governo a trovare risorse per il settore analoghe a quelle già stanziate per il trasporto aereo e ferroviario, Assarmatori propone “di utilizzare i residui dei fondi strutturalmente allocati per il supporto dell’occupazione marittima italiana nell’ambito del regime c.d. Registro Internazionale, già messi a bilancio per il 2020, e soltanto parzialmente utilizzati, a causa del blocco delle attività”.
“Occorrerebbe prima di tutto stabilire un ordine di priorità, mettendo in primo piano chi in questi mesi non si è mai fermato, continuando ad assicurare sostegno e occupazione ai territori serviti e all’economia nazionale. I traghetti italiani non hanno mai smesso di viaggiare e ancora una volta hanno dimostrato che grande infrastruttura strategica sia il loro servizio, per il quale lavorano migliaia di marittimi italiani”.
Giovanni Grande






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