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MARZO 2022 PAG. 22 - Da LetExpo forte impulso su marebonus e ferrobonus

 



«A Gioia Tauro abbiamo investito molto nelle banchine, con un sistema di intercambiabilità interna e un gateaway attivo per i treni che portano 60 pezzi al giorno. Abbiamo però due problemi. Riverberare sul territorio l’eccezionale performance del porto: in Calabria manca quella integrazione verticale, la funzione di volano territoriale. Poi, per andare nella direzione della sostenibilità energetica con 4 km di banchine, c’è bisogno di un piano energetico colossale. Gli stakeholder ci chiedono energia elettrica per i terminal container, questo sarà il primo problema da affrontare per garantire il fabbisogno energetico». (Andrea Agostinelli, Presidente ADSP Mar Tirreno Meridionale e Ionio)


«Il porto non è solo un’attività di arrivo delle navi, ma prevede anche altre attività logistiche retroportuali, e in questo cluster portuale inserisco anche le imprese industriali. Dobbiamo raggiungere un livello di offerte di aree e servizi per l’insediamento e gli investimenti nel mercato. Abbiamo di fronte mesi per mettere la regolazione in direzione di una prospettiva efficace per i nostri traffici. Cerchiamo di programmare le modalità di sviluppo e staremo dentro alcune partite che il Paese sta giocando, come sulla parte crocieristica e dei container». (Luciano Guerrieri, Presidente AdSP Mar Tirreno Settentrionale)  


«Stiamo cercando di costruire un modello integrato tra industria e porto con determinazione ma anche con delle difficoltà. Per mettere in piedi un modello che integri in modo forte le aree portuali e che crei le premesse per un reshoring per far sì che il porto non sia solo un attrattore di traffico, serve che le autorità portuali godano di alcune libertà, che si acquisiscono a fatica. Toccando il tema del gas, il nostro impianto ha limiti strutturali importanti, può offrire un contribuito alla crisi del gas, ma può ricevere soltanto cinque di tutte le gasiere mondiali per limiti di lunghezza. E queste cinque sono impegnate nel traffico con l’Algeria. Ci sono interventi previsti per allungare l’impianto e il pontile per avere una disponibilità maggiore e ampliare i depositi, ma è difficile pensare di colmare la crisi dei gasdotti con i rigassificatori, perché le quantità sono incomparabili». (Mario Sommariva, Presidente ADSP Mar Ligure Orientale)


«Sono in atto delle speculazioni a livello internazionale sul costo del gas e del petrolio. Dobbiamo assolutamente cercare di contrastare queste speculazioni, il sistema deve cambiare a livello di gestione dell’energie nelle Borse. Dall’altra parte dobbiamo puntare sulle rinnovabili, riaprire una parte di produzione di gas nel nostro paese, con un raddoppio a 6 miliardi di metri cubi: ma il nostro fabbisogno è di 72 miliardi, lavoriamo con l’Azerbaigian per il raddoppio della Tap, con Nigeria e Angola per cercare di diversificare l’approvvigionamento di gas, anche con rigassificatori nel nostro Paese, per avere diverse fonti. Sono politiche di lungo periodo che insieme a quelle di breve devono farci uscire da questa morsa». (Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento)  


«Il Mediterraneo è zona di grandi scambi: nel 2050 gli scambi tenderanno a raddoppiare, per questo Alis è stata lungimirante nel creare una fiera in Italia. Allo stesso tempo le aziende intermodali hanno fatto grandi e costanti investimenti tra una pandemia e una guerra in corso, eppure c’è una domanda, un’offerta, un mercato vivo; noi abbiamo costruito 25 navi con grandi capacità, ma mancano gli spazi nei porti, negli interporti. L’intermodalità ha dimostrato di essere più competitiva sia da un punto di vista della sostenibilità sia da quello economico. Credo che abbiamo vinto una bellissima scommessa, sulla tratta Ravenna-Brindisi-Catania abbiamo dato continuità a un servizio che c’era ma faceva solo Ravenna-Catania con navi piccole, oggi su quella linea prima abbiamo investito portando navi da 250 camion, poi una terza nave a settimana, ora abbiamo risposto al mercato con le navi più grandi mai costruite, in grado di portare 500 camion, quasi 2700 semirimorchi proprio perché ci sono degli imprenditori che investono». (Eugenio Grimaldi, Executive Manager Gruppo Grimaldi)


