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APRILE 2021 PAG. 43 - BFA, cresce il peso globale dell’economia asiatica


 

 Il tasso di crescita dell’economia asiatica nel 2021 dovrebbe raggiungere almeno il 6,5% e l’Asia dovrebbe essere un motore importante per la ripresa globale sostenibile. È quanto si evince dalle relazioni pubblicate dal Boao Forum for Asia (BFA), organizzazione internazionale no-profit fondata nel 2001 che si impegna a promuovere l’integrazione economica regionale e ad avvicinare i Paesi asiatici ai loro obiettivi di sviluppo. Secondo il report intitolato “Asian Economic Outlook and Integration Progress”, che cita i dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la previsione rappresenta un importante balzo in avanti rispetto alle perdite dell’anno precedente (-1,7%) con l’Asia meridionale sugli scudi con una stima di crescita pari al 9,7%. Tra i fattori trainanti l’efficace controllo dell’epidemia e la regolare ripresa della produzione e del lavoro in Cina e nella Repubblica di Corea. In questo contesto l’economia asiatica assumerà una quota crescente del Pil mondiale, tanto che a parità di potere d’acquisto, rappresenterà il 47,9% del totale mondiale, rispetto al 45,3% registrato nel 2017. Inoltre, secondo il rapporto, nonostante l’impatto della pandemia da Covid-19, la produzione asiatica è riuscita a modulare meglio la sua offerta con l’introduzione di nuove misure per promuovere il commercio digitale, avanzando nella costruzione delle relative infrastrutture e protocolli per la cooperazione digitale in questo settore. La cooperazione economica e commerciale tra i Paesi asiatici ha continuato a rafforzarsi, tanto che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio a supporto della relazione, fino a febbraio 2021 erano in vigore 186 accordi commerciali regionali, pari al 54,9% del totale globale. Spicca tra questo la firma del Partenariato Economico Globale Regionale nel novembre dello scorso anno che ha accelerato ulteriormente l’integrazione economica asiatica, anche se nel 2021 la pandemia rimarrà la variabile principale ad avere un impatto diretto sul suo rendimento complessivo. Un altro rapporto, anch’esso pubblicato dal BFA, ha identificato i deficit sanitari, infrastrutturali, ecologici e digitali come i principali fattori che limitano la ripresa sostenibile del continente. 


Belt and Road Exhibition in versione digitale
Oltre settanta relatori e panelist, quindici conferenze e tavole rotonde, ventidue endorsement tra enti, istituzioni e Camere di Commercio Miste che operano nei Paesi della Via della Seta e nei settori della cultura, del turismo e del lifestyle. Questi i numeri dell’edizione 2021 della “Belt and Road Exhibition”, manifestazione promossa dall’Istituto Italiano Obor, dedicata ai rapporti commerciali tra Italia e Asia e rivolta ad aziende e istituzioni interessate alle opportunità di interscambio culturale e commerciale con i Paesi asiatici. L’appuntamento si è svolto in una speciale versione digitale, attraverso uno specifico spazio virtuale (briexhibition.org) con momenti di incontro e confronto, sia commerciale che culturale, conferenze e workshop, una sala espositiva virtuale e incontri B2B. “L’evento ha riscontrato grande interesse a tutti i livelli, segno che le imprese, nonostante il difficile momento storico, hanno una gran voglia di ripartire riaffacciandosi sul mercato internazionale,” ha affermato il Presidente dell’Istituto Italiano Obor Michele De Gasperis. “Molte di queste tematiche lanciate continueranno ad essere approfondite sui nostri mezzi di comunicazione e saranno propedeutiche al prossimo evento che stiamo già programmando per il 2022”. La manifestazione si è conclusa con l’assegnazione del ‘Belt and Road Award’ a diverse realtà che si sono distinte nella promozione del dialogo interculturale. Tra queste, la Regione Toscana, ospite d’onore della manifestazione e l’Università Internazionale per la Pace, collegata alle Nazioni Unite, “per aver avuto la lungimiranza di istituire un dipartimento dedicato alla Belt and Road”. Tra gli attori internazionali che hanno preso parte all’evento, EY, leader mondiale in consulenza e in servizi professionali per le aziende. “Il Covid-19 ha reso più difficile viaggiare e incontrarsi, ma non ha fermato gli investimenti di aziende italiane in Cina,” ha sottolineato Alessia Pastori, Associate Partner China Desk Leader dell’area Tax&Law di EY. “La pandemia e la chiusura delle frontiere hanno ulteriormente accentuato l’importanza dell’online e dell’e-commerce (i consumatori della Gen Z in Cina sono più abituati a esperienze di shopping omnichannel rispetto ad altri Paesi) ma la distanza rende necessario uno studio ancora più attento delle dinamiche del mercato online che permetta di gestire i rischi normativi e logistici per poterne sfruttare al meglio le opportunità. Gli scambi tra Italia e Cina si evolvono, ma non si fermano”.

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