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GENNAIO 2022 PAG. 52 - Portualità sarda verso ripresa di occupazione e fatturato

 


 

 Con l’approvazione dell’Adeguamento Tecnico Funzionale al PRP di Cagliari, si aggiunge un’altra colonna portante alla complessa rivoluzione del layout portuale che vedrà, nei prossimi anni, il graduale trasferimento del traffico commerciale nella nuova area del Porto Canale. 


L’ATF introduce alcune modifiche ai parametri urbanistici previsti dal Piano Regolatore Portuale approvato nel 2010 nella porzione del porto destinata all’insediamento dei fabbricati, consentendo così una prosecuzione nella progettazione e realizzazione del Terminal Ro-Ro, finanziato, in parte, con 99,5 milioni di euro di fondi derivanti dal PNRR. 


In dettaglio, recependo le esigenze manifestate dalle Amministrazioni e dagli operatori portuali che sposteranno la loro sede nella sponda Ovest del compendio, la variazione introdotta nelle norme di attuazione del PRP consentirà la realizzazione di una stazione marittima che ospiterà uffici  e locali adibiti ad attività  a supporto dell’operatività; garitte e box security per i controlli agli accessi del terminal e cabine elettriche. Futura infrastrutturazione che terrà conto delle prescrizioni introdotte dal Ministero della Cultura relativamente ad una porzione del compendio portuale nel quale, con l’introduzione di una fascia di rispetto di 200 metri per tener conto dei vincoli paesaggistici relativi alla vecchia Spiaggia della Plaia. 


Approvato anche il Piano dell’Organico dei Lavoratori delle imprese ex articoli 16, 17 e 18 della legge 84/94 del Sistema Sardegna, per il triennio 2022-2024, il documento strategico, a revisione annuale, che riporta una puntuale e sempre aggiornata ricognizione ed analisi dei fabbisogni lavorativi in porto.
Quello sottoposto al Comitato di Gestione, restituisce una percezione mediamente stabile del futuro e dei livelli occupazionali, con alcuni piccoli parametri che portano a guardare ai prossimi anni con una certa fiducia. Rispetto al 2020, infatti, le risultanze del monitoraggio condotto dall’AdSP registrano la cessazione dall’attività di una impresa, ma, al contempo, l’inserimento nell’ambito portuale di tre nuove aziende. Aspetto, questo, che ha certamente comportato una differenza in termini quantitativi e qualitativi del personale occupato, che passa da 650 unità del 2020 a 911 dell’anno in corso. 


Resta ancora minima la quota femminile operante nelle imprese portuali sarde: 41 rispetto alla più ampia platea maschile di 870 unità. Così come resta ancora elevata la fascia di età, compresa tra i 40 e i 50 anni degli occupati. 


Per quanto riguarda l’inquadramento contrattuale, il Piano dell’Organico del Porto fotografa una predominanza di contratti a tempo indeterminato (pari ad 816) ed una previsione, per almeno il 40 per cento delle aziende, di future assunzioni. Proiezione collegata ad un’aspettativa, da parte del 44 per cento di quelle intervistate (25 imprese), di un aumento del fatturato di oltre il 3 per cento e di un fabbisogno di figure altamente specializzate. 


Tra gli altri argomenti trattati, sempre inerenti alla tematica del lavoro, le informative sulla fissazione del numero massimo di imprese portuali; sulle ordinanze relative agli avviamenti dei lavoratori delle imprese e alla disciplina delle funzioni di vigilanza e controllo in materia di sicurezza ed igiene del lavoro nei porti di competenza dell’AdSP; sull’Istituzione del Registro Unico degli Infortuni e alle relative norme da attuare in caso di incidenti in banchina. 


Le risultanze del nuovo documento sono state positivamente commentate dal presidente Massimo Deiana secondo il quale “in attesa di portare a definitiva soluzione la battaglia sul comparto del Transhipment, e dopo un anno di crisi sanitaria, ci riporta ad una dimensione di ottimismo con numeri su assunzioni e fatturati che lasciano intravedere non una semplice ripresa, ma una crescita dell’intero comparto già a partire dal prossimo anno”.

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