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MAGGIO 2021 PAG. 16 - Il ruolo dello shipping nella Eu Taxonomy


 

Al fine di promuovere gli investimenti sostenibili identificando le attività economiche maggiormente suscettibili di contribuire agli obiettivi ambientali europei è stata recentemente introdotta l’Eu Taxonomy Climate Delegated Act. Sistema di classificazione a disposizione di investitori e imprese il Taxonomy Regulation (regolamento UE 852/2020) riguarda anche le attività marittime che nel quadro di riferimento adottato dalla Commissione europea occupano un ruolo peculiare. Lo shipping, infatti, è stato inserito, dopo un lungo lavoro di mediazione tra i settori “transizionali”, ovvero tra quelli “che possono essere oggetto di revisione periodica dei criteri di screening tecnico”. 


A spiegarlo, nel corso di una videoconferenza che ha visto una discussione sul nuovo sistema di classificazione delle attività sostenibili tra rappresentanti di Confitarma, ABI e Rina, Fabrizio Vettosi, Vice presidente della Commissione Finanza e diritto d’impresa della confederazione degli armatori italiani.  


“L’applicazione della tassonomia al trasporto marittimo è molto complessa data la peculiarità di questo settore che, pur in presenza di evidenti attività dell’industria verso lo sviluppo sostenibile, è ancora al centro delle discussioni per la definizione green o brown a seconda del tipo di carico trasportato” ha sostenuto Vettosi, sottolineando le perplessità circa i criteri di classificazione attuali. 


“Considerare il carico come parte dell’attività marittima secondo i criteri della tassonomia potrebbe portare a conseguenze impreviste e negative, penalizzando i finanziamenti per l’industria marittima”. Non solo. “Sulla base del carico trasportato, oltre ad allontanare i finanziamenti per soluzioni innovative, potrebbe comportare il rischio di accelerare un trasferimento modale inefficiente”.
Dal punto di vista di ABI, al momento, “la tassonomia non impatta direttamente sull’attività creditizia delle banche, se non per l’attività di emissione di prodotti finanziari ‘green’ (es. green bond) con i quali vengono raccolte risorse da destinare a progetti green, per i quali può essere adottata la tassonomia per identificare le attività finanziate”. Tuttavia le banche dovranno “tener conto, come previsto dalle linee guida Eba, nel processo di erogazione e monitoraggio del credito i rischi derivanti dai fattori ambientali, sociali e di governance (cd. fattori ESG)”. “Per questo potranno anche considerare criteri o soglie proposte dalla tassonomia che possono risultare rilevanti per tale obiettivo. In particolare, sarà necessario instaurare un dialogo costante tra banche e imprese per raccogliere dati rilevanti al fine di valutare l’impatto del cambiamento climatico – in termini di rischi fisici, conseguenti ad esempio dall’innalzamento del livello del mare, e di transizione, derivanti dall’incertezza relativa alla velocità e alla tempistica del processo di transizione verso una economia low carbon – sulla capacità di rimborso dei finanziamenti”.


“Il momento storico che stiamo vivendo è sicuramente complesso e vede diverse iniziative volte al raggiungimento degli obiettivi globali in termini di decarbonizzazione”, ha affermato Marta Ponis, direttore tecnico Nord Europa Marine di RINA. “L’IMO è prossima all’adozione di nuovi emendamenti MARPOL e l’Ue sta presentando revisioni con incrementi percentuali di riduzione della CO2. Ad aprile è stata definita la normativa Europea per la Tassonomia e, nel contempo, sono nati accordi privati per i finanziamenti come il Poseidon Principles. In questo contesto in continua evoluzione, il RINA è in prima linea per identificare e sviluppare design avveniristici, tecnologie e normative in ottica “zero emissioni”, guidando progetti innovativi che comprendano l’ammoniaca e l’idrogeno come combustibili”. 


Contemporaneamente sarà necessaria una pianificazione efficace della transizione dai combustibili fossili a quelli a zero emissioni. “Diventa sempre più importante, infatti, validare tecnicamente i passaggi per migliorare le prestazioni in termini di emissioni CO2 delle navi esistenti e noi lavoriamo per supportare il mondo armatoriale nell’implementazione dei requisiti IMO, oltre che nell’identificazione delle soluzioni per ottemperare alle indicazioni del regolamento UE 852/2020 sul sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili”.

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