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GENNAIO 2021 - PAG. 15 - Fedepiloti, allineare il Codice della Navigazione al presente

 

«L’obiettivo della tradizionale assemblea di Aprile, se sarà possibile svolgerla in presenza, sarà di tipo costituente. Come recentemente affermato dallo stesso Ammiraglio Pettorino il nostro Codice della Navigazione ha bisogno di essere riallineato alle esigenze del presente. Come piloti vogliamo fare la nostra parte. Contribuire a rendere il sistema più efficiente nel suo complesso e per la parte che ci compete: su un territorio così frammentato come l’Italia, ad esempio, l’emergenza Covid ha evidenziato ancor di più la necessità di aggregare una parte delle nostre corporazioni minori in organizzazioni più grandi. Per evitare che in alcuni porti il calo dei traffici si traduca sotto forma di esubero di personale mentre in altri, come Gioia Tauro, dove si cresce, sia evitato il rischio del sotto organico». Luigi Mennella, presidente di Fedepiloti, ha il polso della situazione della categoria e punta ad uscire dalla crisi sanitaria con regole più chiare, un adeguamento alcune di quelle già esistenti e un rafforzamento sostanziale del ruolo strategico delle corporazioni.      

Ad oggi quali sono le priorità per i piloti dei porti italiani?

Restando sulla stretta attualità abbiamo richiesto l’inclusione nelle categorie considerate prioritarie nell’ambito della campagna di vaccinazione. Sia perché la presenza dei piloti è essenziale, e lo è stato anche durante il lockdown, per garantire l’apertura dei porti; sia perché, per la natura della nostra attività, siamo i primi a salire su navi che in alcuni casi, si pensi al transito sullo Stretto di Messina, possono non avere la libera pratica sanitaria. È una questione di semplice buonsenso e prudenza: se un pilota si ammala è decisamente difficile poter trovare un suo sostituto.

Intanto dovete fare i conti con la flessione dei traffici… 

Una perdita che si è tradotta in un meno trenta per cento a livello di fatturato. Le corporazioni di fatto hanno garantito la continuità delle prestazioni con spese per il mantenimento del servizio che non si possono comprimere. Se si pensa che non siamo rientrati in alcun provvedimento che prevedesse ristori diventa chiaro come l’unica via di uscita consista nel rinnovo delle tariffe.

Una procedura già avviata da tempo…

Su richiesta dello stesso ministero, nell’ambito di un confronto intrapreso con gli armatori, abbiamo approntato un piano per rivedere alcuni dei criteri che rientrano nella determinazione delle nostre tariffe. Abbiamo tutto pronto, aspettiamo solo una convocazione illustrare le nostre proposte.  

Perché la Federazioni insiste per il mantenimento del limite d’età?

Sul punto ci troviamo di fronte a due sentenze sfavorevoli, una della Corte di giustizia amministrativa della Sicilia, l’altra dal Tar della Liguria. Ora, se in linea di massima potremmo anche accettare una modifica del tetto dei trentacinque anni, non possiamo derogare sul principio di un limite d’età congruo all’accesso alla professione: l’attività peculiare di un pilota è fatta di grande fisicità e di una tecnica che si affina anno dopo anno con la pratica. Partire troppo in là con gli anni metterebbe a rischio una delle nostre prerogative che è la sicurezza nelle manovre. Detto questo abbiamo organici da sopperire e la mancanza di chiarezza nelle norme rischia di rallentare eccessivamente il percorso dei concorsi.       

Quali sono le caratteristiche peculiari di un pilota?

Oltre alle caratteristiche professionali che sono scontate, una forte carica di empatia. Dobbiamo relazionarci con professionisti del settore provenienti da altri paese, da tradizioni culturali distanti. E metterli a loro agio: ispirare una fiducia tale da affidarsi a noi per l’espletamento delle manovre in banchine che, con il gigantismo navale, diventano sempre più difficili. Oltre a questo, anche un pizzico di coraggio.

Giovanni Grande

 

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