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DICEMBRE 2021 PAG. 18 - Logistica, politica industriale sul modello di Industria 4.0



In Italia è necessaria una vera “transizione burocratica” prima ancora di quella digitale o ambientale: ne è convinto Guido Nicolini, presidente Confetra, che ne parla in questa intervista a PORTO&interporto.

Presidente, quali provvedimenti ritenete più urgenti per la logistica?

“Riteniamo che non sia più rinviabile una “politica industriale” per la logistica, una Logistica 4.0 che – sul modello di Industria 4.0 – accompagni l’evoluzione del settore. Non ci servono sussidi, bensì incentivi agli investimenti finalizzati al salto dimensionale, tecnologico, formativo, sostenibile. Siamo l’unico Paese dell’Unione Europea con oltre 400 procedimenti amministrativi e di verifica, posti in capo a 19 diverse pubbliche amministrazioni, che oggi gravano sulla merce e sui vettori. E’ necessario introdurre uno Sportello Unico dei Controlli, non solo Doganali; siamo l’unico Paese UE che ancora non si è dato una regola sostenibile in termini di verifiche radiometriche. Siamo l’unico Paese UE ad avere un doppio controllo sulle merci, oltreché quello doganale anche quello della Guardia di Finanza. Siamo l’unico Paese UE che per effettuare le analisi sanitarie a campione in fase di sdoganamento, non si affida a laboratori esterni accreditati privati, bensì utilizza solo quelli pubblici anche se il loro numero è assolutamente insufficiente. E potrei proseguire”.

Dal Pnrr 61 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture, mobilità sostenibile, trasporti, logistica. Qualio risultati si aspetta?

“Il  Pnrr va nella giusta direzione. Ci abbiamo tanto lavorato con il Ministero, con la Struttura Tecnica di Missione, con gli uffici preposti. Il fatto stesso che circa il 25% delle risorse, tra Pnrr e Fondo Complementare, siano destinate al macro settore della mobilità, dei trasporti, della logistica ci fa capire quanto sia ormai matura la consapevolezza che, attorno all’evoluzione di questo comparto, si gioca forse il pezzo più decisivo del rilancio dell’economia del Paese. Parliamo di un comparto trasversale e indispensabile all’industria manifatturiera, al turismo, all’agricoltura, all’edilizia, al rilancio dei consumi come alle grandi questioni di sicurezza energetica e approvvigionamento di materie prime del Paese. Non a caso ben quattro delle sei Missioni del Pnrr prevedono riforme o risorse per i nostri ambiti operativi di attività. Se si faranno tutte le riforme di cui stiamo parlando, se le nostre performance saranno in linea con l’UE, non avremo soltanto un moderno sistema logistico, avremo un Paese migliore e moderno”.

Parliamo di transizione digitale, ma anche di semplificazione.

“Il regolamento attuativo dello Sportello Unico Doganale e dei Controlli, dopo 5 anni è finalmente approdato in Consiglio dei Ministri, una storica richiesta di Confetra che, in linea potenziale, allinea il nostro sistema di controlli sulla merce ai modelli più performanti in chiave europea. Ora bisogna seriamente pensare  al software logistico: imprese e regole. Anche perché la ricchezza, il lavoro, i redditi sono prodotti dalle imprese non dalle gittate di cemento. Ed anche perché le transizioni Green e Digital dovranno viverle e realizzarle le imprese, non i moli o i piazzali. Alcune vicende, solo apparentemente minori, dimostrano che, senza una reale politica integrata per il trasporto e la logistica, non sarà possibile cogliere le sfide che ci aspettano”.

Confetra festeggia quest’anno i 75 anni di vita. Su quali direttrici si muoverà l’azione futura?

“La nostra è una storia di associazionismo sano, istituzionale, autorevole al servizio del Paese. Guardando avanti posso dire che le nostre imprese sono pronte a sostenere lo shift modale per integrare al meglio gomma e ferro, accrescendo la quota modale di quest’ultimo. Pronte a far propri gli obiettivi del Green New Deal e degli accordi di Parigi. Lo stesso per quanto riguarda la grande sfida della Via della Seta e della nuova Agenda delle relazioni Transatlantiche che l’Amministrazione Biden annuncia di voler porre in essere, superando l’odiosa stagione delle guerre commerciali e dei dazi. Per portare avanti questo programma ambizioso dobbiamo sentirci tutti parte di una stessa squadra, l’Italia, che vuole tornare a dire la propria - dal punto di vista produttivo, commerciale, logistico – nel Mondo”.


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