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OTTOBRE 2022 PAG. 26 - Grande soddisfazione dopo la Va Naples Shipping Week

 



Successo di pubblico e soddisfazione da parte degli organizzatori, Propeller Club Port of Naples e Clickutility Team, per la quinta edizione promossa dal Comune di Napoli e dall’AdSP del Mar Tirreno Centrale e sostenuta da 99 realtà, tra sponsor e partner istituzionali, che ha visto il coinvolgimento di 320 relatori e la partecipazione di circa 8.000 persone tra ospiti in presenza e collegati in streaming. “La quinta edizione della Naples Shipping Week – sottolinea Umberto Masucci, Presidente The International Propeller Clubs - conferma l’approccio globale che la settimana marittima napoletana dà al mare, ai Porti e alla Logistica. Le prime giornate, dedicate alle Università, al CNR, alle scienze e alla storia del Mare, sono ormai perfettamente integrate con le giornate conclusive improntate sul business e sul networking del settore. Partecipazioni autorevolissime, come quelle del Segretario Generale IMO Kitack Lim, dell’Executive Director EMSA Maja Markovcic e di 7 Sindaci di Città Porto del Mediterraneo, presenze numerosissime nazionali e internazionali di Associazioni ed Enti del Cluster ma anche grande partecipazione della Città di Napoli, a partire dal Sindaco Manfredi, testimoniano l’ormai affermato successo della nostra importante manifestazione”. Soddisfazioni anche dalla 14° edizione di Port&ShippingTech, Main Conference della manifestazione che ha registrato una grande partecipazione da parte del comparto marittimo. “Con questa edizione di Port&ShippingTech siamo tornati a condizioni ambientali che non vedevamo dal 2019 - spiega Carlo Silva, Presidente di Clickutility Team - In questi tre anni non ci siamo mai fermati, ma anche il mondo a cui ci rivolgiamo. La nostra ambizione è di offrire sempre agli stakeholder dello shipping un’occasione di incontro e confronto sulle tematiche via via più attuali e urgenti. Con grande soddisfazione posso dire che anche questa volta abbiamo centrato l’obiettivo, grazie all’eccellenza del nostro staff, alla guida e al sostegno dei nostri promotori e partner e all’entusiasmo di tutto il cluster marittimo italiano. Arrivederci quindi a Genova il prossimo ottobre. Come il mare, non stiamo mai fermi”.

Una breve selezione dei principali panel ospitati a Napoli nell’ambito della maniferstazione.

“Over & Under the Sea Forum”

Il contrammiraglio Fabio Caffio ha illustrato le basi giuridiche della progressiva trasformazione del mare in territorio legato alle sovranità dei Paesi rivieraschi, ossia le Zone Economiche Esclusive. L’Italia è in ritardo: solo dall’anno scorso esiste una legge che regola l’istituzione di una ZEE italiana, ma non sono stati ancora stipulati tutti gli accordi bilaterali tra gli Stati confinanti nel “Mare Nostrum”. Luigi Severini, ingegnere dello studio IL Studio Engineering & Consulting ha evidenziato la quasi totale mancanza di una filiera dell’energia eolica. “Il sistema burocratico e quello industriale oggi non sono assolutamente pronti. Ci sono resistenze, ma soprattutto vuoti culturali e di conoscenza, serve uno sforzo importante per non ritrovarsi a essere solamente clienti in questo campo. In Italia mancano sia le navi, sia le banchine e le strutture portuali adatte per realizzare questi impianti e raggiungere l’obiettivo di 30 GW entro il 2030 - ha puntualizzato Severini - tanto per capirci, l’agenzia USA dedicata al settore prevede la necessità di 80 navi di vario tipo, 2100 turbine e 12mila km di cavi, con una stima occupazionale da 12mila a 50mila posti di lavoro”. A proposito di risorse non sfruttate, il professore dell’Università di Pavia Ferdinando Cazzini ha dipinto uno scenario di sostanziale abbandono dell’estrazione di gas in Italia. “Con i nostri tre gasdotti principali, potremmo diventare il prossimo hub principale d’Europa, ma dagli anni Ottanta in avanti a oggi, abbiamo sostanzialmente rinunciato al gas e ora, molto ipocritamente, si parla di aumentare la produzione interna, quando abbiamo per anni bloccato la ricerca di nuovi pozzi. Adesso la ripartenza è molto difficile, anche se il potenziale resta alto”.  

