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GEN 2018 PAG 64 - Notizie brevi dall'UE


Brexit, prepararsi allo scenario “no deal”. In mancanza di un accordo con l’Ue nei negoziati per la Brexit il settore dei trasporti britannico dovrà prepararsi ad affrontare una serie di problemi regolamentari. È quanto segnalato da Bruxelles alle imprese britanniche del comparto marittimo, aviazione e del trasporto su strada. Nel momento in cui il Regno Unito diventerà un Paese terzo (29 marzo 2019), nell’eventualità dello scenario “no deal”, licenze ed autorizzazioni decadranno automaticamente rendendo necessario in molti casi la creazione di entità di diritto europeo per poter continuare l’attività sul territorio dell’Unione. Nel settore marittimo una delle conseguenze riguarderebbe i certificati di competenza e addestramento non più sufficienti per lavorare a bordo delle navi battenti bandiera di uno dei restanti membri dell’Ue. Discorso simile per l’autotrasporto, con in più l’obbligo per le imprese operanti nel trasporto merci su strada di avere una sede su suolo comunitario. Per le compagnie aeree scatteranno una serie di obblighi (sede o maggioranza del capitale posseduto da uno o più Stati o cittadini membri dell’Ue) per certificare la garanzia del controllo, diretto o indiretto, sulla società.

Consultazione pubblica sull’utilizzo dei fondi Horizon 2020. È partita lo scorso 10 gennaio (conclusione l’8 marzo) e riguarderà l’utilizzo dei fondi europei nel settore delle infrastrutture strategiche. L’obiettivo è raccogliere le opinioni di tutte le parti interessate su come far fruttare al massimo ogni singolo euro del bilancio dell’Ue in vista delle proposte globali da presentare quest’anno per la prossima generazione di programmi da finanziare (quadro finanziario pluriennale post-2020). “Le proposte della Commissione – comunica Bruxelles –  saranno concepite in modo da permettere all’UE di realizzare le cose che più contano, nei settori in cui il suo intervento può risultare più efficace rispetto all’azione dei singoli Stati membri. A tal fine sarà necessaria un’attenta valutazione di quel che ha funzionato e di quel che è possibile migliorare in futuro”.

Polonia, navalmeccanica sotto osservazione. Via libera dalla Commissione ad un programma di sostegno pubblico (18 milioni di euro) agli investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese che operano nel settore navalmeccanico polacco. Nello stesso tempo parte un’indagine sugli aiuti a favore dei cantieri navali nazionali sotto forma di incentivi fiscali. La verifica riguarda una norma del 2016 che consente ai cantieri navali, anziché pagare imposte sul reddito delle società o delle persone fisiche, di versare un importo forfettario dell’1% sull’importo del fatturato generato dalle attività di costruzione e trasformazione navale. Il provvedimento, rendendo possibile ai cantieri navali polacchi il pagamento di un’imposta più bassa rispetto al normale regime fiscale, non rispetterebbe le norme in materia di aiuti di Stato.

ECSA chiede lo sportello marittimo unificato. Le difficoltà a creare un vero mercato unico nel settore dello shipping sta diventando un freno per la crescita degli armatori europei. I pesanti oneri amministrativi, procedure e notifiche complesse e ripetitive a causa della mancata armonizzazione burocratica tra gli Stati membri e la miriade di uffici intermedi a loro collegati mettono a rischio l’obiettivo della semplificazione e l’efficienza operativa delle compagnie. È la denuncia che arriva dall’ECSA (European Community Shipowners Association) insieme alla richiesta alla Commissione europea di accelerare la revisione della direttiva che dovrebbe portare allo “sportello unico marittimo”. Per Martin Dorsman, segretario generale ECSA, il progetto dovrebbe riguardare anche le relazioni doganali perseguendo l’ambizioso traguardo di arrivare a comunicare le informazioni necessarie su un unico modello o interfaccia unificata. “Solo così il trasporto marittimo potrà finalmente beneficiare del mercato unico. La single window – ha spiegato – riuscirebbe così ad eliminare gran parte dell’inutile carico amministrativo che pesa sui marittimi e il personale delle imprese”.

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