Header Ads

LUGLIO 2021 PAG. 42 - Stop crociere a Venezia Si cercano soluzioni

 

 

Il Dl Grandi Navi a Venezia ha innescato, come prevedibile, una mole di commenti e prese di posizione che certamente si protrarranno nei prossimi mesi; d’altronde il tema presenta diverse angolazioni di approccio e il dibattito è durato alcuni anni, come sottolineato da Mario Mattioli, Presidente di Confitarma che ha affermato: “La decisione del Consiglio dei Ministri di ieri è la logica conclusione di un percorso avviato dieci anni fa. Tuttavia, gli operatori si sarebbero aspettati una diversa tempistica per poter impostare nuovi programmi, soprattutto in vista di una ripresa dopo oltre un anno di sostanziale fermo delle navi. 


Sarà importante quindi che i ristori annunciati siano adeguati alle esigenze degli operatori, considerando anche le difficoltà affrontate dal settore crocieristico e dal suo indotto a causa  delle restrizioni imposte per fronteggiare la pandemia da Covid19. In ogni caso, ribadisco la massima disponibilità di Confitarma e dell’armamento italiano a collaborare con il Governo per trovare le soluzioni migliori per tutte le parti coinvolte e soprattutto per tutelare la meravigliosa città di Venezia che tutto il mondo ci invidia. Ma, per poter assicurare un futuro sostenibile per le attività crocieristiche a Venezia, è indispensabile ed urgente un concreto coordinamento delle Istituzioni con gli operatori e con le Associazioni ed auspichiamo quindi che si possa presto convocare un tavolo di confronto. 


L’armamento italiano è fortemente impegnato nella sfida senza precedenti per la transizione ecologica. È un impegno da tempo assunto dai nostri armatori che comporta investimenti ingenti, come testimoniano le nuove unità recentemente entrate in esercizio, tra le quali anche quelle del Gruppo Costa, unica compagnia di crociera con navi battenti bandiera italiana che recentemente ha presentato il suo Manifesto per un turismo sostenibile e inclusivo che generi maggiore valore economico e sociale nelle destinazioni visitate dalle sue navi e, sicuramente, Venezia è in cima alla lista”.


Più incisivo Alessandro Santi, Presidente Federagenti, che ha posto l’accento sul problema lavoro, per la categoria e per tutto l’indotto veneziano: “Con un decreto è stato deciso l’azzeramento di un porto crociere, non un porto qualsiasi, quello di Venezia. Una decisione gravissima assunta all’insegna di un ‘politically correct’ internazionale che impatta su almeno 4.000 famiglie. E in prospettiva su altre 21.000. Venezia è finalmente un monumento sul mare, e continua il suo percorso verso la sua mortifica museizzazione. Per questo oggi le scriviamo.


I porti italiani, Presidente, sono avvisati: possono diventare monumento nazionale, con alta probabilità vista la storia che ci contraddistingue, e nel tempo di un decreto, sparire dalla carta dei traffici mondiali. E con il porto migliaia di famiglie che dal porto traggono il loro sostentamento: la sostenibilità sociale viene messa in secondo piano rispetto a quella ‘culturale’. Nessun dialogo o confronto ma scelte terribilmente impattanti e proposte nebulose di sostegni economici simil Covid: noi del porto siamo diversi.


Alla mancanza di scelte dei passati anni e dei precedenti governi della questione ‘grandi navi’ viene ora posta soluzione che rappresenta una drammatica discontinuità che non permette in nessuna maniera fasi di transizione e, in mancanza di ormeggi ancora disponibili e comunque sufficienti, obbliga immediatamente le compagnie a modificare itinerari e programmazione per i prossimi anni trovando nuovi porti di scalo, probabilmente non in Adriatico e forse neppure in Italia. Anche il naviglio di lusso viene penalizzato abbassando ulteriormente il limite imposto dal decreto Clini Passera da 40.000 a 25.000 tonnellate di stazza e introducendo ulteriori nuovi limiti dimensionali derivati da imprecisate analisi di rischio: un colpo mortale per il traffico crocieristico di alta gamma e che garantiva pernottamenti nei cinque stelle e laute spese nei negozi dell’area marciana. 


