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MARZO 2021 PAG. 46 - NEWS ADSP



 

ZLS “porto e retroporto di Genova”, firmata una nota congiunta

Il Presidente di AdSP Paolo Emilio Signorini, il Commissario Straordinario Marco Bucci e il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti hanno firmato una nota per sollecitare l’istituzione del Comitato di Indirizzo e dare avvio, quindi, all’operatività della Zona Logistica Semplificata (ZLS) istituita con la legge 130/2018. Il documento, che potrebbe essere posto fin da subito all’attenzione del Comitato di Indirizzo per l’approvazione e quindi l’avvio operativo della ZLS, rappresenta la sintesi del dialogo tra gli attori locali e territoriali. I contenuti del Piano sono già stati armonizzati nell’ambito della Pianificazione di Sistema che sta per essere finalizzata con l’approvazione del Documento di Pianificazione Strategica. La Zona Logistica Semplificata produrrebbe benefici in termini di semplificazioni e agevolazioni, con particolare rifermento allo snellimento delle procedure e all’autorizzazione unica. Inoltre, è un’occasione per attivare iniziative di marketing che abbiano come obiettivo anche la riqualificazione delle aree portuali e urbane attraverso servizi ad alto valore aggiunto, la transizione al digitale e nuove tecnologie, e la sostenibilità sociale e ambientale delle attività logistiche e produttive.

Liguria Occidentale, i traffici di gennaio

Il traffico commerciale nei porti del sistema nel mese di gennaio 2021 ha fatto registrare una movimentazione complessiva pari a 5.029.731 tonnellate, -6,3% rispetto allo stesso mese del 2020 (pre-pandemia). Il traffico convenzionale si assesta poco al di sotto dei volumi di gennaio 2020 (1.045.252 tonnellate vs 1.084.638). Migliorano i traffici dry bulk (+6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) mentre le rinfuse liquide chiudono il mese in netto calo (-14,9%). Il settore dei passeggeri manifesta nuovamente una situazione di criticità, registrando un -98,2% nel comparto delle crociere, a causa delle misure restrittive legate agli spostamenti sul territorio che hanno costretto le compagnie a interrompere l’operatività.

Superstrada Savona – Vado, al via i lavori

Al via i lavori di rifacimento della superstrada Savona-Vado. Il costo dell’intervento, pari a 11,1 milioni di Euro è totalmente a carico dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale. Il progetto è stato redatto dallo Studio Tecnico Goso, sulla scorta dello Studio di Fattibilità tecnico-economica redatto dalla Società SINA per conto della Autostrada dei Fiori spa. La Provincia di Savona in funzione del proprio ruolo di Ente di area vasta e in ragione della valenza intercomunale dell’intervento su mandato dei Comuni interessati ha provveduto ad affidare i lavori al RTI IRES Infrastrutture e Restauri Srl, l’incarico di direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione al RTI GE Granda Engineering Srl e l’incarico per il collaudo tecnico amministrativo funzionale in corso d’opera, statico e di revisione contabile dell’intervento all’ing Elisabetta Berruti. Conclusi gli adempimenti formali, con la consegna dei lavori potrà essere avviata la prima fase dell’opera. Il costo complessivo dell’intervento, che ammonta a 11,1 milioni di Euro, di cui 8,3 milioni di euro relativi a oneri di sicurezza, è interamente coperto dall’AdSP e migliorerà notevolmente la viabilità di una arteria di collegamento particolarmente strategica per il porto e il retroporto di Vado in attesa della realizzazione del nuovo casello autostradale di Bossarino. Il rifacimento della strada a scorrimento Savona-Vado Ligure, che collega l’attuale svincolo autostradale di Savona con la città di Vado Ligure,  rientra nella revisione dell’accordo di programma siglato nel 2008, effettuata nel 2017. L’opera rappresenta un tassello importante nel complesso di opere e collegamenti logistici con il porto. Il risultato presentato oggi è frutto di una sinergia importante tra tutti gli enti coinvolti.

