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SETTEMBRE PAG. 33 - Haifa, inaugurato terminal costruito dalla cinese Sipg

 

 

Con una doppia cerimonia online, ad Haifa e a Shanghai, è stato ufficialmente inaugurato il nuovo terminal container della città portuale israeliana. La nuova infrastruttura è stata costruita principalmente da China Shanghai International Port Group (Sipg) e, ampiamente automatizzata, permetterà di operare su navi fino a 15mila TEU.

La costruzione del terminal è partita ufficialmente nel 2018 ed è stata pianificata in due fasi. La prima, quella appena completata, consiste in una banchina lunga 805,5 metri; la seconda prevede una struttura caratterizzata da una banchina di 715,7 metri. Nel maggio 2015, Israel Port Development and Assets Corporation ha sottoscritto a Tel Aviv un accordo con Sipg per una concessione di 25 anni, a partire dal 2021. 

Haifa è il polo israeliano del trasporto e dell’industria nonché un hub ferroviario lungo il Mar Mediterraneo mentre il suo porto, oltre a essere il più grande della nazione, è anche uno dei più estesi del Mediterraneo orientale.

L’operazione, insieme all’investimento di 930 milioni di dollari da parte di China Harbor, per il potenziamento del porto di Ashdod conferma la stretta relazioni di affari che vede protagonista da alcuni anni Cina e Israele non solo nel settore infrastrutturale e dei trasporti. Tanto da aver suscitato non pochi malumori presso il principale alleato di Tel Aviv. Il Dipartimento della Difesa USA ha infatti fortemente contestato l’intervento poiché lo stesso scalo di Haifa è utilizzato nelle operazioni della Marina americana all’interno del Mediterraneo.  

A favorire il dinamismo israeliano in tema portuale anche la recente normalizzazione dei rapporti tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein che aprono interessanti prospettive verso mercati niente affatto presidiati fino ad oggi e dalle grandi prospettive di crescita.

Pochi mesi fa il gruppo terminalista DP World di Dubai e l’israeliana Dover Tower, società di proprietà di Shlomi Fogel che è co-proprietario di Israel Shipyards e del porto di Eilat, hanno sottoscritto, proprio in quest’ottica, un Mou che prevede lo studio congiunto sulle opportunità di sviluppo dei legami commerciali tra i due paesi. Nello specifico DP World valuterà le possibilità di sviluppo dei porti e delle zone franche israeliane e l’istituzione di un servizio marittimo tra Eilat e Jebel Ali. Inoltre, la Drydocks World del gruppo DP World esplorerà le opportunità di business con la società cantieristica Israel Shipyards nell’ambito di una joint venture incaricata di sviluppare, realizzare e commercializzare prodotti dell’azienda navalmeccanica israeliana. DP World e Israel Shipyards costituiranno anche una joint venture che parteciperà alla gara per la privatizzazione delle altre aree del porto di Haifa.

Discorso simile anche per il rilancio del progetto della cosiddetta “Ferrovia della Pace” che punta a collegare la Baia di Haifa e il Golfo Persico, utilizzando l’Hejaz Railway, costruita nel 1908 per collegare Damasco a Medina per raggiungere, via Giordania, l’Arabia Saudita e l’Iraq.  

Nasce da questo contesto l’obiettivo del governo israeliano di rilanciare i suoi porti, rendendoli più efficienti e competitivi, attraverso una vasta operazione di privatizzazione. 

“L’apertura del terminal stimolerà la concorrenza tra i tre porti marittimi internazionali di Israele - Haifa, Ashdod e Eilat - che si sfideranno per migliorare e snellire il livello del servizio portuale in Israele, aiutare a soddisfare le esigenze dell’economia, assicurare la disponibilità di Israele a soddisfare le grandi navi e permettere di prepararsi ai cambiamenti che stanno avvenendo nel settore del commercio marittimo” ha spiegato Yitzhak Blumenthal, CEO della Israel Ports Company.

Intanto, per lo scalo di Haifa – base di partenza per le offerte formali da presentare entro il prossimo ottobre: circa 600 milioni di euro – sono in lizza gruppi provenienti da Israele, Europa, India ed Emirati Arabi Uniti.

 

 

 

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