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MARZO 2019 PAG. 26 - La competizione tra i porti è a livello mediterraneo



“La competizione non è tra i porti italiani ma va affrontata a livello mediterraneo e del Nord Europa, sciogliendo i nodi che rendono meno efficiente la nostra logistica e puntando sull’intermodalità come leva di sviluppo di tutto il sistema”. Daniele Rossi, presidente dell’AdSP del Mar Adriatico Centro Settentrionale, parla a margine del convegno “Porti e Interporti: lo sviluppo economico del trasporto intermodale da Nord a Sud”, organizzato da Alis al Transpotec 2019, di alcune delle questioni dirimenti per il futuro del settore.

Cosa dovrebbe fare il sistema Italia per garantire maggiore competitività ai porti? 
Ci sono alcuni colli di bottiglia che rallentano la portualità nazionale e su cui la politica dovrebbe agire in modo sollecito. Mi riferisco, in particolare, al codice degli appalti e al codice ambientale che incidono in modo forte sulle tempistiche dei progetti, rischiando di penalizzare tutto il paese. Attendere i permessi per mesi, se non anni, non ci permettere di competere ad armi pari in un quadro sempre più concorrenziale. Ovviamente non sto qui a chiedere di smantellare un impianto normativo che fissa tutele fondamentali per il rispetto della legalità e dell’ambiente. Va trovata la giusta sintesi tra le diverse esigenze garantendo livelli amministrativi più efficienti.

Una trasformazione in Spa potrebbe favorire la gestione dei processi da parte delle AdSP?
Non credo che agire sulla natura degli enti portuali sia una priorità. Sulla questione non nutro alcun tipo di preclusione, tranne una: il porto è un bene unico e deve rimanere tale. No, dunque, a qualsiasi ipotesi di privatizzazione. Rimarrebbe ancora aperta la possibilità di una Spa a maggioranza pubblica ma, anche se sono disponibile a ricredermi, mi sfuggono i possibili benefici. In fondo le regole di ingaggio, dalla governance ai contratti del personale, non cambierebbero granchè in termini di snellimento delle procedure.   

Ai porti italiani manca una visione strategica della sostenibilità? 
Non mancano né idee né capacità tecniche. Elettrificazione delle banchine e sfruttamento di carburanti alternativi, solo per limitarci ad alcuni esempi, comportano interventi costosi e allo stato attuale è sempre più difficile ottenere risorse da parte pubblica. Anche in questo caso è necessario trovare la giusta sintesi tra esigenze economiche e la necessità di creare le condizioni per una mobilità sempre più sostenibile. I fronti su cui puntare non mancano e vanno dal rinnovamento infrastrutturale, al potenziamento del port communitu system, ai servizi a sostegno dell’intermodalità.

Sull’intermodalità Ravenna ha puntato il suo progetto più importante… 
Siamo il porto della regione Emilia Romagna, una delle aree europee più export-oriented. Per creare valore aggiunto per il territorio abbiamo intrapreso il più grande progetto intermodale attualmente in corso nella penisola. Stiamo lavorando alla preparazione del bando per le gare per l’hub portuale, un disegno strategico incentrato sull’integrazione e l’interazione tra la parte a mare – nuove banchine e fondali a -14,5 entro i prossimi otto anni – e nuove aree logistiche a terra, collegate con due stazioni ferroviarie dedicate al traffico merci. L’obiettivo è focalizzare tutta l’attività portuale nella promozione dell’intermodale offrendo un trasporto sempre più efficiente sotto l’aspetto economico e con un impatto ambientale minore rispetto ai modelli tradizionali.

REDMAR
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