Civitavecchia, parte il progetto YEP MED

Primo incontro ufficiale con gli stakeholder per il progetto YEP MED che mira a sviluppare, attraverso percorsi di formazione professionale altamente specialistici, le competenze nei settori della logistica e dell’intermodalità nei Paesi partner del progetto al fine di agevolare lo sviluppo e la promozione di nuove Autostrade del Mare che colleghino le sponde Nord e Sud del Mediterraneo. Tra i protagonisti del progetto, per il quale nei mesi scorsi l’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale si è aggiudicata circa 3 milioni di euro a fondo perduto da parte dell’Unione Europea, anche la Escola Europea – Intermodal Transport, la Camera di Commercio di Beirut e le Autorità Portuali di Barcellona, Marsiglia, Valencia, Tunisi, Damietta e Aqaba.  Il prossimo appuntamento prevede la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra l’Authority e gli operatori portuali, le associazioni e le istituzioni che vorranno condividere il progetto, per definire una strategia comune finalizzata allo sviluppo di quelle professionalità che contribuiranno ad una maggiore competitività del network portuale laziale.

Tre Seabin Project per Darsena Portosalvo di Gaeta

Grazie ad un finanziamento europeo che la Regione Lazio ha gestito e concesso, l’Adsp del Mar Tirreno settentrionale ha concluso l’iter di gara per favorire ulteriormente la sostenibilità ambientale e promuovere la sicurezza degli operatori impegnati in un luogo caratteristico della città storicamente a servizio della marineria di Gaeta. Il progetto si articola in due fasi: la più importante ed innovativa riguarda la fornitura e l’installazione di tre raccoglitori di rifiuti galleggianti con un brevetto australiano, denominati “Seabin Project”, in altrettanti punti di maggiore affluenza dei rifiuti all’interno della darsena di Porto Salvo. Questi dispositivi, che hanno ottenuto dall’Adsp importanti riscontri in termini di funzionalità e sostenibilità ambientale anche all’interno del porto canale di Fiumicino, sono costituiti da un cesto raccoglitore immerso nell’acqua che cattura i rifiuti galleggianti di piccolo taglio (da 0 a 60 centimetri) e le microplastiche sino a 2 millimetri. Questa pattumiera galleggiante ed automatizzata è dotata di un filtro separatore che ripulisce l’acqua rimessa in mare e di un sacchetto che, una volta riempito, dovrà essere svuotato dalla ditta concessionaria dell’Adsp per il successivo avvio a discarica del contenuto. Questi impianti inoltre hanno un inesistente impatto ambientale e hanno soprattutto la capacità di assorbire idrocarburi dispersi in galleggiamento ripulendo di fatto lo specchio acqueo della darsena Porto Salvo di Gaeta. L’installazione dei tre “Seabin Project” segue un altro intervento promosso ed appaltato dall’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale, quello della pulizia dei fondali antistanti la banchina di riva e del molo di sopraflutto della stessa darsena.

Mercato ittico di Gaeta, insediata commissione dell’AdSP

Si è insediata presso la filiale di Gaeta dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro settentrionale, la speciale Commissione tecnica istituita per valutare le diverse richieste finalizzate a beneficiare delle concessioni demaniali per la gestione nei prossimi quattro anni degli stalli ricavati all’interno del nuovo mercato del pesce in località Porto Salvo. Per i rimanenti 10 spazi, sono pervenute 12 richieste, un numero di gran lunga superiore a quello dei bandi precedenti, a testimonianza dell’interesse e della validità che ha ottenuto questa volta il quarto bando pubblico espletato dall’AdSP.  Hanno partecipato esclusivamente sette operatori del dismesso e storico mercato nella vicina via Lungomare Caboto che, interessati ora a riqualificare la propria attività commerciale, confidano molto nel ruolo strategico che potrebbe svolgere il mercato del pesce al coperto realizzato nel sito del cantiere navale ex Canaga. La Commissione sarà chiamata a stilare una graduatoria provvisoria e, prima del rilascio delle concessioni demaniali previste dal Codice della navigazione e dal suo regolamento attuativo, dovrà verificare anche le posizioni contributive e fiscali delle singole proposte così come prevede la normativa vigente. Questo adempimento segue di alcuni giorni l’ordinanza del TAR del Lazio che, in ordine allo svolgimento del precedente bando pubblico espletato per l’assegnazione degli spazi vendita all’interno del nuovo mercato ittico di Gaeta, aveva ribadito l’assoluta legittimità dell’azione amministrativa dell’Autorità di Sistema Portuale.

