Header Ads

FEBBRAIO 2019 PAG. 44 - Cauto ottimismo a La Spezia per contenitori e cantieristica


Il 2018 si è chiuso positivamente con un incremento di traffico di containers che, come noto, costituisce la modalità prevalente nell’interscambio commerciale mondiale e la principale fonte di ricchezza dei porti. Il 2019 si apre con la prospettiva di un analogo mantenimento dei volumi anche se, considerano lo scenario economico in rallentamento, è lecito attendersi una tenuta dell’export  e qualche riduzione dell’import.

Ci consentiamo anche qualche ottimismo sia nella cantieristica maggiore, settore in cui Fincantieri svolge un ruolo leader, sia nella nautica da diporto e particolarmente nei mega yachts, che annovera marchi di eccellenza mondiale sia a La Spezia che a Marina di Carrara.
Ma non possiamo illuderci: la portualità e la logistica italiane hanno necessità di una programmazione attendibile delle infrastrutture di cui è palese l’indifferibilità.

Oltre che nel porto spezzino anche a Savona e Livorno sono attese nuove banchine ma è opportuno chiedersi se retroporti, autostrade e, soprattutto, ferrovie sono in grado di sostenere gli attesi ed auspicati volumi di nuovo traffico nell’ipotesi che ci sia uno sviluppo economico che li generi.
Il benessere di un Paese si realizza quando il suo sistema economico e produttivo ha la capacità di proiettarsi sui mercati internazionali vendendo beni e servizi e la globalizzazione ha esasperato la competizione. L’Italia ha dimostrato e dimostra una buona capacità competitiva ma deve adeguare il proprio sistema logistico alla domanda che arriva dal mercato. L’obiettivo è sempre il solito: efficienza ed economicità. L’immobilismo è un vantaggio solo per chi è garantito.

Le classifiche mondiali collocano la nostra economia tra le prime dieci ma il nostro sistema infrastrutturale intorno al ventesimo posto ed in tale scenario è più che giustificata la perplessità rispetto ad orientamenti pseudo ambientalisti di chi si oppone alle grandi ed alle piccole opere pubbliche e preferisce a questi moltiplicatori di occupazione e reddito elargizioni di pubbliche risorse non legate a lavoro e sviluppo. Credo di poter affermare che è preferibile fare debiti per investimenti che per spesa corrente.

Qualche anno fa un Istituto di analisi economica aveva stimato il costo dell’inefficienza logistica italiana in ben 40 miliardi di € all’anno: un dato mai contestato e su cui non mi sembra ci siano state significative evoluzioni.

Siamo inseriti in una globalizzazione in cui occorre pensare globalmente ed agire localmente.
E’ bello pensare che siamo in procinto di un nuovo boom economico ma i numeri non consentono una tale aspettativa che offre però una comoda fuga dalla realtà.
Se dunque lo scenario generale presenta più ombre che luci , non per questo ci si può perdere d’animo. “Non è perchè le cose sono difficili che non osiamo; sono difficili perchè non osiamo.”(Seneca)

Ed infine una preoccupazione rispetto alle voci che circolano: ma davvero si vuole  impostare una nuova riforma della portualità? Non è bastata quella di due anni or sono che ha ormai manifestato tutta la sua inutilità quando non la sua dannosità, come ritengo? E’ palese che l’unico risultato conseguito sia stato un giro di nomine e forse era proprio la finalità inespressa. C’è da augurarsi che non si intenda perseguire lo stesso obiettivo sostenendo l’esigenza di innovazioni ordinamentali di cui non si avverte né l’esigenza né l’utilità salvo che non si ritenga di ritornare alle originarie previsioni della legge 84/94  che avevano dato ben migliori risultati di partecipazione e condivisione.

Giorgio Bucchioni
Presidente Propeller Club 
Port of La Spezia
Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.