“Green ports and shipping” 

A che punto siamo con le tecnologie per navigare verso gli obiettivi del 2030 e 2050? Attilio Montalto, segretario generale dell’Adsp di Sicilia Orientale ha presentato il progetto di costruire banchine per il cold ironing nei porti di Catania (crociere e roro), con un investimento di 56 mln di euro, e Augusta (roro e rinfuse). Nella stessa direzione si muove il Porto di Napoli, per andare incontro alle nuove esigenze ambientali, tra cui l’utilizzo del cold ironing. È in corso la progettazione esecutiva di un impianto fotovoltaico di 18 mila mq con potenza 1,2 MW, mentre è in sperimentazione un sistema di alimentazione turbine ad aria che usano energia delle onde che dovrebbe produrre 5000 MWh all’anno. Inoltre, è sul tavolo anche il prototipo di una turbina eolica galleggiante. Gli armatori si sono mossi autonomamente, come Grimaldi Group. Cosimo Cervicato, Senior Executive Engineer, Energy Saving & Innovation Department, ha spiegato che su una flotta di oltre 130 navi, ben 13 sono dotate di pacchi batterie 5,5 MWh. Otto le navi consegnate dal 2020 al 2022. Come però arrivare a un trasporto cargo carbon neutral? Justine Krueger, di Jucari Global, ha presentato Cadi, il primo sistema di gestione delle transazioni di carbonio che prevede le emissioni prima che la spedizione parta per la sua destinazione. Una volta completato il viaggio il calcolo viene aggiornato a seconda delle ulteriori informazioni acquisite durante la navigazione induce a ottimizzare nel frattempo le risorse attuali.

“Focus GNL”

Assogasliquidi-Federchimica ritiene che GNL, e quindi il bioGNL, sono le uniche soluzioni già pronte e disponibili per abbattere drasticamente le emissioni e accelerare il processo di decarbonizzazione nel settore marittimo e nel trasporto pesante in generale. Secondo l’associazione per promuovere l’utilizzo di questi prodotti energetici è necessario rivedere alcune misure all’interno del pacchetto Fit-for 55. In particolare, occorre confermare l’esenzione dal regime di accisa per i quantitativi di GNL impiegati nel trasporto marittimo. Inoltre, nelle norme comunitarie di superamento della direttiva DAFI, va ribadito invece il ruolo del GNL quale carburante alternativo.

“In the Med (and the world)” 

Dario Fabbri, in questo momento il più noto analista geopolitico italiano, ha fornito un giro d’orizzonte ad alto livello della situazione del mondo e dell’Italia dopo il 24 febbraio. Alla ricerca di motivi di ottimismo in un contesto alquanto problematico ed incerto, Fabbri ha insistito, nel quadro di una prossima richiesta per il nostro Paese di scelte nette, sull’opportunità per l’Italia di divenire l’hub del gas d’Europa, visto che le risorse arriveranno da Sud e da Est. Giuseppe Manna, analista geopolitico di Storie D’Oltremare, sulla stessa lunghezza d’onda, ha sottolineato come questa prospettiva imponga all’Italia di porsi verso i Paesi della sponda sud come agente equilibratore e stabilizzatore. Equilibrare e stabilizzare ha anche un lato militare e di sicurezza. I vari Paesi stanno investendo nel potenziamento delle armi delle proprie Marine militari, come ha mostrato Alessandro Marrone, responsabile del Programma “Difesa” dell’IAI: “I programmi di collaborazione europea ci consentono di proteggere e promuovere i nostri interessi marittimi contro l’aggressività russa e in prospettiva contro l’aggressività cinese”. E se Cristina Pensa, economista del Centro Studi di Confindustria ha spiegato come gli scambi globali soprattutto in alcuni campi, come i capitali, siano spinti verso la regionalizzazione, Ennio Cascetta, professore dell’Universitas Mercatorum e presidente del cluster tecnologico nazionale dei trasporti, ha dimostrato come il mercato delle materie prime per l’Italia sia completamente diverso da quello puramente commerciale. Un mercato in cui l’Italia importa moltissimo ed esporta pochissimo. La geopolitica è entrata anche in azienda, ha evidenziato Enrico Vergani, Partner, BonelliErede: “Il McKinsey Global Survey ha evidenziato che la preoccupazione geopolitica è al primo posto tra le imprese con il 57%, è la prima volta che succede”. Diventano dunque fondamentale le figure professionali del chief geopolitical officer, del responsabile della cyber security, di chi si occupa di viaggi all’estero fino al ritorno a casa (travel management risk) e l’avvocato.

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