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MARZO 2022 PAG. 18 - La crisi del Mar Nero, gli effetti sul trasporto marittimo

 



Gli effetti dell’aggressione russa all’Ucraina hanno scatenato immediate conseguenze sui trasporti marittimi internazionali che hanno iniziato a dispiegarsi già con l’inizio del conflitto, con le prime sanzioni inflitte dagli Stati Uniti d’America a carico anche di alcune compagnie marittime battenti bandiera russa. L’ampliarsi del conflitto ha intensificato le problematiche di carattere commerciale scatenando alcune tensioni alle attività dei porti e delle compagnie marittime. Invece, allo stato attuale del conflitto, la guerra in Ucraina non ha avuto un impatto significativo sui noli container per il trasporto marittimo dall’Asia verso l’Europa che stanno vivendo una fase di lento declino, frutto delle restrizioni pandemiche e del graduale venir meno degli stimoli economici dei governi nazionali. Le modalità del trasporto marittimo necessitano di libertà economiche e commerciali e se l’effetto sui traffici container è per il momento ancora sotto controllo risulta evidente il rialzo sulle piccole unità cisterna utilizzate per rotte regionali di trasporto di prodotti petroliferi. Le rate di nolo giornaliere per le navi impiegate tra il Mar Nero e il Mediterraneo sono schizzate già il giorno successivo all’avvio dell’invasione, arrivando a costare 170mila dollari, contro i diecimila della settimana precedente, generando un aumento del costo del trasporto merci del 400%. Inoltre, le agenzie delle Nazioni Unite, che analizzano le movimentazioni commerciali e marittime, hanno già confermato che gli obiettivi fissati per il 2050 di salvare il pianeta dal degrado ecologico diventano difficilmente raggiungibile a meno di cambiamenti radicali nel modello di sviluppo, in particolare, in riferimento alle aree di interscambio e al commercio di idrocarburi. 

Le istituzioni sovranazionali confermano che non potrà più essere privilegiato il consumismo estremo ma l’ottimizzazione del consumo razionale che comunque permetterà di mantenere in vita il sistema economico vigente anche se “calmierato”. Ovviamente, questo indirizzo inciderà fortemente anche sui trasporti ed in particolare sul trasporto marittimo, ma soprattutto sulle direttrici dello stesso in quanto si dovrà tenere conto dell’Africa e della sua immensa popolazione da accompagnare ad uno sviluppo, specialmente demografico, sostenibile ed autoctono per evitare che il divario complessivo rispetto al resto del mondo e specialmente all’Europa non produca danni sociali irreparabili. Altro aspetto da evidenziare è la guerra alimentare che sembra essersi innescata con l’aggressione russa e il blocco delle navi commerciali. Il conflitto ha bloccato una delle principali rotte commerciali globali per il grano. “Zero grano viene attualmente esportato dai porti dell’Ucraina: nulla sta lasciando il Paese”, ha ribadito all’agenzia di stampa “Dpa” Jörg-Simon Immerz, capo del commercio del grano di BayWa, uno dei principali importatori del settore agricolo tedesco. Analisi confermate dall’Autorità marittima panamense, che ha pubblicamente divulgato le mosse della Marina russa che impedisce a circa 200-300 navi di lasciare il Mar Nero, la maggior parte delle quali carica di grano. D’altronde, molti analisti economici e geopolitici guardano a tali manovre russe come ad una sorta di vendetta per le sanzioni lanciate dal mondo occidentale. Mosca può e vuole porre limiti alle esportazioni di grano e fertilizzante, con un effetto domino sull’offerta alimentare mondiale e sull’inflazione dei prezzi alimentari. In tale dinamica conflittuale emerge anche il protagonismo di nuove rotte commerciali e nuove realtà portuali che vivono un periodo di splendore, come accade con il Porto di Costanza, in Romania, perennemente sovraffollato a causa dell’arrivo di moltissime navi che decidono di recarsi in questo Porto come alternativa allo scalo ucraino di Odessa. Le navi fanno rotta verso la Romania per evitare di restare incastrate o subire enormi danni dal conflitto in corso.

D’altro canto, gli scali a Costanza sembrano essere l’unica opzione sicura per le realtà commerciali della regione e per le navi dirette verso il Nord dell’Europa dal Mar Nero. I dati confermano tale tendenza poiché il traffico merci nel Porto di Costanza risulta più che raddoppiato con l’inizio dell’aggressione russa al territorio dell’Ucraina.


Domenico Letizia

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