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FEBBRAIO 2021 PAG. 44 - NEWS ADSP



 

Prosegue il piano di rafforzamento dei Ports of Genoa
Nel corso del 2020 oltre al Programma Straordinario per il rilancio del porto di Genova è proseguita anche l’attuazione degli interventi del Programma Ordinario, con l’aggiudicazione di lavori per oltre 37 milioni di euro complessivi sui quattro bacini del comprensorio. In particolare, è stato avviato oltre il 90% degli interventi previsti per ripristinare le strutture portuali e il litorale danneggiati dai disastrosi eventi meteomarini dell’ultimo biennio, per un importo di oltre 16 milioni di lavori. Significativi anche gli interventi per la manutenzione dei quattro porti, il ripristino di Calata Zingari a Genova, il potenziamento dei varchi di Vado e per il miglioramento degli impianti di illuminazione nei porti di Savona e Vado Ligure. Per quanto riguarda il Programma Straordinario nel solo anno 2020 l’importo delle aggiudicazioni ha superato i 155 milioni di euro, corrispondenti ad oltre l’80% delle previsioni a bilancio. Inoltre, nella prima decade di dicembre è stato sottoscritto l’Atto di sottomissione tra AdSP e l’RTI fra Vitali S.p.A. e Roncello Capital S.r.l.A per il recupero e la valorizzazione di Hennebique che consente l’avvio delle fasi di progettazione definitiva e dell’esecuzione dei lavori per un investimento complessivo ad oggi valutato in 128,7 milioni di euro. Particolarmente rilevanti gli affidamenti giunti in chiusura dell’anno 2020, riguardanti la messa in sicurezza delle aree portuali industriali di Sestri Ponente (prima fase), la costruzione della nuova torre piloti del porto, l’ampliamento dell’aerostazione del Cristoforo Colombo e il servizio di verifica del PFTE Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica della nuova diga foranea. Nel corso del 2021 è previsto il completamento dell’affidamento delle opere del Programma Straordinario nel suo complesso per un totale di oltre 2 miliardi di euro.

Mar Ligure Occidentale, traffici ultimo trimestre 2020

Il traffico commerciale del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale ha registrato 58.456.508 tonnellate, pari al -14,2% rispetto al 2019. Tale riduzione, seppure con alcune diversificazioni, ha coinvolto tutte le tipologie di traffico, dai container (-4,9%), al traffico convenzionale (-13,5%), fino alle rinfuse solide che chiudono l’anno con una contrazione del 30,5%. Ciononostante, l’AdSP MaLO mantiene il proprio ruolo di leadership consolidata sia nella movimentazione di container, con 2.498.850 di TEU movimentati nell’anno, settore nel quale i porti di Genova e Savona rappresentavano nel 2019 oltre il 32% del traffico gateway nazionale, sia nel traffico passeggeri che, sebbene sostanzialmente fermo in ragione del blocco agli spostamenti iniziato nel mese di marzo, conferma il sistema portuale del Mar Ligure Occidentale al primo posto per traffico crocieristico nel 2020.

La Spezia richiede la ZLS
L’AdSP del Mar Ligure Orientale ha ufficialmente inviato alla Regione Liguria una richiesta di avvio dell’iter di istituzione della ZLS dell’area logistica spezzina, così come previsto dal Decreto Semplificazioni, convertito in Legge 120/2020. Tale Decreto stabilisce infatti che, qualora in una regione ricadano più Autorità di Sistema Portuale, e nell’ambito di una di tali Autorità ricadano scali siti in regioni differenti, la regione può istituire una seconda Zona Logistica Semplificata.

