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LUGLIO 2021 PAG. 40 - NEWS OBOR

 


 

BRI, boom di traffici nel primo semestre

Cresce il commercio tra la Cina e i paesi lungo la BRI nella prima meta di quest’anno. Stando ai dati della General Administration of Customs le importazioni e le esportazioni totali sono aumentate del 27,5% su base annua arrivando a 5.350 miliardi di yuan (circa 826 miliardi di dollari) nel periodo gennaio-giugno. Per quanto riguarda il volume del commercio, questo ha rappresentato il 29,6% del commercio estero totale della Cina nello stesso periodo, mentre la crescita è stata di 0,4 punti percentuali più veloce rispetto al ritmo generale. Nello specifico la GAC ha spiegato che le esportazioni cinesi verso i Paesi lungo la Belt and Road si sono espanse del 29,1% su base annua nel semestre, trainate da acciaio e prodotti automobilistici. Nel frattempo, le importazioni da queste nazioni sono salite del 25,6%, con quelle relative a petrolio greggio, prodotti agricoli e minerali metallici che hanno registrato una crescita costante. A contribuire in maniera notevole a questo sviluppo i servizi di treni merci Cina – Europa. Secondo China State Railway Group nel primo semestre sono stati gestiti 7.377 viaggi, con un aumento del 43% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Nel complesso il traffico ferroviario ha raggiunto 1,85 miliardi di tonnellate, con un incremento dell’8,9%. Il solo traffico containerizzato operato sulle linee internazionali fra Cina ed Europa è stato pari a circa 707mila TEU, con una crescita del 52%, raggiungendo 168 città in 23 nazioni europee. In questo quadro generale spiccano le performance dell’interporto di confine di Erenhot, nella regione autonoma della Mongolia Interna della Cina settentrionale che ha gestito oltre 1.200 viaggi in treno. Per la precisione attraverso la stazione sono passati 1.241 treni merci Cina-Europa, con una crescita rispetto allo stesso periodo del 2020 del 28,07%. Le importazioni principali trasportate dai treni hanno incluso la pasta di carta e i semi di lino, mentre le esportazioni hanno compreso principalmente ricambi auto, beni di prima necessità, elettrodomestici e prodotti fotovoltaici. In base alle cifre rilasciate dalla dogana il valore totale delle importazioni e delle esportazioni durante il periodo preso in esame ha raggiunto 2,61 miliardi di dollari, con un aumento del 59,57% su base annua. Ad oggi ben cinquanta rotte ferroviarie passano attraverso l’infrastruttura. La GAC prevede che nella seconda metà dell'anno, la crescita del commercio estero cinese potrebbe subire un rallentamento a causa di una base elevata dello scorso anno, ma mantenere sostanzialmente una rapida crescita per l’intero 2021.

Silk road disaster risk reduction, c’è anche il CNR

Dallo scenario della pandemia all’inquinamento, dai social network alle tecnologie quantistiche, dalle “guerre stellari” alla pianificazione demografica, dall’immigrazione in Italia alle relazioni tra ricercatori dei due Paesi. Sono i temi principali affrontati dall’ultimo numero monografico dell’Almanacco della Scienza del CNR dedicato alla Cina. Non manca un capitolo dedicato alla BRI, declinata rispetto alle occasioni offerte sotto l’aspetto della collaborazione scientifica. Le nuove direttrici disegnate dal progetto “toccano territori caratterizzati da significativi rischi geologici derivanti soprattutto da fenomeni franosi e terremoti”. “Si tratta di aree molto vaste che comprendono le catene dell’Himalaya e del Karakorum, tra le aree più attive del Pianeta”, spiega Alessandro Pasuto dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi) del CNR di Padova e co-responsabile scientifico del Sino-Italian laboratory on geological and hydrological hazards, uno dei laboratori congiunti nati dalla collaborazione tra il Cnr e la Chinese Academy of Sciences. La consapevolezza di agire su territori a rischio è alla base della costituzione di un gruppo di ricerca con il compito di analizzare e classificare i livelli di rischio legati a processi naturali (terremoti, inondazioni, siccità, precipitazioni, colate detritiche) lungo i corridoi che dovrebbero essere interessati dalle infrastrutture commerciali. Circa quaranta esperti provenienti da diverse realtà di ricerca di numerosi Paesi, prevalentemente asiatici, lavorano al “Silk road disaster risk reduction”, un progetto finanziato dalla Cinese Academy of Science e che entro il 2025 dovrà completare rilievi e monitoraggi, definendo le aree maggiormente suscettibili al dissesto e fornire soluzioni sostenibili per la mitigazione del rischio. “A Padova, stiamo lavorando in due ambiti diversi. Il primo a scala molto piccola, con l’analisi della suscettibilità al dissesto dell’Asia centro-meridionale, dove dovrebbe concentrarsi una parte rilevante delle infrastrutture di progetto. Questa analisi ha riguardato quattordici Paesi, per un'area di circa 24 milioni di km2, con una rete infrastrutturale principale già esistente di più di 7.3 milioni di km e prendendo in considerazione un dataset di più di 250.000 fenomeni franosi. Il secondo, a scala maggiore, lungo la cosiddetta Cpec (China-Pakistan Economic Corridor) che collega la città di Kashgar in Cina al porto di Gwadar in Pakistan, attraverso il passo del Khunjerab che con i suoi 4.693 m è il più alto transito asfaltato del mondo. In questo contesto la circolazione è spesso problematica e rischiosa a causa delle numerose frane che interessano la zona, ragion per cui stiamo studiando soluzioni di protezione con barriere flessibili per le colate detritiche e procedure di messa in sicurezza della popolazione in caso di allarme”.


 

 

 

 

 

 

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