Dal mese di agosto, forse, vedremo una città migliore, dove i problemi, e non sono pochi, spariranno di colpo, almeno negli obiettivi del Governo e con il compiacimento dell’UNESCO e di molti ‘cittadini del mondo’: di certo, però, c’è che è stata decretata la morte delle crociere a Venezia e della cultura e professionalità, patrimonio di tante donne e uomini che, come fatto da tanti veneziani in questi anni, lasceranno la città per andare a fare i professionisti e i ‘cittadini’ in altri porti del mondo”.
Anche Assiterminal ha espresso viva preoccupazione per la modalità e i tempi con i quali il Governo Italiano ha inteso procedere nella decisione di delocalizzare il traffico croceristico a Venezia. “Il 12 luglio si assume una decisione che sarà praticata il 1 agosto dello stesso anno, tre settimane dopo, e tutto ciò agli albori della ripresa del turismo croceristico che, senza dubbio, è il più colpito dalla crisi pandemica.


Non si intendono discutere le ragioni politiche che conducono a ritenere non più compatibile la presenza delle navi per il Canale della Giudecca che sono condivisibili e condivise da tutti, anche dagli operatori portuali e crocieristici ma Venezia è stata e deve rimanere un home port fondamentale per il turismo croceristico mondiale e per l’Italia.


Venezia è stata e deve rimanere una meta fondamentale per il turismo croceristico mondiale e per l’Italia e deve quindi avere una struttura per l’accoglienza dei croceristi all’altezza della qualità e della rinomanza della città. Una struttura comparabile a quella che verrà dismessa con lo spostamento su Marghera. Una struttura che è stata oggetto di ingenti investimenti da parte della Regione Veneto e degli investitori privati in questi anni per ottenere standard qualitativi che la rendono unica nel Mediterraneo e eccellente nel mondo.


E’ stata fatta inoltre un’analisi sull’impatto dello spostamento dei traffici crocieristici sulle dinamiche dei traffici commerciali a servizio dell’industria del territorio e delle sue connessioni? E’ in discussione l’intero sistema industriale e logistico dell’area del Nord Est del Paese!


Dove sono il principio di proporzionalità e il rispetto dell’iniziativa economica (tutelato dalla Costituzione) non solo per l’operatore del terminal ma per tutto l’indotto che sostiene l’economia di un territorio: siamo a una nuova frontiera del reshoring della delocalizzazione del lavoro e del turismo?”
Per questo Assiterminal ritiene che una decisione di questa importanza, debba essere praticata nei tempi che consentano di non ferire ancora gli operatori croceristici di Venezia, i quali devono poter almeno concludere la stagione appena riavviata nella Stazione marittima operativa e con una chiarezza sulla localizzazione e sui fondi a disposizione per attrezzare un nuovo sito all’altezza, con la qualità di quello che si è deciso arbitrariamente di abbandonare.


“Occorre inoltre mediante confronto/dialogo, mettere in campo adeguate, tangibili e strutturali misure atte a garantire la sopravvivenza di operatori locali, lavoratori e famiglie che traggono sostentamento dall’attività crocieristica, pena l’irreversibile depauperamento economico e sociale di Venezia e della Regione veneta – sottolinea ancora Assiterminal - Chiediamo al Governo Italiano di proporre una road map della rilocalizzazione che tenga conto di TUTTE queste esigenze oggettive e dia chiarezza e certezza ad una attività che garantisce migliaia di posti di lavoro e contribuisce anche alla reputazione di Venezia nel mondo: noi ci siamo!”


Secondo Venezia Terminal Passeggeri viene di fatto cancella arbitrariamente la possibilità di utilizzo del terminal di Marittima in concessione a VTP fino al 2025 come bene strumentale al servizio di interesse generale volto alla movimentazione dei passeggeri nel porto di Venezia in capo alla Società. Stanti gli stringenti limiti indicati, infatti, praticamente quasi nessuna nave che scalava a Venezia potrà accedere alla Marittima, e quindi il Decreto di fatto cancella la concessione in modo unilaterale violando norme nazionali e comunitarie a tutela del concessionario.