Livorno alla sfida delle grandi navi
Sono partiti i lavori di resecazione (per una lunghezza di 35 metri) del Pontile 13 fra la Torre del Marzocco e la Darsena Petroli all’interno del porto di Livorno con l’arrivo della piattaforma galleggiante Francesca della ditta Sales, munita di piloni stabilizzatori. Il mezzo ha a bordo un grosso escavatore munito di martello pneumatico che procederà a demolire i 35 metri del Pontile. I residui della demolizione saranno poi salpati utilizzando un altro pontone galleggiante dotato di gru e trasportati a dimora. L’intervento è prodromico all’esecuzione del dragaggio di 80.000 mc di sedimenti che servirà a rimodellare il fondale a una profondità di 13 metri su un’area di circa 24 mila mq, con un ulteriore riprofilamento del canale di accesso alla darsena toscana che consentirà l’accesso di navi portacontainer anche da 11.000 TEU. I lavori, affidati alla ditta Sales, avranno un costo complessivo di 100.000 euro, mentre l’importo previsto a base di appalto per il dragaggio si aggira intorno a 1,2 milioni di euro.

Nuove torri faro a Livorno
L’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale si appresta a sostituire le torri faro del porto di Livorno, non più in grado di garantire i coefficienti di sicurezza richiesti dalle normative attuali. Dopo aver parzialmente rinnovato, nel 2019, le vecchie strutture di illuminazione, sostituendone cinque, l’Ente completa il piano di rinnovo degli impianti affidando alla  S.b.M. Lavori Portuali, aggiudicataria dei lavori per un valore complessivo di 130 mila euro, l’intervento di sostituzione di ulteriori quattro torri faro. I lavori si completeranno in 120 giorni naturali e consecutivi dalla data di consegna della commessa. Le attività principali consistono nella modifica e adattamento delle linee di alimentazione esistenti e nelle attività di movimento terra ed edili per la demolizione degli attuali plinti e la realizzazione delle nuove fondazioni. Le nuove torri faro avranno un’altezza di 25 metri.

Portoferraio, un ufficio decentrato per l’AdSP
Il comma 2 dell’art. 6 bis della legge 84/94 permette all’Autorità di Sistema Portuale di istituire Uffici Decentrati Amministrativi nei porti delle città capoluogo di provincia non già sede delle ex Autorità Portuali. E’ nell’ambito di questo quadro normativo che l’AdSP ha inteso aprire nel porto elbano di Portoferraio un proprio Ufficio cui assegnare compiti di problem solving, di monitoraggio delle attività e di ascolto degli stakeholder. L’obiettivo, nelle intenzioni del presidente Stefano Corsini, è quello di garantire, anche nei porti elbani, una presenza più marcata, tempestiva e capillare da parte dell’Autorità di Sistema Portuale. Un ufficio è già stato predisposto presso il Palazzo Ex Cromofilm e presto verrò istituito un punto ufficio anche presso Rio Marina.

Gaeta, sul mercato del pesce il Tar da ragion all’AdSP
Il Tar del Lazio conferma l’assoluta correttezza dell’operato dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale per la tempestiva apertura del mercato del pesce di Gaeta. I giudici amministrativi, infatti, hanno respinto la richiesta cautelare, formalizzata da due aziende del settore, finalizzata a sospendere l’aggiudicazione di tre stalli con cui si era conclusa la terza procedura ad evidenza pubblica promossa dalla Asdp. Il Tar, a tal riguardo, al termine dell’udienza cautelare svolta in video conferenza, ha legittimato ancora una volta l’azione tecnico amministrativa dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale. Il network è fortemente impegnato a rendere operativa una struttura pubblica che, finanziata e realizzata tra non pochi sacrifici economici e gestionali, è considerata un volano per qualificare e rilanciare ulteriormente uno storico settore cardine dell’economia cittadina, quello della commercializzazione e vendita al dettaglio del pesce. Con il pronunciamento della magistratura amministrativa, che ha ribadito anche la validità dell’attività difensiva dell’avvocatura dell’ente, cala il sipario sull’iter procedurale che ha caratterizzato lo svolgimento del terzo bando pubblico promosso dall’Adsp per rispondere alle aspettative degli operatori del settore. Per aprire, quanto prima, i battenti della struttura realizzata nel sito dell’ex cantiere navale Canaga, sarà istituita la commissione tecnica chiamata a vagliare le numerose domande presentate nell’ambito della quarta procedura ad evidenza pubblica per l’assegnazione degli stalli. Sarà stilata una graduatoria provvisoria e si procederà alle verifiche di regolarità fiscale e contributiva previste dalla legge, prima del rilascio delle concessioni demaniali.

