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DICEMBRE 2018 PAG. 34 - ISC primo vettore italiano di trasporto merci AV


Il futuro del trasporto merci su ferro passa anche da Nola. È da qui che Interporto Servizi Cargo gestisce con successo crescente i collegamenti sull’asse Nord-Sud della penisola e sta preparando la rivoluzione del primo servizio ferroviario ad Alta Capacità. “Saremo la prima azienda italiana ad offrire treni merci ad alta velocità – sottolinea Francesco Pagni, Direttore Operativo di ISC – trasportando semirimorchi così come avviene già nel resto d’Europa”.

Un bilancio provvisorio del 2018. Quali risultati per ICS?
In attesa dei dati definitivi possiamo affermare di aver consolidato i nostri servizi storici come il Milano – Pomezia – Nola e il Verona – Bologna – Nola aumentando il numero delle circolazioni ed ottenendo un ottimo riscontro dal mercato con tassi di riempimento altissimi, che sfiorano il 100%. Allo stesso tempo abbiamo continuato lo sviluppo sulla direttrice adriatica sulla linea Verona – Giovinazzo che ha ripagato gli investimenti con ottimi risultati soprattutto nel secondo semestre di quest’anno. Abbiamo debuttato poi con un nuovo servizio per Torino che completa la gamma di offerta sull’asse Nord – Sud. Un collegamento trisettimanale, già vicino alla soglia di riempimento, che pensiamo di rendere giornaliero il prima possibile. 

In attesa dell’Alta Capacità.
È la grande sfida del prossimo anno. L’azienda ha posto le basi per un progetto unico in Italia: il primo treno pensato e concepito esclusivamente per far transitare i treni merci sulla rete AV/AC oltre che su quella storica. Come ISC siamo impegnati direttamente nella formazione dei macchinisti, per un totale di 60 persone. L’obiettivo è quello di trasportare i semirimorchi P400, superando un problema atavico del sistema italiano. Passando sulla linea Bologna – Firenze dell’AV, quando la percorrenza dei treni passeggeri è interrotta, risolveremo il problema di sagoma delle gallerie che fino ad ora ha impedito questo tipo di traffico ampiamente sviluppato in Europa.

Con quali vantaggi?
Il principale sarà lo spostamento dei camion dalla strada alla ferrovia. Strada e ferro non si escludono, anzi possono raggiungere nuovi livelli di efficienza, economica e ambientale, specializzandosi rispettivamente sui collegamenti a breve e a lunga percorrenza. Basti pensare ad un dato come le 40mila unità di carico trasportate quest’anno dal nostro MTO, Nuovo Operatore Intermodale: significano un risparmio del 73% di emissioni CO2 rispetto al tutto strada. In quest’ottica il recente conferimento a ISC del Premio Eccellenza 2018, promosso da Manageritalia, Confcommercio Imprese per l’Italia e dal Centro di Formazione Management del Terziario, dimostra che stiamo lavorando bene.

Verso quali obiettivi?
Raggiungere un numero di treni tali con ISC (la rail), per permettere alla NOI (l’MTO) di trasportare almeno le 50mila UTI entro il 2019. È anche per questo che stiamo investendo in mezzi e formazione del personale. Abbiamo rinforzato la manovra treni a Nola noleggiando una locomotiva VOSSLOH del Tipo G6 per arrivare ad operare più di  2mila treni intermodali l’anno, escluso il traffico TAC. Riguardo il personale di sede abbiamo conseguito nuove competenze di esercizio per avere uno staff sempre all’altezza della sfida. Sul versante formazione, invece, dobbiamo confrontarci con una realtà italiana in cui è sempre difficile far incontrare domande ed offerta. Abbiamo trovato estremamente difficile trovare centri disponibili e pronti a rispondere alle esigenze di crescita del mercato. Prova ne sia l’impegno diretto presso scuole terze per i corsi di macchinista, figure professionali di cui abbiamo bisogno.

Cosa manca al sistema per garantire la crescita?
Intanto, un miglioramento sulla consistenza del servizio da parte della rete ferroviaria, soprattutto per quanto concerne l’interruzione completa del servizio come nel caso, l’inverno scorso, di forti nevicate. E’ un aspetto cruciale per convincere definitivamente il mercato rispetto alle elevate prestazioni raggiunte dal nostro settore.

Il sostengo del governo allo sviluppo infrastrutturale è un aspetto vitale. Personalmente credo che  la saturazione dei terminal nel Nord Italia, renda necessario trovare nuovi spazi. E’ banale dirlo, ma molto realistico, se nei terminal non c’è spazio per accogliere nuovi treni che il mercato ci sta richiedendo, è impensabile poter immaginare una ulteriore crescita del settore. I margini di sviluppo ci sono tutti, a partire dalle competenze di un settore privato associato in Fercargo, e uno pubblico, Mercitalia, che possono fare molto per l’avanzamento economico del nostro Paese. Bisogna solo cavalcare l’onda adesso che è partita.
Giovanni Grande
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