Civitavecchia punta alla prima “Hydrogen Valley” portuale italiana

L’Adsp del Mar Tirreno Centro Settentrionale è uno dei partner del progetto europeo “LIFE3H”, coordinato dalla Regione Abruzzo. Il progetto, dal valore complessivo di 6,5 milioni di euro, è assolutamente strategico e innovativo in quanto è il primo progetto italiano sulle Hydrogen Valley nonché il primo progetto di mobilità a idrogeno del centro Italia. LIFE3H è già stato valutato positivamente al primo step lo scorso ottobre ed ha l’obiettivo di porre le premesse per lo sviluppo di tre Hydrogen Valley (siti di produzione, stoccaggio e utilizzo di idrogeno integrato), attraverso dimostrativi di trasporto pubblico ad idrogeno (principalmente da risulta dell’acciaieria di Terni e dell’impianto di cloro soda abruzzese di Chimica Bussi) e relative stazioni di rifornimento in tre aree con caratteristiche diverse:  area montana/parco rappresentata dall'Altopiano delle Rocche in Abruzzo;  la città di Terni, centro urbano caratterizzato dalla presenza delle acciaierie e da problemi di qualità dell’aria; e un’area marina e portuale come appunto Civitavecchia. LIFE3H mira ad integrare le tre valli in uno sviluppo coordinato in grado di condividere sia le migliori pratiche che le infrastrutture e prevede l’implementazione di progetti dimostrativi e pilota in Italia coinvolgendo imprese, università ed esperti locali nella filiera idrogeno, avviando dunque una nuova e più qualificata formazione e integrazione dei settori pubblico, privato e accademico. Di conseguenza, potrà avere una ricaduta diretta sulle imprese (specializzazione di settore, formazione del personale), formazione e ricerca universitaria (finanziamento borse di studio, assegni di ricerca) e sulla pubblica amministrazione (rafforzamento idrogeno e dunque nuove tecnologie nelle strategie regionali, piani, programmi, ecc.) con una conseguente crescita integrata di tutto il territorio nazionale. Oltre all'Adsp, i partner coordinati dalla Regione Abruzzo sono Comune di Terni, Port Mobility Spa, SNAM, Rampini Spa, TUA Trasporto Unico Abruzzese, Uneed.IT, Chimica Bussi, CITRAMS, Università di Perugia e Università Marconi. 

AdSP Mar Tirreno Centrale, completato il Comitato di Gestione

Entra nel vivo l’attività dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale guidata dal Presidente Andrea Annunziata. È stata, infatti, completata la nomina dei componenti del Comitato di Gestione dei porti campani. È arrivata la nomina da parte del Comune di Salerno del proprio rappresentante nella persona del professor Antonio Garofalo, pro-rettore dell’Università Parthenope. La città metropolitana di Napoli aveva già indicato il professore Mario Calabrese come nuovo componente del comitato, mentre era stato già confermato dalla Regione Campania la nomina dell’ingegnere Luigi Iavarone. Il Comitato di Gestione è presieduto da Andrea Annunziata, dai tre componenti nominati rispettivamente da Città metropolitana di Napoli, Regione Campania, Comune di Salerno e dai Comandanti dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Il Comitato di Gestione si occupa tra l’altro di approvare il Piano operativo Triennale, di adottare il piano regolatore portuale e di deliberare, su proposta del Presidente, sulle principali questioni che riguardano l’assetto dei tre porti. Il prossimo passo sarà la nomina del Segretario Generale.

Cagliari, avviata la demolizione del Silos di Riva Ponente

Con la prima “volata” è partita ufficialmente la demolizione del Silos di Riva di Ponente a Cagliari. Per conto del Consorzio Pangea, aggiudicatario dell’appalto per poco più di 1 milione di euro, la ditta Deton Srl ha fatto brillare la prima parte del fabbricato realizzato, nei primi anni 70, dall’allora Consorzio Agrario della Provincia di Cagliari e reso inagibile, con ordinanza dei Vigili del Fuoco e dell’Autorità portuale di Cagliari, dal lontano 2011. Il corpo interessato in questa prima fase di demolizione (le altre due proseguiranno nelle prossime settimane) è quello della torre servizi, alta 54,40 metri ed un tempo adibita agli elevatori per il sollevamento dei cereali. A generare il rapido collasso della struttura, intorno alle 14.05, la detonazione di 40 chilogrammi di esplosivo dislocati in più punti del plesso, la cui caduta è stata attutita da appositi vasconi di 60 metri di lunghezza disposti lungo tutto il perimetro dei silos. Contestualmente, con il brillamento di piccole microcariche sistemate nelle vasche, è stato indotto l’innalzamento di un muro d’acqua nebulizzata, alto 40 metri, per contenere la propagazione delle polveri derivanti dall’impatto a terra della porzione di fabbricato. Un primo step che, al di là del lato meramente spettacolare, ha richiesto un lungo periodo di progettazione, studi, simulazioni, conferenze di servizi per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni, numerosi interventi per lo smontaggio delle parti mobili e delle strutture accessorie e, non ultimo, un notevole esborso da parte dell’Ente per la demolizione e la riqualificazione dell’area. Ma anche un lavoro di tre anni e mezzo, nel corso dei quali, l’AdSP, dopo aver sospeso l’abbattimento del fabbricato stabilito dall’ex Autorità Portuale di Cagliari nella primavera del 2017, ha condotto diverse sollecitazioni di mercato per attrarre potenziali investitori interessati a riqualificare il fabbricato in chiave turistico ricreativa, sulla scia di quanto avvenuto in passato nelle principali città portuali europee ed oltreoceano. Proposte la cui mancata formalizzazione ha riattivato il processo di demolizione che, da oggi, proseguirà per alcune settimane con altre due volate, lo sgombero delle aree ed il ripristino dei piazzali.