Mar Tirreno Centrale, drammatica contrazione dei traffici nel 2020

Quasi azzerato il traffico crocieristico, dimezzato il numero dei passeggeri delle autostrade del mare. Tonnellaggio totale dei tre porti in rosso per 3,3 milioni di tonnellate (-22,9%). Sono i numeri del Network dei Porti di Roma e del Lazio relativi al 2020, l’anno della pandemia. Il traffico complessivo di merci, passeggeri, e automezzi dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale nel 2020 risulta rispettivamente pari a 11,254 milioni di tonnellate di merci, 1.169.361 tra crocieristi e passeggeri di linea e 652.851 automezzi. Il traffico merci risulta in flessione del -22,9%, pari a 3,350 milioni di tonnellate in meno movimentate rispetto al 2019, il traffico di passeggeri fa registrare un -73,8%, pari a complessivi 3.291.618 passeggeri in meno, di cui -2.449.811 crocieristi (-92,2%) e -841.807 (-46,7%) passeggeri di linea, mentre il traffico di automezzi si riduce del 35,3% pari a 355.631 automezzi in meno imbarcati/sbarcati. Il numero complessivo di accosti si riduce del 31,7%, passando da 3.359 nel 2019 a 2.293 nel 2020, di cui navi da carico pari a 715 (-22,8%), navi da crociera 99 (-87,9%) e navi di linea 1.479 (-8,6%). Con riferimento ai singoli scali del sistema portuale si registra nel porto di Civitavecchia un traffico complessivo di merci pari a poco più di 8 milioni di tonnellate, con una flessione del -16,1% pari a oltre 1 milione e 500 mila tonnellate in meno rispetto al 2019, nel porto di Fiumicino un traffico complessivo pari a 1,741 milione di tonnellate, in flessione del -50% rispetto al 2019, e nel porto di Gaeta un traffico complessivo pari a quasi 1,5 milione di tonnellate, in flessione del -3,9% pari a circa 60 mila tonnellate in meno movimentate rispetto al 2019. Nello specifico, nel corso del 2020 i crocieristi transitati nel porto di Roma sono stati 207 mila circa contro gli oltre 2,6 milioni dell’anno precedente e si sono concentrati prevalentemente nei primi due mesi dell’anno, prima quindi della diffusione del coronavirus e nonostante la lenta e graduale ripresa del traffico negli ultimi quattro mesi che però non ha superato i 25 mila crocieristi.   

Porto Torres, l’impegno dell’AdSP per lo scalo
Cinquantotto milioni di euro di investimenti ed una pianificazione strategica mirata a dare un nuovo volto e conferire maggiore competitività allo scalo di Porto Torres. È, in sintesi, quanto emerso dal primo incontro tra i vertici dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna ed il Sindaco Massimo Mulas. Occasione nel corso della quale sono stati presentati i principali interventi infrastrutturali già avviati ed ancora da avviare sullo scalo. Il più consistente è quello del prolungamento dell’Antemurale di Ponente e la resecazione della banchina Alti fondali, per i quali sono stati stanziati 35 milioni di euro: i lavori, concluse le fasi preliminari, inizieranno in estate.  Altre opere riguardano la riqualificazione e la trasformazione del mercato ittico in centro direzionale e servizi per il porto; gli escavi dell’intero bacino dello scalo civico a meno 10 metri, che garantiranno il potenziamento della ricettività commerciale e crocieristica; la realizzazione della stazione marittima nel molo Ponente e numerosi interventi di manutenzione e sicurezza. La riunione ha rappresentato una prima occasione per un confronto condiviso sullo sviluppo del porto e sulla riqualificazione specifica di alcune aree, in vista della futura pianificazione triennale dell’AdSP che, proprio su Porto Torres, prevede la definitiva separazione dei traffici merci da quelli commerciali e crocieristici.