«Quello che abbiamo visto sulla speculazione delle energie ha disorientato tutti gli stakeholder. La sostenibilità è una linea strategica che non può essere abbandonata. È in discussione come affronteremo questi cambiamenti, qualcosa rispetto alle energie va fatto. Lo Stato deve assistere le aziende che hanno investito nelle soluzioni alternative al diesel, dalle energie endotermiche a quelle sostenibili. I protocolli sono abbastanza scarsi di potenza, vanno prese delle misure adeguate al contesto, il trasporto sta soffrendo da tanto tempo. Durante la pandemia non ci siamo mai fermati ed è emersa la volontà di accompagnare il paese in questo momento di transizione, con l’ascolto e l’auspicio che ci sia qualche misura efficace immediatamente spendibile e una best practice sull’intermodalità, il mare bonus e sul trasporto sostenibile». (Domenico De Rosa, AD SMET)   


«Vista la difficoltà nel fare opere iniziamo a capire quali sono nel Pnrr le vere priorità: chiudere i corridoi logistici, è inutile fare mille opere, individuiamo 5-6 direttrici, cioè i corridoi che consentono il collegamento di interporti e porti, questo vuol dire integrazione tra gomma, ferro e nave, oggi si usa poco mettere i semirimorchi su ferro a parte Trieste, eppure è una maniera per evitare che l’ultimo miglio dei porti continui a creare intasamento e impedisca il funzionamento delle autostrade del mare, una grande risorsa adriatica e tirrenica per bypassare le infrastrutture terrestri. Questo presuppone scelte che non sempre è facile fare in un governo di larghe intese, quando ci sono tante persone che pensano a volte si fanno mediazioni che non sono un optimum ma un minimo comun denominatore: l’Italia avrebbe bisogno di un upgrade decisionale». (Edoardo Rixi, Commissione Trasporti Camera)


«C’eravamo permessi di criticare la scarsa capacità di alcune regole ancor prima che scoppiasse questa crisi geopolitica. Proponevo in Commissione trasporti di accorciarle, per fare in modo che si mantenessero vive le catene di distribuzione e per resistere agli agenti esterni. Dobbiamo correre ai ripari sul tema energetico e su quello delle materie prime, perché il rischio è che la situazione peggiori. A livello europeo la Commissione non vuole rivedere il sistema di regole, occorre più coraggio, per permettere così alla banca europea di sostenere gli investimenti. Nella filiera della logistica non si andrà solo a colpire la competitività delle nostre imprese. Abbiamo delle scadenze precise e dei testi normativi che entrano in vigore tra poco, ma la Commissione europea è rigidissima sulle entrate dell’ETS. Ai carburanti alternativi invece si arriverà in una fase successiva». (Marco Campomenosi, Commissione TRAN Parlamento Europeo)


«Nel pacchetto UE FIT FOR 55 la legge che più impatta è l’Emission Trade System. Abbiamo visto quanto sono importanti le autostrade sul mare. In Europa la legge dice che tutte le navi dovranno pagare 100 euro a tonnellate per le proprie emissioni, solo in Italia sulle autostrade del mare passano 4 milioni di tonnellate, quindi parliamo di 400 milioni di euro di tasse, solamente per le navi che trasportano le merci. In questo modo si rischia di andare a colpire il settore che proprio l’Europa ritiene quello meno inquinante. Bisogna incentivare i trasporti senza penalizzarli, altrimenti si va incontro a un backshift modale». (Dario Bocchetti, Presidente Ambiente e Energy Saving ALIS)


