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OTTOBRE 2022 PAG. 66 - LIBRI

 



Space Economy - Simonetta Di Pippo, BUP

Secondo la definizione dell’OECD la space economy è l’insieme delle attività e dell’uso delle risorse spaziali che creano valore e benefici per l’umanità nel corso dell’esplorazione, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio. La space economy include tutti i soggetti, pubblici e privati, impegnati a sviluppare, fornire e utilizzare prodotti e servizi legati allo spazio: ricerca e sviluppo, costruzione e uso delle infrastrutture spaziali (stazioni a Terra, veicoli di lancio, satelliti), applicazioni derivanti dallo spazio (strumenti di navigazione, telefoni satellitari, servizi meteorologici ecc.), come pure le conoscenze scientifiche che ne scaturiscono. La space economy va dunque ben oltre il settore spaziale in senso stretto, perché si estende agli impatti sempre più pervasivi e mutevoli dei prodotti, dei servizi e delle conoscenze che dallo spazio derivano. Molte sono le applicazioni che in altri settori beneficiano dei dati e delle tecnologie spaziali: si pensi all’agricoltura, alla protezione dell’ambiente, alla gestione delle risorse naturali e ai trasporti, per citarne solo alcuni. La space economy vale oggi a livello globale 469 miliardi di dollari, con previsioni di crescita percentuale a due cifre per i prossimi decenni. Ma ciò che più conta è che offrirà opportunità anche ai paesi meno sviluppati, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Da queste considerazioni decolla l’affascinante viaggio che riempie le pagine di questo libro: esplorazioni e turismo spaziale, comunicazioni extra-terrestri, economia degli asteroidi, nuovi prodotti «Made in Space» ma anche detriti spaziali che vagano nel traffico di orbite sempre più congestionate. Il futuro è davvero dietro l’angolo, non resta che attrezzarsi dotando il nostro capitale umano di tutte le conoscenze necessarie.

Patria senza mare - M.Valle, Signs Publishing

“L’Italia è da almeno trecento anni una Nazione che volge le spalle al mare, abitata da un popolo e da una classe dirigente che guarda in maniera strabica verso Settentrione, in direzione delle rassicuranti pianure mitteleuropee e che vive con ansia, anzi con vera e propria paura, la dimensione marina. È una rinuncia? No, è peggio, è la negazione di una vocazione che, prima che antropologica e culturale, nasce dalla geografia. Ottomila chilometri di costa, una collocazione naturale che rende la Penisola quasi un setto divisorio al centro del Mediterraneo, rappresentano una opportunitá che ha pochi eguali”. (dalla Prefazione).  “Patria senza mare” è un'opera unica e innovativa che racconta la storia d'Italia “dal mare” seguendo marinai, mercanti, armatori, sognatori e visionari... oltre 500 pagine di grande storia attraverso i secoli – dall’alba delle Repubbliche marinare ad oggi - rintracciando il lunghissimo filo rosso (o meglio blu...) che avvolge e lega la Penisola al suo destino marittimo. Lo splendore di Amalfi, Pisa, Venezia e Genova, la vittoria di Lepanto, l’imporsi - tra il Seicento e l'Ottocento - di Livorno, Trieste e Napoli... E ancora, le visioni marittime di Camillo Benso di Cavour e il navalismo letterario di Salgari e d’Annunzio, la luminosa stagione dei transatlantici, i due grandi conflitti del Novecento e le prove durissime della nostra Marina, la ricostruzione postbellica e le parabole parallele dei Costa e di Achille Lauro. 

L’isola sospesa - Stefano Pelaggi, LUP

Taiwan è l’unico territorio conteso al mondo che ha piena sovranità all’interno dei propri confini, è membro del World Trade Organization e del Forum di Cooperazione Economica Asia-Pacifico ma è esclusa da tutte le riunioni delle agenzie delle Nazioni Unite. La posizione geografica dell’isola, ai margini del Rimland nel mare interno dell’Asia Orientale, rappresenta il primo elemento che rende il paese cruciale per gli equilibri globali e punto di frizione tra le due superpotenze Cina e USA. Più di un terzo degli scambi globali di merci passa per Mar Cinese meridionale, il controllo del bacino è fondamentale sia a livello strategico sia a livello commerciale e la sua posizione nel Mar Cinese meridionale è sull’interfaccia di collegamento tra i due oceani che bagnano la regione Indo Pacifico. Questo volume racconta le storie delle persone che hanno abitato l’isola di Taiwan: quelle arrivate migliaia di anni fa e quelle che hanno attraversato le acque dello Stretto di Taiwan dal Cinquecento all’Ottocento; i soldati in ritirata dalla guerra civile cinese e i funzionari del Kuomintang all’indomani del secondo conflitto mondiale; i migranti arrivati negli scorsi decenni dai Paesi del Sud est asiatico. Ma anche le storie dei colonizzatori che hanno imposto per periodi più o meno lunghi il proprio potere sugli altri abitanti dell’isola: gli olandesi e gli spagnoli, i pirati e i contrabbandieri, i funzionari dell’Impero Qing e i giapponesi, fino al regime del Kuomintang. I confini geografici dell’isola sono rimasti immutati, ma le storie e i percorsi di coloro che la abitano hanno ridefinito il perimetro del significato di ‘essere taiwanese’. Il ruolo praticamente unico al mondo di Taiwan ha consentito una formulazione inedita dell’identità nazionale. La dinamica società taiwanese contemporanea è il frutto delle dominazioni, delle interazioni tra i diversi gruppi etnici ma soprattutto delle modalità di convivenza tra chi ha scelto, talvolta costretto, di chiamare ‘Taiwan’ la propria casa.


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