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SETTEMBRE 2019 PAG. 50 - A Genova trionfa con la nautica l’eccellenza del made in Italy



Nella prestigiosa sala di Palazzo Tursi, nel cuore di Genova, alla presentazione del 59° Salone Nautico Internazionale, trionfano gli applausi per la sensibile crescita della nautica italiana così come per l’orgoglio e l’impegno del neoeletto presidente di UCINA Saverio Cecchi, di Carla Demaria presidente di Saloni nautici nonché del presidente della Regione Toti, del Sindaco Marco Bucci  e della Camera di Commercio Luigi Attanasio per aver fatto di Genova “La città della Nautica”. Un patto sottoscritto tra i due organismi rappresentanti della nautica italiana e gli enti locali per polarizzare l’interesse mondiale su una delle più belle espressioni del made in Italy.

L’edizione 2019 si apre in un quadro economico dell’industria nautica da diporto che, per l’anno in corso, conferma il buon stato di salute del settore.
“L’Industria della nautica in Italia consolida il trend di crescita. Possiamo anticipare quanto sarà confermato nel corso della presentazione della nuova edizione della Nautica in Cifre, ovvero che per il quarto anno consecutivo l’incremento di fatturato complessivo sarà a due cifre, assestandosi oltre le previsioni annunciate alla conferenza stampa di Milano del giugno scorso”. Ha affermato nel suo intervento Carla Demaria. “La manifestazione celebrerà la Città della Nautica puntando sull’eccellenza e sul contenitore Salone, che sarà valorizzato da installazioni artistiche che occuperanno gli spazi tra banchine e padiglioni, con un richiamo al connubio tra mare, eccellenza, arte e design sotto il segno del Made in Italy. In questa prospettiva l’area espositiva è stata ridisegnata a cominciare dall’ingresso, dove espositori e pubblico saranno accolti dall’installazione “From shipyard to courtyard” dell’archistar Piero Lissoni, realizzata per il cantiere Sanlorenzo e esposta per il Fuori Salone alla Statale di Milano. Opere di artisti di livello internazionale come Davide Dall’Osso, Marco Nereo Rotelli e Igor Mitoraj renderanno il Salone una galleria d’arte a cielo aperto. E con uno sguardo alle future edizioni è stata avviata una partnership con la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze”. A seguire il presidente di UCINA Confindustria nautica: “UCINA ha una grande storia alle spalle e un indiscutibile know-how che le ha permesso, anche in anni di crisi, di continuare ad essere un riferimento per tutte le aziende del settore e un punto fermo nella realizzazione del Salone Nautico. Grazie al lavoro di UCINA, la manifestazione ha saputo interpretare il valore del comparto e rappresentare al meglio l’anima molteplice dell’industria nautica internazionale di cui l’Italia è assoluta protagonista. Oggi il Salone Nautico è il più visitato del Mediterraneo, vede numeri consolidati, in crescita costante da tre anni, una grande vetrina per la produzione, un momento di verifica per le politiche di settore”.

Dunque toni entusiastici mentre nessun accenno a quello che sarà il nuovo rapporto col nuovo Governo e i ministeri competenti quando il problema dei canoni retroattivi sui porti turistici resta una vera spina nel fianco per la crescita del comparto. Abbiano sentito sull’argomento un veterano della portualità turistica, consigliere di UCINA e presidente di Assomarinas Roberto Perocchio: “Per risanare e far risplendere il mercato dei porti turistici occorre che il nuovo governo, in particolare la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e quello delle Finanze Roberto Gualtieri, approvino prima possibile la norma di chiarimento richiesta anche dalla ultime sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato, per porre fine all’assurdo contenzioso sui canoni “retroattivi” dei porti turistici realizzati prima del 2007. Sono a rischio – insiste Perocchio – 25 strutture dal nord al sud del Paese (Sicilia esclusa), porti che hanno fatto la storia della nautica nel nostro Paese”. In assenza di questo provvedimento non potrà esserci una normalizzazione degli investimenti del comparto che, ricordiamo, esprime circa un miliardo di giro d’affari ogni anno. “L’auspicio – conclude il presidente di Assomarinas - considerato che “repetita iuvant” e che “gutta cavat lapidem” è che sia rispettato l’antico adagio più volte ricordato nel vari incontri con la politica nazionale “pacta sunt servanda”! Questa è e resterà sempre la rotta perseguita da Assomarinas che associa un’ottantina di porti turistici dalla Liguria al Friuli isole comprese. Intanto dalla Sardegna giunge notizia che dopo Cannigione, Golfo Aranci e Loiri Porto San Paolo, la Regione punta un faro sui porti turistici di Porto Torres, Stintino, Alghero, Fertilia. È la seconda tappa del monitoraggio portato avanti dall’assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia, con l’obiettivo di arrivare il prima possibile a un piano della portualità che nelle intenzioni dell’assessore “consenta di indirizzare la spesa in maniera precisa, in modo da completare al più presto la rete dei porti e renderla efficiente”.

L’attenzione della Regione è comunque concentrata  su tutti i porti turistici di competenza, 37 in totale che diventano 50 se si considerano anche quelli di competenza dell’Autorità di sistema portuale. Il sistema porti della Sardegna (che tra pubblici, privati e approdi comprende 80 infrastrutture portuali) deve diventare una delle leve di attrazione del turismo, capace di favorire e incentivare modi alternativi di vivere la nostra Isola, che non deve essere più solo meta di transito ma approdo stanziale.
                                                                                                                           Massimo Bernardo

 In assenza di una specifica norma a nulla sono valse le sentenze del Consiglio di Stato e quella della Corte Costituzionale, che ha sancito che i canoni possono essere aumentati, ma non retroattivamente, dovendosi distinguere fra i contratti di concessione in corso e quelli stipulati successivamente all’entrata in vigore degli aumenti. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha cominciato recentemente a esigere le somme non dovute e il primo dei 25 porti in contenzioso si è già visto bloccare i conti. Il contenzioso riguarda l’applicazione retroattiva - a contratti già in corso - dell’aumento fino al 400% dei canoni demaniali fissato dal governo prodi nel 2006. In continuità con il passato, si è scelto di rinviare ancora una volta una decisione, necessaria, ora più che mai, a evitare il “fallimento di Stato” delle imprese che travolgerebbe i 2.200 addetti delle strutture portuali interessate.
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