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NOVEMBRE 2021 PAG. 62 - Caffè Borbone, trasporto intermodale per ridurre CO2

 

 

Dopo una serie di test, portati a termine con successo diventa realtà l’utilizzo di trasporti alternativi per Caffè Borbone. Una scelta, quella del brand pioniere dell’espresso napoletano, dettata nel segno del risparmio, anche in fatto di emissione di CO2 nell’aria. Per spedire infatti i propri prodotti dal magazzino di Caivano, alle porte di Napoli, al Piemonte e in Lombardia, l’azienda sceglie di affiancare al classico trasferimento su gomma, quello su rotaia, sperimentando la metodologia di trasporto intermodale, impiegata per i carichi completi. Una “strada” alternativa che, oltre a far del bene al pianeta, è in linea con la volontà dell’azienda di ottimizzare i processi, rendendo l’attività sempre più sostenibile. “L’obiettivo è trasferire le casse mobili di caffè dal magazzino di Caivano fino all’interporto di Nola o di Marcianise, a seconda della disponibilità del vettore ferroviario, e da qui direttamente ad Orbassano in Piemonte e a Segrate in Lombardia, gli hub logistici più vicini ai nostri distributori-clienti per poi proseguire con i mezzi su gomma verso le destinazioni finali. Un trasporto bimodale che consente di risparmiare tempi di percorrenza nell’ottica della sostenibilità e di ridurre i costi delle fasi operative” commenta Luigi De Gregorio, responsabile supply chain di Caffè Borbone. A questo proposito, De Gregorio rileva che, volendo fare un confronto prendendo come riferimento le stesse distanze, il trasporto via gomma, genererebbe 54 kg di CO2 rispetto ai 16 kg prodotti via treno, con un risparmio del 67% nell’emissione di anidride carbonica. “Naturalmente – aggiunge - per l’estero l’azienda continuerà ad utilizzare navi, truck e aerei, mentre è ancora il trasporto su gomma a trainare le spedizioni in Italia verso la Gdo, il canale horeca e l’intera filiera dei grossisti.


Non solo caffè, è la macchina Didi Borbone l’ultima novità che strizza l’occhio alla sostenibilità.
Caffè Borbone continua a stupire i sostenitori del green con la cialda 100% amici della natura, dall’involucro smaltibile nella raccolta della carta. Il Consorzio Italiano Compostatori ne certifica il filtro in carta che rende la cialda smaltibile nell’umido e quindi compostabile. Aticelca -l’associazione dei tecnici cartari italiani - assicura la riciclabilità dell’involucro, mentre il sacchetto e il cartone sono certificati FSC® - marchio che garantisce la provenienza dei cartoni utilizzati, da foreste e filiere responsabili, sottoposte a rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


Ma le novità non sono finite in termini di sostenibilità. Il brand continua a puntare sulla cialda con la macchina espresso a cialde Didì Borbone, il sistema più ecologico per sorseggiare un buon caffè, che avvalora ancora una volta il claim: “Fai la scelta giusta per un mondo migliore” che promuove la sostenibilità come stile di vita quotidiano, da adottare in ogni gesto, anche il più piccolo, come quello di sorseggiare un buon caffè. Un chiaro segnale da parte dell’azienda, intenzionata a “spingere” la cialda: il sistema meno impattante da un punto di vista ambientale, caratterizzato da un metodo, che permette di avvicinarsi il più possibile all’espresso del bar. Un oggetto d’arredo, funzionale e soprattutto eco-friendly, in quanto supporta grandi carichi di lavoro pur mantenendo bassi i consumi grazie alla modalità “stand-by” e che più si avvicina all’espresso del bar. 


“Piccola nelle dimensioni grande nel gusto” è la Didì Borbone funzionante con cialde Ese, prodotta dall’azienda partenopea Didiesse in esclusiva per Caffè Borbone. Tra i certificati che attestano la qualità, la marcatura di conformità europea; Moca, relativa a materiali ed oggetti, che entrano in contatto con gli alimenti e il marchio di sicurezza Ccc, necessario per il mercato cinese. Tanti pregi che hanno consentito alla Didì di conseguire il Quality Award 2021, riconoscimento assegnato da 300 consumatori - giudici che hanno scelto le due macchine apprezzandone le molteplici qualità “al buio”, senza farsi influenzare dalla marca.

Eduardo Cagnazzi

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