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FEBBRAIO 2021 PAG. 12 - Pharma, ridurre le distanze fra produttori e operatori logistici


 

 In una filiera articolata e complessa come quella farmaceutica PharmacomItalia si è assegnata il compito di “ridurre” le distanze fra produttori e operatori logistici. «L’approccio è quello neutrale, tecnico e concreto dei professionisti appartenenti ai vari anelli della catena per la condivisione di un alfabeto comune» spiega il presidente, Fabrizio Iacobacci. «Puntiamo alla costruzione di un discorso condiviso che attraverso la consapevolezza delle reciproche esigenze innalzi il livello dell’intero cluster, traducendo il know how raccolto attorno a tematiche di rilievo in proposte di azione quotidiane». Costituita nel 2019, dopo un biennio di studio e confronto sfociato nella prima conferenza annuale tenutasi a Roma nel novembre del 2018, l’associazione è riuscita a ritagliarsi un posto di rilievo nella rappresentanza di settore anche nell’annus horribilis della pandemia. Entrata nella compagine di Confetra lo scorso autunno ha contribuito al dialogo tecnico, partecipando al tavolo istituzionale del comparto nell’ambito del confronto sulla strategia per la campagna di vaccinazione.     


Quali sono i principi ispiratori di PharmacomItalia?
Nell’idea di mettere insieme, a livello di tecnica e competenza, produzione e distribuzione del farmaco abbiamo centrato un primo obiettivo importante: allo stesso tavolo, spogliati dalle divise sociali, partecipano su base volontaria rappresentanti di realtà che si trovano normalmente in competizione e che difficilmente si sarebbero trovati a dialogare. Scelto il campo neutro su cui giocare ci siamo organizzati attraverso un Comitato Tecnico che annualmente identifica il tema su cui incentrare gli sforzi: attraverso lo sviluppo di progetti e workshop dedicati, nel corso dell’annata, e con un evento finale che porta alla chiusura del cerchio con la redazione di un documento formale. 


A quali tematiche vi siete dedicati all’inizio della vostra attività?    
Nel 2018 il focus ha riguardato la qualificazione del servizio logistico che ha portato, sulla scorta del confronto sulle reciproche esigenze di produzione e distribuzione, alla stesura delle prime linee guida per un Protocollo di Qualifica del Fornitore Logistico. Il topic dell’anno successivo ha riguardato, invece, il Risk Assesment e il Business Continuity Management, tematiche che poi sono emerse drammaticamente in tutta la loro attualità con la crisi sanitaria. L’idea iniziale era quella fare una serie di esperienze dirette sul campo visitando aeroporti, magazzini, seconde linee, etc., entro la primavera del 2020. Alla fine abbiamo dovuto riorganizzarci con una serie di webinar, svoltisi tra giugno e settembre, in cui sono stati illustrati casi pratici su quanto accaduto in tema di continuità nel corso della pandemia. Anche in questo caso abbiamo prodotto delle linee guida, ad uso degli associati.     

 
Quale sarà il tema indicato per il 2021?
Continuando nel solco di una maggiore qualificazione delle metodologie aziendali andremo ad analizzare tutte le connotazioni che riguardano informazioni e dati, questione ancor più sensibile in un settore come il nostro. Ad ora non abbiamo ancora articolato gli argomenti da trattare nello specifico. Ad ogni modo sono stati individuati tre temi attorno a cui sarà incentrata l’analisi. L’auditing, con tutte le problematiche introdotte rispetto a controlli, fruibilità e modificabilità dei dati anche dall’uso massiccio dello smart working, archiviazione e gestione, argomenti che rinviano ai protocolli che devono essere garantiti lungo la filiera. Lavoreremo, in sintesi, per arrivare a un uso “strutturato” del dato indicando, anche in questo caso, linee guida.    


Quale è stato il contributo di PharmacomItalia al tavolo sul cargo aereo?
In generale si è trattato di un’esperienza positiva perché ha dato sbocco unitario ad esigenze fino ad ora espresse con voci differenti. Da parte nostra abbiamo sollevato un argomento noto ma poco dibattuto come le GDP (Good Distribution Practices, ndr) che rappresentano un punto di riferimento chiave, essendo i requisiti tecnici che vengono applicati nei Quality Management System di coloro che offrono servizi di logistica alla produzione farmaceutica. Si tratta di linee tecniche che attualmente non hanno un riconoscimento normativo ma verso cui, per osmosi, tutta la filiera si sta muovendo in modo naturale. Su questo punto crediamo ci sia necessità di capire fino in fondo quali sono le regole del gioco affinché tutti gli anelli della catena abbiano la certezza di agire nella giusta direzione. 


Quale è la vostra posizione sul punto?
Molto schematicamente: le GDP hanno un carattere generale e ancorché dettagliate sui punti specifici non sono supportate da uno strumento operativo pratico. La logistica, a sua volta, necessità di un modus operandi codificato, un approccio metodologico che consenta di capire come muoversi sul singolo caso. L’obiettivo è fare luce, in modo concreto, sui punti di ombra, risolvere paradossi e dubbi attraverso una interpretazione univoca della complessità dei processi che ci riguardano.    


In seno all’associazione sta emergendo anche una maggiore attenzione alla formazione…
È un punto dirimente per il futuro. Ci siamo resi conto quanto sia importante rafforzare la cultura del prodotto e del processo, il che implica formare gli operatori che, a seconda delle funzioni, interagiscono in un modo o nell’altro all’interno della filiera. All’interno di PharmacomItalia eroghiamo già corsi agli associati che hanno l’esigenza di completare le proprie competenze. È un percorso appena cominciato: il sogno nel cassetto è quello di creare una vera e propria dimensione accademica con la creazione di master ad hoc per formare una sorta di “ufficiale di collegamento”, una figura manageriale in grado di gestire la formazione, gestire gli audit e indirizzare i livelli di competenza aziendale.  


Quali sono le altre azioni previste per quest’anno?
Recentemente abbiamo sottoscritto una lettera di collaborazione con la IATA. Un riconoscimento implicito del ruolo che possiamo giocare, come tassello di un quadro internazionale sempre più composito, per la messa a punto di progetti comuni. La filosofia, alla fine è sempre la stessa: assicurare al paziente – ovunque sia in Italia e nel mondo – di essere curato con farmaci gestiti e trasportati con assoluta garanzia di integrità.

Giovanni Grande

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