Grendi ottiene art.16 a Olbia

La Grendi Trasporti Marittimi potrà ufficialmente operare come impresa nel porto di Olbia. È quanto stabilito nel corso del Comitato di Gestione dell’AdSP del Mare di Sardegna del 25 febbraio 2021, che, dopo l’unanime via libera della Commissione Consultiva del mese di gennaio e la valutazione in Organismo di Partenariato della Risorsa Mare, ha espresso parere favorevole al rilascio dell’autorizzazione, ex art. 16 della legge 84/94, allo svolgimento di operazioni portuali – in conto proprio ed in conto terzi. Lo scalo di Olbia – Cocciani sarà, quindi, inserito trisettimanalmente come tappa intermedia nella rotta tra Cagliari e Marina di Carrara e, una volta, ottenuta la concessione demaniale ex art. 18 per spazi non banchinali – ma comunque indispensabili per la realizzazione e la gestione di opere funzionali alle operazioni delle navi – si strutturerà, almeno per i prossimi 4 anni, come hub del gruppo armatoriale nel nord dell’Isola.

Due avvisi pubblici dall’AdSP dello Stretto 

Sono stati pubblicati gli avvisi per le manifestazioni di interesse relative all’affidamento di due studi di fattibilità tecnico ed economica: il primo è relativo all’elettrificazione delle banchine dei porti dell’AdSP dello Stretto; il secondo, invece, concerne l’individuazione della miglior localizzazione e soluzione realizzativa per un deposito costiero di LNG (Gas Naturale Liquefatto).

Evento conclusivo per Destination Make! Taranto

Si è tenuto l’evento conclusivo del progetto Destination Make! Taranto, lanciato a ottobre 2020 dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio in collaborazione con Destination Makers, società di marketing territoriale. L’evento, apertosi con una la presentazione di un executive summary della strategia di Marketing elaborata per Taranto come destinazione crocieristica e creativo-culturale, è proseguito con il Demo Day, momento che ha reso protagonisti i team candidati ad Hack for Destination Taranto, percorso di accelerazione per start-up avviato dall’Autorità di Sistema con Destination Makers e Onde Alte, società di civic hackathon. La strategia di marketing di destinazione parte da una visione della città-porto di Taranto come “laboratorio di bellezza” e traccia il percorso per il rilancio del territorio come destinazione turistico-crocieristica, articolandolo una serie di obiettivi strategici e altrettante azioni di marketing e management. Una giuria ha selezionato 4 progetti che beneficeranno di uno speciale percorso di accompagnamento all’accesso alle opportunità di Invitalia: Bikes – Kilometri di Storie ed Esplorazioni in Bici (la prima ciclostazione a Taranto che offrirà escursioni alla scoperta del territorio e della sua storia combinando ciclismo, walking e trekking); Egeria – la casa delle viandanti (struttura ricettiva con servizi rivolti alla nicchia del mercato femminile di solo travellers alla ricerca di esperienze trasformative a contatto con la natura e con le tradizioni); Marina Coliving – nuova vita al mare (progetto fortemente caratterizzato dalla valorizzazione della comunità locale e della cultura del mare che immagina una spazio per il co-living e il co-working rivolto a digital nomads, smart workers e lavoratori freelance); Slab - un’oasi nel contesto urbano (start-up che ha disegnato un concept di piattaforma galleggiante che unisce la coltivazione idroponica e la ristorazione a km 0 in un’ottica di turismo sostenibile).