Porto Canale, rigetto della proposta Pifim
Si conclude, con esito negativo, l’iter della proposta di Pifim Company LTD per l’assentimento, in concessione demaniale marittima, del terminal contenitori del Porto Canale di Cagliari. Il Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna, Massimo Deiana, ha firmato il provvedimento di rigetto definitivo della domanda presentata dalla società di diritto inglese, il 28 agosto 2020. Nonostante l’articolato preavviso notificato alla stessa Private Limited Company lo scorso 23 novembre, solo alcuni dei requisiti puntualmente evidenziati sono stati soddisfatti con successiva integrazione documentale che, però, non ha colmato le restanti e non superabili lacune di carattere amministrativo, finanziario, operativo e tecnico. La permanenza di tali carenze ha costretto, di conseguenza, l’AdSP a chiudere in maniera definitivamente negativa l’iter istruttorio. Lo stesso Presidente dell’AdSP ha comunicato alle organizzazioni sindacali nel corso di una riunione immediatamente successiva alla notifica dell’atto alla società inglese. Durante l’incontro con le sigle sindacali, volto ad informarle del nuovo scenario, l’ente ha confermato l’impegno a proseguire e ad intensificare l’attività di ricerca di potenziali soggetti candidati al rilancio del Transhipment sul Porto Canale, avviata nel dicembre 2019 con la pubblicazione della call internazionale e prorogata, per ben tre volte, anche a seguito di esplicite richieste di operatori interessati.

Taranto, l’AdSP salva le “due sirene”
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio ha avviato l’operazione di recupero, restauro e risanamento delle due sculture rappresentanti le Sirene di Taranto, opera artistica dello scultore tarantino Francesco Trani, realizzata nel 2001, posizionate sulla scogliera della Darsena della Capitaneria di Porto in Mar Grande che insiste nelle specchio acqueo rientrante nella circoscrizione territoriale dell’AdSP sin dal 2004. L’operazione è stata presa in carico dalla AdSPMI con l’obiettivo di recuperare e rigenerare le due sculture messe a dura prova dal corso del tempo, dalle intemperie e dall’azione del mare nei loro 20 anni di vita. Le opere rappresentano una delle numerose attrattive culturali ed artistiche per cittadini e turisti in visita nella città Vecchia, vantando una posizione privilegiata proprio lungo l’affaccio sul golfo del Mar Grande dalla “ringhiera” della promenade del Corso Vittorio Emanuele. Tale intervento si inserisce nell’ambito delle azioni intraprese dall’ente a favore della rigenerazione del binomio porto–città che trova nel Piano Operativo Triennale 2020-2022 la sua più ampia valorizzazione, attraverso l’individuazione di un set di azioni volte al raggiungimento dell’obiettivo strategico “Porto e Territorio”.  