«Da LetExpo sono partite due proposte importanti: la battaglia sul marebonus e sul ferrobonus e a proposito di questo nel Consiglio dei Ministri è arrivato un ulteriore incremento per altri 20 milioni, portando il totale a circa 38,5 milioni. Poi tutto passa alle Camere e al Senato, iniziando l’altalena degli emendamenti, dove potrebbe esserci un secondo incremento. Questa battaglia deve quindi continuare, per far sì che dal confronto parlamentare si possa raggiungere il famoso tetto auspicato dei 100 milioni. La seconda proposta riguarda i 25 centesimi sulle accise. Il punto è portare avanti l’obiettivo della sostenibilità del trasporto, che deve essere ambientale, sociale ed economica. Il trasporto intermodale è quello che garantisce tutti e tre questi principi. È chiaro che adesso tutte le agende politiche siano impegnate su altri fronti impellenti, ma noi insistiamo perché esistono diversi dati certificati, come i 5,6 milioni di camion tolti dalla strada, che ci danno ragione». (Marcello di Caterina, Vicepresidente e Direttore Generale ALIS)


«Il ferrobonus è un’esperienza che va avanti da molti anni e riconosciuta dalla Commissione europea, con un incentivo al trasferimento modale su strada. C’è anche una congiuntura favorevole in questo momento storico del next generation e del green, dei temi in linea con la strategia e gli investimenti sia del governo che dell’Europa. La questione dell’ultimo miglio è strategica per il nostro Paese, in passato si è sempre ragionato per singole esperienze di trasporto. Alis in questo senso ha voluto creare una visione d’insieme, una linea strategica per i porti e per le aree industriali del Paese. Anche il PNRR ha previsto delle misure per i raccordi che vanno ad incidere su quelle priorità per creare una correlazione tra l’ultimo miglio e la rete nazionale. Inoltre dobbiamo valorizzare i quattro corridoi europei. Con il PNRR è stato inserito uno stanziamento di 61 miliardi oltre a una serie di misure nazionali, le risorse quindi ci sono e bisogna sfruttarle». (Enrico Maria Pujia, DG Trasporto e Infrastrutture Ferroviarie MIMS)


«Da anni si dice che siamo una piattaforma naturale, ma spesso i porti sono obsoleti. Bisogna porre la massima attenzione sulle alternative, ma dobbiamo lavorare sulla semplificazione in tempi rapidi. Velocemente dico che di coraggio ne abbiamo avuto spesso. Si costruisce una carriera con una responsabilità vera. Vogliamo mettere mano alla riforma del pubblico impiego con i sindacati? La burocrazia, invece di aiutare, mette i bastoni fra le ruote. Mettiamo mano alla riforma, dateci la possibilità a noi dei porti di buttare fuori chi non vuole lavorare e raddoppiare lo stipendio a chi si impegna». (Andrea Annunziata, Presidente ADSP Mar Tirreno Centrale)


«Auspichiamo che le istituzioni incoraggino e valorizzino l’intermodalità con misure incentivanti, come Marebonus e Ferrobonus, rendendole strutturali e aumentandone la dotazione finanziaria a 100 milioni di euro all’anno per ciascuna misura. L’intermodalità marittima e ferroviaria diventa fondamentale rappresentando non più una scelta, ma la vera alternativa se si vuole coniugare la sostenibilità economica e sociale con quella ambientale. Solo nel 2021 il nostro cluster ha sottratto e trasferito dalle strade al mare e alla ferrovia in Italia, e dall’Italia verso l’Europa, oltre 5,6 milioni di camion; oltre 134 milioni di tonnellate di merci, favorendo così l’abbattimento di circa 4,8 milioni di tonnellate di CO2 e risparmiando circa 2,2 miliardi di euro all’anno di costi di esternalità». (Guido Grimaldi, Presidente Alis)

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