Istituita la ZFD di Brindisi

Il direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM) Marcello Minenna ha approvato la perimetrazione della Zona Franca Doganale Interclusa (ZFD) di Brindisi, situata nella zona industriale retro portuale, in alcune aree di Brindisi Nord retrostanti la banchina di Costa Morena, come candidata dal Comitato di Indirizzo della Zona Economica Speciale (ZES) adriatica. Si conclude così, in tempi rapidissimi, il lavoro sinergico svolto da Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed Enel per l’istituzione, dopo Capobianco, della seconda Zona Franca Doganale a Brindisi, in un’area di circa 200.000 metri quadrati, già infrastrutturata e pronta per ricevere nuovi investimenti produttivi che sostengano i livelli occupazionali dell’indotto, creando ulteriori opportunità di crescita e di sviluppo. Sono stati individuati ampi spazi strategici non più utili all’attuale configurazione energetica, funzionali alla realizzazione di attività di deposito e logistiche nell’ambito della ZFD. Un processo ispirato a principi di sostenibilità che non comporterà alcun impatto ambientale, atteso che saranno convertite a nuova vita strutture già esistenti, e che valorizzerà competenze e asset già attivi e proficui, applicando i principi cardine dell’economia circolare.

AdSP MAM, fondi potenziali per 750 milioni

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ha ottenuto l’ammissione a finanziamento di fondi assegnati (in taluni casi con riserva) per una somma  complessiva di 750 milioni di euro (comprensivi dei 200 milioni già assegnati per la camionale di Bari e almeno 50 in corso di esecuzione) per finanziare un parco progetti finalizzato a rivoluzionare l’assetto funzionale e organizzativo dei cinque porti del sistema, a rendere gli scali competitivi ed evoluti e ad indirizzarli in una logica market oriented. Il parco progetti spazia in maniera dinamica e complessa su diverse fonti di finanziamento che in maniera sintetica si elencano di seguito. Per tutti e cinque i porti, attraverso il PAC Programma di azione e coesione 2014-2020, si prevede  l’evoluzione della piattaforma GAIA a supporto della interoperabilità con il sistema logistico regionale, nazionale e globale (assegnazione provvisoria).

Cresce il traffico di tir e semirimorchi a Brindisi

Il traffico commerciale nel porto di Brindisi continua a registrare una crescita costante e importante, in particolare nel numero di TIR e semirimorchi. Le statistiche relative ai traffici nel mese di febbraio 2021, infatti, consolidano e irrobustiscono il trend di crescita intrapreso dallo scalo adriatico, nonostante il processo di decarbonizzazione avviato nella centrale Enel, la pandemia ancora in corso e le conseguenti limitazioni negli spostamenti. In raffronto con lo stesso periodo del 2019, considerata l’anomalia rappresentata dal 2020, risulta particolarmente significativo il dato relativo alla movimentazione di rimorchi e semirimorchi: nel mese di febbraio, infatti, si registra un aumento del +23,5% (sono transitati da Brindisi 10.743 mezzi). La differenza rispetto allo stesso periodo del 2020 è +17,3%. Nel bimestre gennaio-febbraio 2021 sono passati oltre 4.235 mezzi pesanti in più rispetto all’analogo periodo del 2019. Il trend positivo, rispetto al 2019, riguarda anche le tonnellate totali delle merci movimentate: +12,6% (di cui +5,1% le rinfuse liquide, +13,2% le rinfuse solide); e gli accosti che crescono del +5,1%. Continua, infatti, la crescita nella movimentazione delle merci in colli: +19,3% (nello scorso mese sono state movimentate 192.822 tonnellate). Rispetto allo stesso mese del 2020 l’aumento è del 12,0%. Le uniche flessioni sono registrate nel settore crocieristico (le crociere sono ancora ferme per via del Covid) e passeggeri -38% (nello stesso periodo del 2020 era -46%) per effetto delle forti limitazioni ancora in atto negli spostamenti.

