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DICEMBRE 2018 PAG. 56 - BCube, qualità nel cargo aereo completa l’offerta logistica


Dal Piemonte del dopoguerra alla globalizzazione. È il percorso compiuto dal Gruppo BCUBE: italiano e familiare per nascita, internazionale per vocazione. Lungo un percorso che l’intuizione di tre generazioni verso il nuovo,  la voglia di fare la differenza e la specializzazione operativa hanno portato dalle attività di packaging del fondatore Luigi Bonzano nei primi anni cinquanta a realtà del XXI secolo in grado di servire tutta la supply chain logistica. In settori chiave dell’economia, a supporto dell’evoluzione globale dei modelli produttivi e alla ricerca di nuovi mercati di sviluppo attraverso lo sviluppo di una rete che conta 117 siti in tutto il mondo. La storia di un successo – oltre 650 milioni di fatturato, 6mila dipendenti – che è riuscita a diventare in breve tempo modello di riferimento anche in un settore complesso come il trasporto aereo. Ne parliamo con Fabrizio Iacobacci, Head of Pharma Business Development.

Quando parte l’avventura di BCUBE nel cargo aereo?
Il completamento dell’offerta logistica da parte della mother company con la creazione di una divisione aerea risale a poco più di una decina di anni fa quando il Gruppo ha acquisito, nell’ambito di un’operazione di spin-off, due asset specializzati dei gestori aeroportuali di Malpensa e Fiumicino. Ad oggi il gruppo conta su tre piattaforme nazionali a Roma e Milano, attraverso le società controllate Fiumicino Logista Europa e Malpensa Logistica Europa, e a Venezia, tramite partnership locali. La divisione movimenta circa 290mila tonnellate di merce annuale, di cui il 58% in export, usufruendo di circa 60mila metri quadri di spazi coperti e scoperti a Malpensa, 30mila a Roma e 5mila a Venezia. Un centinaio i vettori assistiti, dalle top class tradizionali come Air France, Lufthansa e Klm alle realtà emergenti come Qatar Arways. 

Che tipo di attività sono svolte?
Su Milano, oltre all’aspetto autorizzativo, svolgiamo attività di magazzino, gestione merce, import/export. Grazie all’autorizzazione all’attività di rampa possiamo operare anche sottobordo: in pratica, con il trasferimento sugli aeromobili delle merce completiamo tutto il ciclo della lavorazione in esportazione. A Roma, realtà caratterizzata anche dalla tradizionale aviazione commerciale con stive, siamo licenziatari e gestori di magazzino, con una licenza speciale ad operare sottobordo solo per il trasporto farmaceutico. 

Quali sono le caratteristiche dell’operatività aerea?
La specializzazione richiesta ad un cargo handler in termini di standard qualitativi e di sicurezza è molto elevata. Ne va della sicurezza tecnica del volo: i criteri per la movimentazione e stivaggio delle merci sono altamente rigorosi. Sotto questo aspetto per strutture, processi e personale BCUBE vanta il più alto livello di qualificazione, potendo contare su tutte le licenze necessarie per affrontare il trasporto merci in tutte le sue declinazioni: dal general cargo, ai prodotti a temperatura controllata, dalla merce pericolosa alle opere d’arte. Siamo gli unici a poter vantare un vero e proprio caveau bancario nei magazzini di Malpensa. 

Qual è la filosofia air cargo di BCUBE? 
Fidelizzare il cliente. È un’attitudine desunta dalla storia stessa del Gruppo. Il fine è costruire il servizio attorno alle esigenze del cliente, puntando sulla massima qualità. Niente a che fare quindi con le guerre tariffarie che vanno solo a detrimento della prestazione finale. Partendo da questo presupposto abbiamo risposto alla crisi puntando ad una specializzazione sempre maggiore, con investimenti importanti in mercati nuovi.

Come ad esempio il farmaceutico?
Nel 2014 dopo un monitoraggio attento del contesto internazionale abbiamo capito che il settore era caratterizzato da grandi potenzialità di sviluppo. Il comparto produttivo farmaceutico è globale: un modello che necessita di criteri logistici efficienti ed adattissimo, almeno per una gamma particolare di prodotti, al trasporto aereo che garantisce velocità di consegna e maggiore sicurezza. È partendo da queste considerazione che abbiamo investito 1,5 milioni di euro in infrastrutture, processi, formazione del personale e relative certificazioni. Ad incoraggiarci anche un mercato leader in Europa – l’Italia è il primo produttore ed esportatore di farmaci nell’Europa allargata – ma alle prese con un sistema logistico balbettante.

Cosa mancava?
Abbiamo dovuto lavorare per ricucire il rapporto di fiducia tra il mondo della produzione e quello dei servizi logistici. Nel settore aereo, in particolare, si scontava una sorta di disallineamento: da una parte l’azienda, spesso e volentieri multinazionale, che segue linee di condotta rigorosissime, dall’altro l’interpretazione della controparte dei requisiti previsti dalle GDP (Good Distribution Practice) europee che sono ancora delle linee guida. Il risultato era che la merce veniva movimentata a Bruxelles.

Come siete riusciti a cambiare la tendenza?
Nel 2015 sono entrati in funzione i nostri due farmacenter di Milano e Roma, magazzini di un migliaio di metri quadri destinati solo ai prodotti farmaceutici, con personale specializzato e certificato. Su questo piano siamo stati la prima realtà privata al mondo ad adottare il protocollo IATA Ceiv Pharma, uno standard di processo per la gestione del prodotto a temperatura controllata. Questo, insieme alle iniziative intraprese presso le aziende per far conoscere in modo diretto questa realtà di eccellenza, ha rappresentato un enorme salto di fiducia che ha rianimato il mercato creando lo spazio per un suo ulteriore sviluppo. 

Quali sono i volumi trasportati?
Il risultato più importante raggiunto è che in alcuni casi abbiamo cambiato il flusso logistico previsto dall’industria farmaceutica globale verso l’Italia. Per Roma era più semplice, considerando che Fiumicino poteva già contare sul polo produttivo di Pomezia, caratterizzato da uno spiccato traffico in import. La vera sfida vinta è stata Malpensa, vicina ad un centro di riferimento per il settore come Basilea. Nel complesso in un solo triennio siamo passati da 800mila chilogrammi di merce in import/export a oltre 6mila tonnellate.
Un successo garantito anche dalla nostra capacità di lavorare sottobordo garantendo le migliori condizioni di trattamento su tutta la filiera di trasferimento.

Cosa prevedete per il futuro?     
L’obiettivo primario è garantire il rispetto degli stessi protocolli della casa farmaceutica. Un traguardo che può essere raggiunto soprattutto attraverso una svolta culturale che i nostri dipendenti hanno già acquisito: la consapevolezza, cioè,  di gestire una materia prima da cui dipende la qualità della vita delle persone. Non mancherà, ad ogni modo, l’impegno verso l’ulteriore sviluppo di servizi a corredo della merce: il trasferimento in aeroporto delle stazioni di stoccaggio per i contenitori attivi. L’unico modo per minimizzare i rischi in caso di malfunzionamento. Infine, l’estensione delle nostre attività in aree extra europee.

Giovanni Grande
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