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MARZO 2022 PAG. 37 - BRI, il corridoio transcaspico per bypassare la Russia

 


L’incertezza sulle ricadute economiche delle sanzioni, quando non proprio la volontà di interrompere qualsiasi attività economica con Mosca, potrebbe portare alla rimodulazione delle rotte ferroviarie che collegano Cina ed Europa. L’alterativa alle tratte che attualmente passano principalmente attraverso Russia e Bielorussia è quella, finora poco battuta, del corridoio del Mar Caspio, via Turchia, con interessanti prospettive per il porto di Trieste.  

Ad anticipare la possibilità di un’opzione alternativa è stata la società di origine austriaca, con quartier generale in Olanda, Nunner Logistic. 

“Sullo sfondo degli eventi scioccanti e della tragedia umana attualmente in corso in Ucraina, stiamo cercando di mantenere intatta la catena di approvvigionamento tra Asia ed Europa in modo che i nostri clienti in Europa e nel resto del mondo ricevano le forniture necessarie - ha fatto sapere Nunner - Con questo obiettivo, il nostro team di Heerenberg, insieme a TIEDADA GROUP e Interporto di Duisburg, ha istituito un tragitto verso sud per il nostro collegamento ferroviario”. 

La rotta meridionale di cui si parla attraversa il Kazakistan fino all’Azerbaigian, solcando il mar Caspio. Poi dalla Giorgia raggiunge Izmit in Turchia. Da qui il trasferimento via mare fino a Trieste per raggiungere Duisburg.  

“Da Duisburg, il nostro treno congiunto Duisburg - Amsterdam si occupa dei container (FCL e LCL) con destinazione finale Regno Unito e altre destinazioni d’oltremare” ha aggiunto Nunner. 

Penalizzato fino ad ora sotto l’aspetto dei tempi – il transit time previsto dalla stessa Nunner è di 30-35 giorni – e dai costi, legati alle numerose rotture di carico lungo il tragitto, il corridoio transcaspico, nondimeno, offre la possibilità di bypassare da una parte il territorio russo, dall’altro l’altrettanta scarsa appetibilità del corridoio Sud, tra Iran (tuttora sottoposto ad un regime sanzionatorio per la questione nucleare) e la stessa Turchia.  Anche in virtù degli interventi infrastrutturali apportati recentemente al porto di Baku, che può contare sul collegamento regolare di due navi con lo scalo kazako di Aktau, e all’apertura della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars (BTK), con un collegamento dalla costa azera del Mar Caspio attraverso la Georgia e la Turchia fino alla rete ferroviaria europea. 

Il governo del Kazakistan si sta impegnando a fondo in questa direzione. Basti pensare che solo nei primi giorni del conflitto ben 1.007 vagoni ferroviari di proprietà di vettori nazionali sono rimasti bloccati in Ucraina. Mentre il viaggio di altri 680 vagoni che trasportavano vari carichi è stato sospeso e solo 371 di questi sono stati reindirizzati efficacemente verso altre destinazioni.  

“Per assicurare il trasporto ininterrotto delle merci verso i paesi europei, più carichi dovrebbero essere trasportati attraverso la rotta di trasporto internazionale transcaspica attraverso l’Azerbaigian e la Georgia e i loro porti di Baku, Batumi e Poti”, sottolinea in una nota Kazakhstan Temir Zholy (KTZ), l’operatore ferroviario nazionale della repubblica centroasiatica, evidenziando che la capacità di carico degli scali di Aktau e Kuryk ha raggiunto ad oggi solo il 23%. 

Per la task force organizzata tra i vari ministeri competenti del paese è anche “in fase di elaborazione un percorso opzionale attraverso i porti baltici di Riga, Ventspils e Liepaja attraverso il corridoio di trasporto internazionale transcaspico”. 

Quale che sia l’opzione migliore l’eventuale rafforzamento dei traffici lungo la rotta consoliderebbe ad ogni modo il ruolo della Turchia come hub di sbocco sul Mediterraneo per la BRI. Un’occasione anche per i porti italiani.

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