Header Ads

DICEMBRE 2019 PAG. 28 - Fedespedi: promuovere una “cultura della logistica”






La ridefinizione delle alleanze tra le potenze economiche mondiali e le attuali condizioni del mercato stanno portando il commercio mondiale verso una crescente complessità e una crescente rilevanza nello scacchiere geopolitico internazionale. La logistica, infatti, in questo contesto di grandi cambiamenti, sta assumendo un ruolo sempre più cruciale: come ha giustamente osservato il Presidente di Confetra, stiamo ormai operando in una “economia delle connessioni” e abbiamo abbandonato il secolo delle grandi ideologie per addentrarci nel “Secolo della logistica”.
Sempre di più politica e influenze si giocano sul piano delle infrastrutture e della logistica, delle connessioni fisiche e di relazioni commerciali tra Stati. Ne sono un esempio le guerre commerciali tra USA, Cina ed Europa, la Via della Seta, la Brexit, gli investimenti cinesi in Africa. E la lista potrebbe continuare.

Inevitabilmente, come ogni fase di transizione, l’attuale fase economica è caratterizzata da una forte componente d’incertezza, che rende difficile qualsiasi tipo di previsione e incide negativamente sugli scambi commerciali e sulle decisioni d’investimento dei decisori aziendali.
A queste componenti più generali si aggiungono, nel mondo deli trasporti e della logistica, fattori specifici che stanno rapidamente modificando gli assetti di mercato: ad esempio, la verticalizzazione dei carrier marittimi, che attraverso acquisizioni mirate entrano nella gestione della fase terrestre delle catene logistiche, e l’ascesa dei grandi player dell’e-commerce, la cui azione modifica radicalmente consolidati comportamenti di consumo.

Tutti questi fattori incidono sugli operatori del settore logistico e in particolare sugli spedizionieri internazionali, i quali non devono più fare i conti solo con i propri competitor tradizionali, ma anche con soggetti diversi, provenienti da altri settori.
Pur in un contesto di forte evoluzione, le imprese di spedizioni restano le garanti della qualità della supply chain, agendo come riduttrici di complessità e partner delle imprese manifatturiere che decidono di internazionalizzare la propria attività.

Lo spedizioniere, dunque, è chiamato sempre di più a concepire in modo innovativo il proprio ruolo: da semplice fornitore di un servizio a consulente e facilitatore a 360°, in grado di creare valore aggiunto per le imprese che importano ed esportano, investendo su nuovi strumenti, nuove tecnologie e nuove competenze. Laddove è sempre più completa l’integrazione tra logistics, customs and trade lo spedizioniere deve essere in grado di presidiare proattivamente tutto ciò che impatta sui flussi delle merci: trasporto, lead time, aspetti documentali, contrattuali e assicurativi, pagamenti internazionali, normative doganali e fiscali, antiterrorismo. Proprio in questa complessità e ampiezza di expertise risiede il vantaggio competitivo che consente alle imprese di spedizioni di risolvere i problemi e di affrontare gli imprevisti con tempestività e la necessaria preparazione.

In questo scenario, la mission di Fedespedi è quella di promuovere e sostenere lo sviluppo di una “cultura della logistica” a partire dal capitale umano delle nostre imprese. La strada scelta è quella di investire in uno dei nostri asset principali: la formazione. Specializzazione, qualificazione, certificazione sono la via che offriamo alle aziende, affinché possano cogliere le opportunità di sviluppo e consolidamento della loro attività sui mercati internazionali, con una preparazione adeguata alle sfide che le attendono nel 2020.

La prima è la sfida della connettività: se in passato il focus delle imprese è stato la produzione, oggi e in futuro sempre di più sarà quello di raggiungere persone e mercati di tutto il mondo con i propri prodotti. Tutto ciò è ancor più vero nel caso di un Paese come l’Italia, la cui economia dipende fortemente dal commercio estero (import ed export), che vale il 50% del suo Pil. 
Per questo le politiche infrastrutturali assumono una valenza strategica, rappresentando una delle condizioni principali per la crescita socio-economica e produttiva del nostro Paese. Politiche infrastrutturali e attività logistiche devono dialogare per condividere una stessa visione e fare “sistema”, cercando d’individuare i punti critici della rete dei trasporti, indicando un ordine di priorità degli interventi e pianificando le opere necessarie a superarli.

Gli interventi infrastrutturali, tuttavia, non sono sufficienti da soli a garantire traffico: ci devono essere anche condizioni di mercato che permettano agli operatori di svolgere la loro attività con profitto. Dunque, occorre agire sull’efficienza dei controlli e l’eccesso di burocrazia: interventi strutturali che permetterebbero di moltiplicare la capacità competitiva del sistema logistico italiano.
Altra tematica fondamentale, legata a quella infrastrutturale, è la sostenibilità, la nostra seconda sfida. Cambiamenti climatici e costante crescita della popolazione mondiale sono fenomeni che chiedono responsabilità sociale a chi fa impresa.

Trasporto e logistica possono e devono fare la loro parte per assicurare supply chain sicure e sostenibili, non solo in termini di emissioni. Proprio per questo, il lavoro di operatori economici e decision maker, a livello comunitario, dovrà concentrarsi sullo spostamento dei volumi dalla strada alla ferrovia, potenziando corridoi TEN-T e linee di adduzione ai valichi alpini. Così la sostenibilità non sarà un costo, ma un investimento per la competitività logistica del continente, nel rispetto dell’importante obiettivo di una riduzione drastica delle emissioni di CO2.
                                                                                                                                        Silvia Moretto
                                                                                                                            Presidente Fedespedi
Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.