Risultati postivi per Manfredonia

Il traffico commerciale nel porto di Manfredonia continua a registrare una crescita costante e importante, sia nei flussi delle merci sia  nel  numero degli accosti. Il trend di crescita intrapreso dallo scalo sipontino viene corroborato dalle statistiche relative al mese di febbraio 2021, nonostante la pandemia ancora in corso e le conseguenti limitazioni negli spostamenti, confermando Manfredonia snodo nevralgico e  strategico  nella rete logistica nazionale. In raffronto con lo stesso periodo del 2019, considerata l’anomalia rappresentata dal 2020, risulta particolarmente significativo il dato relativo ai flussi delle merci in colli: + 140,1%. Più in generale, aumentano in maniera significativa le tonnellate totali delle merci: +57,2% (nel bimestre gennaio febbraio 2021 sono state movimentate 132.659 tonnellate totali, contro le 84.370 del 2019); di cui: +6,2% le rinfuse liquide; +64,8% le rinfuse solide. Rilevante, anche, la crescita del numero degli accosti: +57,9%(30 nel bimestre 2021 contro i 19 del 2019). Nel solo mese di febbraio 2021, nello scalo sipontino, sono state movimentate 65.027 tonnellate di merci, quasi il doppio rispetto il 2020 (33.538) e in netta crescita rispetto alle 46.297 del 2019.

Pesaro, protocollo per la raccolta dei rifiuti

È stata firmata una convenzione tra Capitaneria di Porto, Regione Marche, Comune di Pesaro e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, per la gestione nel porto di Pesaro dei rifiuti accidentalmente rinvenuti in mare. Il documento prevede un processo per la raccolta e la gestione dei rifiuti raccolti in mare, al fine di promuovere una corretta politica di salvaguardia dell’ambiente marino, sviluppando un sistema integrato per la gestione dei rifiuti abbandonati in mare secondo le logiche sancite dalla vigente legislazione nazionale e comunitaria. Inoltre, acquisire esperienze e conoscenze specifiche utili a definire e consolidare un adeguato modello di prassi comportamentali riguardo alla gestione di questa tipologia di rifiuti e «promuovere una diffusa coscienza ambientale e comportamenti virtuosi dei locali operatori marittimi, nonché della popolazione in merito alla corretta gestione dei rifiuti ed al rispetto dell’ambiente».   

Trieste, accordo per la riqualificazione di Porto Vecchio

Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino, hanno sottoscritto oggi l’Accordo di Programma per la riqualificazione e lo sviluppo del Porto Vecchio di Trieste. I contenuti del documento sono stati presentati pubblicamente nel pomeriggio nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Centrale Idrodinamica dell’antico scalo giuliano. La firma dell’Accordo di Programma giunge al termine di un confronto approfondito tra le parti, iniziato nel 2015, volto a contemperare le esigenze di ciascuna Istituzione, data la attuale posizione del Porto Vecchio in area comunale, la significativa predisposizione del sito allo sviluppo di attività portuali e gli interessi strategici regionali sul futuro dell’area. L’Accordo, che permetterà la rigenerazione urbana di una vasta area del capoluogo regionale, distingue infatti l’attuale “Ambito del Porto Vecchio di Trieste” in due sotto ambiti: uno denominato “dei sistemi insediativi di supporto regionale” corrispondente alle aree sdemanializzate e assegnate al patrimonio del Comune di Trieste per essere valorizzate e l’altro, definito “delle attrezzature portuali di interesse regionale” che corrisponde alle banchine, l’Adriaterminal e la fascia costiera, che permane di proprietà demaniale, assegnata in gestione all’Autorità di Sistema Portuale. Inoltre, l’odierno accordo tra Regione, Comune e Porto prevede la fondazione del Consorzio per la valorizzazione del Porto Vecchio “URSUS” (Urban Sustainable System), struttura dedicata a curarne la trasformazione e la valorizzazione, nonché la gestione nel corso del tempo. L’ente di diritto pubblico economico gestirà infatti le operazioni di vendita degli immobili siti nell’area.

Completato il dragaggio del Malomocco

L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale ha terminato l’escavo del tratto del Canale di grande navigazione Malamocco-Marghera in ingresso al Porto di San Leonardo per il ripristino della quota di pescaggio pari a -12.00 s.l.m. Complessivamente sono stati scavati circa 30.000 mc di sedimenti prevalentemente di classe B. È il primo tassello di un mosaico più ambizioso la cui composizione, nell’ottica di ripristinare la piena navigabilità dei canali portuali, ha preso avvio nei mesi scorsi. In tal senso AdSP ha dato il via ad un imponente opera di dragaggio manutentivo che mira, complessivamente, a rimuovere più di 500mila metri cubi di fanghi al fine di garantire l’accessibilità nautica e quindi l’attrattività degli scali di Venezia e Chioggia.

 

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