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LUGLIO 2019 PAG. 20 - Tunisia, le ZES attrattori per l’imprenditorialitá italiana



A un anno e mezzo dal suo insedimaneto a Napoli Beya Ben Abdelbaki Fraura si sente a casa. Il Console della Repubblica di Tunisia è rimasta colpita in particolar modo dallo spirito di accoglienza della città. E dalle somiglianze tra due popoli – dalla gestualità alle tradizioni culinarie – che confermano il Mediterraneo come un ponte di civiltà. “D’altro canto – sottolinea – i contatti tra i nostri due popoli sono solidi e affondano nel passato. Basta pensare alla colonia italiana che contava ben 100mila persona presente a Tunisi nel periodo coloniale. Senza contare che uno dei simboli stessi dell’italianità – Claudia Cardinale – è originaria del nostro paese”.

Un rapporto che la sede consolare di Napoli cerca di rendere più stretto, in che modo? 
Il Consolato è insediato a Napoli dal 1991 come risposta alla crescente presenza di lavoraotri tunsini in Sud Italia, attiviti sopratuttto nei settore dell’agricoltura e del turismo, e ricopre una circoscrizione che comprende Campania, Calabria, Molise, Basilicata e Puglia. Scegliere la città partenopea è stato quasi naturale: a 24 ore di navigazione e ad appena un’ora di aereo rappresenta un vero e proprio fulcro logistico di riferimenti per la parte meridionale della penisola.
Da qui è molto più semplice sviluppare le nostre attività di supporto, sia per i nostri concittadini sia per gli italiani.

Quali sono le attività principali della sede? 
Innanzitutto forniamo assistenza ai cittadini della repubblica tunisina, in particolar modo per le questioni legate all’emigrazione, la salute, i rapporti con la giustizia italiana. L’altro campo di attività  è rappresentato dalla promozione culturale, economica e turistica attraverso l’informazione sulle opportunità che offre il nostro paese. In questo, mi piace sottolinearlo, gli ottimi collegamenti con Napoli rappresentano un grosso vantaggio. La nostra compagnia nazionale, ad esempio, garantisce due voli, il lunedi e il venerdi, per l’aereoporto di Tunisi-Cartagine che diventano tre, con l’aggiunta del mercoledi, nella stagione calda. Gli operatori economici, inoltre, possono contare sulle linee bisettimanali garantite da Grimaldi sulla tratta Salerno – Palermo – Tunisi.

Su cosa sta lavorando il consolato per il prossimo futuro?
Sempre nell’ambito della connetività marittima è allo studio la possibilità di attivare nel porto di Napoli un collegamento della nostra compagnia Cotunav. Poi ci siamo attivati per siglare un gemellaggio tra l’AdSP del Mar Tirreno Centrale e il porto di La Goulette sul modello dell’accordo già esistente con lo scalo di Genova. Puntiamo anche a rafforzare la presenza turistica italiana nel nostro paese, piuttosto tiepida rispetto a quella francese, tedesca, inglese e, da un po’, anche cinese. Dopo un periodo di flessione abbiamo cominciato a registrare una confortante ripresa delle presenze: 6 milioni di turisti nel 2017, 8 l’anno scorso. Quest’anno puntiamo ai 9 milioni di presenze e vogliamo valorizzare al massimo la facilità di collegamento con l’Italia.

Quali sono le prospettive nel campo economico?
Il governo ha introdotto una serie di facilitazioni normative che oggi permettono di aprire un’azienda in sole 48 ore. Per favorire l’ingresso di capitali stranieri, essenziali per garantire lo sviluppo economico, sono state insediate due ZES, una a Biserta, nel Nord del paese, un’altra a Zarzis, nel Sud. Dotate delle infrastrutturazioni logistiche necessarie garantiscono la massima collaborazione da parte delle autorità locali per facilitare l’insediamento. Un solo esempio: la formazione gratuita offerta dal ministero del Lavoro per rispondere alle esigenze di personale specializzato segnalato dalle stesse aziende. Un modello che sta riscuotendo un certo successo proprio presso gli imprenditori italiani: nel paese sono presenti circa 900 realtà produttive della penisola, il 25% totale di quelle straniere.

Giovanni Grande
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