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GIUGNO 2021 PAG. 18 - Circle, trasformazione digitale puntare sui servizi federativi

 

 

 «Quello che già funziona si integra, quello che manca si aggiunge. Non serve cambiare tutto in modo radicato. In un sistema a filiera ogni soggetto ha già dei pezzi del puzzle a disposizione, il tema è metterli in rete per accelerare tempi e risultati». La sfida della digitalizzazione secondo Luca Abatello, Ceo di Circle, azienda al centro dei processi di innovazione del cluster logistico italiano. A PORTO&interporto spiega cambiamenti in atto, nuovi paradigmi, prospettive nell’applicazione delle nuove tecnologie.

C’è un prima e un dopo pandemia. È cambiato l’approccio al tema della digitalizzazione?

Se prima c’era un numero non banale di aziende che considerava il processo almeno rinviabile la questione, oggi, riguarda principalmente le modalità con cui avviare il percorso. Dopo essersi trovati per quindici mesi nell’impossibilità di incontrarsi fisicamente e di scambiarsi i documenti la scelta è considerata ormai imprescindibile.

Il discorso vale anche per la controparte pubblica?

Generalmente si. Anche in questo settore c’è una maggiore consapevolezza in materia. Sta crescendo la propensione ad affrontare e impostare l’argomento, basti pensare al grande lavoro fatto in ambito doganale. Una ulteriore accelerazione credo arriverà con le riforme di tipo normativo correlate al PNRR che sono una parte integrante del Next Generation Ue.  

Sono cambiati anche gli strumenti per favorire la trasformazione digitale?

L’impostazione che abbiamo sposato da almeno due anni e mezzo a questa parte, di servizi federativi, sta riscontrando un grande interesse. Dai progetti strutturati sul modello “software and service” si è passati ai microservizi legati a specifiche esigenze. Domanda e offerta si stanno evolvendo verso un modello che riduce tempo e costi iniziali per usufruire della pura funzionalità.

Viene premiato il paradigma aziendale di Circle…

Puntare sui servizi federativi – con applicazioni indipendenti tra di loro, secondo la filosofia “prendo solo quello che mi serve” – anziché continuare a seguire la logica tradizionale delle applicazioni scritte ed erogate ci permette di interpretare al meglio l’evoluzione del mercato. Se un’azienda deve implementare il segmento doganale non ha senso riprogettare da zero tutto il sistema di gestione: basta aggiungere le funzionalità che servono. Il messaggio, rispetto al nuovo approccio, è che non serve un modello monolitico e totalizzante. Piuttosto soluzioni distintive e a valore aggiunto.

Quali sono in Italia le esperienze più caratterizzanti in tema di digitalizzazione?

I buoni esempi non mancano. Potrei citare il Port Community di Trieste, il sistema di gestione ferroviaria a La Spezia, lo stesso progetto europeo E-Bridge, cui partecipiamo, per l’implementazione della componente intermodale sull’ultimo miglio. A livello generale, lo sforzo dovrebbe essere concentrato verso la definizione di un paradigma per i processi da digitalizzare che tenga conto dei meccanismi di interoperabilità, della definizione dei data set delle modalità di scambio dei dati per avere linguaggio unico. Dopodiché ogni sistema andrebbe orientato verso ciò che è peculiare al singolo territorio, piuttosto che cercare soluzioni uniformi.  

Dopo la blockchain si parla molto di AI. Quali tecnologie caratterizzeranno il futuro?

Le tecnologie sono strumentali, vanno adattate agli scopi: nessuna in quanto tale risolve i problemi. Sul tema della smaterializzazione dei documenti non mi formalizzerei molto sul sistema da mettere in campo. Che si tratti di blockchain vera e propria o di una soluzione simile conta il risultato finale. Per il futuro credo che l’IOT, con l’abbassamento dei costi per i componenti, sarà sempre più applicato su larga scala. Sull’AI siamo ancora a livelli di prototipi ma le aspettative sono importanti. Applicazioni che stiamo sperimentando sulla scelta di soluzioni alternative applicate all’ultimo miglio ferroviario registrano risparmi dell’ordine del 15-20%. Per un sistema a filiera è un risultato più che positivo.  

Pregi e difetti della digitalizzazione in Italia?

A livello doganale è stato fatto un grande lavoro. Siamo tra i paesi più avanzati in Europa. Sulle documentazioni di trasporto e accompagnamento merce c’è ancora molto da fare. Specie nel settore ferro e strada. Non è un caso che all’interno del PNRR si tratti in modo specifico di CMR.

 

 Giovanni Grande

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