“Tale decisione – afferma una nota stampa di VTP - di fatto cancella con un colpo di spugna uno dei più apprezzati porti crociere al mondo per livello di servizio, posticipando ad un tempo non ben definito lo spostamento delle attività crocieristiche a Marghera con il rischio concreto di porre la parola fine all’industria crocieristica veneziana con danni enormi sia da un punto di vista economico che occupazionale. È quanto mai difficile infatti che le compagnie di crociera una volta spostate le proprie navi in altri porti nazionali o peggio esteri, decidano di ricollocarle a Venezia a distanza di anni, per questo è urgente che venga fatta chiarezza sul percorso che porterà allo spostamento a Maghera di cui VTP studia la fattibilità da tempo e per cui ha già depositato proposte concrete che non hanno trovato ascolto”. 


“Negli ultimi 9 anni VTP, che vorrei ricordare è una Società dall’azionariato misto pubblico-privato, da una parte ha collaborato con tutti i Governi che si sono succeduti, e continua a farlo con il Governo in carica, per spostare le navi dal Canale della Giudecca presentando anche progetti concreti e studiando tecnicamente soluzioni ben al di là di quanto dovrebbe competere ad un concessionario. Dall’altra parte però vi sono anche le istanze e le aspettative dei soci di VTP e di tutti gli stakeholder coinvolti ovvero i lavoratori diretti ed indiretti nonché tutta la filiera delle società collegate alla crocieristica, di cui circa 200 venete, che vedono comunque venir meno i loro diritti e restano in attesa di certezze per il proprio futuro. Auspichiamo pertanto che il Governo prenda in considerazione queste istanze così come quelle promosse da chi è contrario alla crocieristica, valutando attentamente anche proposte già fatte quali ad esempio il Vittorio Emanuele che di fatto consentirebbe di mantenere viva la Marittima e con essa la sua eccellenza, senza destinarla viceversa inevitabilmente alla chiusura peraltro. Sarà appena il caso di ricordare che la finanza di progetto ai sensi dell’art.183 del Codice degli Appalti presentata dalla nostra Società ad ottobre 2019 agli enti competenti, prevedeva un investimento di poco superiore ai 30 milioni di euro per gli interventi manutentivi sul canale Vittorio Emanuele III in linea con il Piano Regolatore Portuale vigente con un progetto ad alta sostenibilità ambientale e che prevedeva la valorizzazione della Marittima su cui sono stati investiti 160 milioni di € di fondi pubblici e privati” ha dichiarato Fabrizio Spagna, Presidente di Venezia Terminal Passeggeri S.p.A. 


“Il danno che si va paventando con quando previsto dal Decreto Ministeriale è significativo, in quanto di fatto esclude anche le navi più piccole, quelle del settore del lusso a cui puntava tutto il territorio in quanto esempio principe di quel turismo di fascia alta e con altissimo potenziale di spesa che dal 1° agosto non potranno più arrivare alla Marittima. Il danno deve necessariamente tenere conto anche del fatto che il mercato non aspetta, ad oggi le interlocuzioni con le compagnie sono assidue, ma non è dato sapere ancora quali orientamenti prenderanno per il futuro degli itinerari e se essi comprenderanno o meno Marghera. Del resto come riportato peraltro nell’art.2 del Decreto, sarà necessario non solo sistemare le banchine, ma anche il Canale dei Petroli per far transitare le navi da crociera in sicurezza. Infatti come evidenziato nelle diverse campagne di simulazione condotte da VTP, dalla Capitaneria di Porto di Venezia, dai Piloti e dalle quattro maggiori compagnie crocieristiche del mondo, sul suddetto canale sono necessari interventi manutentivi in linea con il Piano Regolatore Portuale vigente. Di fatto sappiamo già per certo che Royal Caribbean Cruise Line e Norwegian Cruise Line, ci hanno comunicato la propria contrarierà a posizionare navi a Marghera in assenza di condizioni minime di sicurezza. A queste si dovranno aggiungere le navi di lusso che per ovvi motivi non hanno mai dato la propria disponibilità a spostarsi a Marghera, ad esempio Viking, Azamara, Silversea, Ritz Carlton solo per citare le più importanti. Tutto ciò comporterà una profonda revisione del piano industriale della Società alla luce del nuovo decreto e che verrà presentato al Governo al più presto insieme a quello in essere approvato di recente dal Consiglio di Amministrazione della Società.” ha dichiarato Galliano Di Marco, Direttore Generale di Venezia Terminal Passeggeri S.p.A.

Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.