Regolamento approvato per la Zona franca doganale del porto di Taranto
Il percorso di valorizzazione del porto di Taranto e di creazione di un ambiente di business in grado di attrarre e facilitare le scelte localizzative degli investitori nazionali e internazionali segna un passaggio importante: con l’emanazione della Ordinanza del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio viene infatti approvato ed emanato il Regolamento per il funzionamento della Zona Franca Doganale del Porto di Taranto, istituita dalla Legge 27 dicembre 2019, n.160, la cui perimetrazione è stata definita su proposta del Presidente dell’AdSP con proprio Decreto del 13 Marzo 2020 e approvata con Determinazione Direttoriale n. 128586/RU del 28 aprile 2020 della Direzione Generale dell’Agenzia Dogane Monopoli (ADM). Il Regolamento, frutto di una intensa collaborazione tra AdSPMI e ADM, definisce i ruoli di governance della Zona Franca Doganale (ZFD) del porto di Taranto e disciplina le attività a carico degli operatori economici. Le aree interessate dalla perimetrazione della Zona Franca riguardano 11 lotti, pari ad una superfice totale di 162,89 ettari ricompresi nella circoscrizione demaniale marittima del Porto di Taranto e di competenza dell’AdSPMI che è identificato come Soggetto Gestore della ZFD. L’attività di delimitazione delle aree consisterà nella costruzione di apposita recinzione e nell’individuazione di varchi d’ingresso e di uscita sottoposti a vigilanza doganale, secondo criteri e modalità definiti d’intesa con l’ADM, anche in connessione con il più ampio processo di digitalizzazione del porto.
Nella ZFD – in cui potranno essere introdotte sia merci unionali che non unionali – sarà, quindi, possibile svolgere attività di natura industriale e logistica nei margini di quanto consentito dalla normativa comunitaria. Agevolare il regime di stoccaggio a lungo termine, manipolazioni usuali ed altre attività legate alle merci in ambito portuale - e quindi in prossimità dei punti di arrivo/partenza da e verso le aree economiche di produzione e/o di consumo - consente alle commodities di acquisire quel valore aggiunto tale da renderle maggiormente appetibili e competitive sul mercato.

Un protocollo di legalità per l’AdSP del Mar Adriatico Meridionale
Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale e Prefettura di Bari hanno firmato un Protocollo di Legalità finalizzato ad estendere i controlli sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività economiche nei settori di competenza dell’ente portuale. Attraverso il Protocollo di Legalità, che ha ricevuto il nulla osta del Ministero dell’Interno, anche in attuazione delle recenti disposizioni introdotte dal Decreto Legge c. d. Semplificazione, si estendono le verifiche antimafia anche per gli affidamenti, i contratti, le autorizzazioni e le concessioni anche demaniali al di sotto della soglia di valore per cui la legge prescrive la obbligatorietà, ampliando così l’azione di prevenzione e contrasto del tentativo di infiltrazione criminale. Si tratta di un obiettivo importante che, in coerenza con il Piano Triennale Anticorruzione adottato dall’AdSP MAM e soprattutto nei periodi di congiuntura economica più difficili, mira a costruire uno strumento che garantisca al contempo legalità, trasparenza e snellimento dell’attività amministrativa, promuovendo il rispetto della disciplina antimafia e migliorando l’interscambio informativo tra le Pubbliche Amministrazioni interessate. Il nulla osta del Ministero dell’Interno consentirà di attivare Protocolli simili con le altre Prefetture collocate nella estesa circoscrizione territoriale dell’Ente portuale (Brindisi, Lecce, Foggia, BAT). Preposti alla attuazione del Protocollo saranno per la Prefettura - U.T.G. di Bari, il dirigente pro tempore dell’ufficio antimafia per l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, il dirigente del Dipartimento Legale.

AdSP MAM, due progetti per il programma quadro Horizon 2020
L’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale ha presentato due progetti nell’ambito del programma quadro HORIZON 2020. Il primo, RE-POT, ha come obiettivo la verifica, attraverso la ricerca scientifica applicata, dell’energia rinnovabile offshore come trampolino di lancio per la più ampia transizione verso porti puliti, verdi e intelligenti, ottimizzando i sistemi digitali e la logistica per garantire l’efficacia degli scali (sulla scorta di tali presupposti l’ente intende replicare nei cinque porti del proprio sistema le soluzioni tecnologiche date dal processo di ricerca, per individuare la soluzione tecnologica più adeguata per utilizzare congiuntamente più fonti di energia rinnovabile per l’elettrificazione delle banchine o per l’eventuale futura fornitura di energia a navi a propulsione elettrica); il progetto SEAD4Port riguarda, invece, l’elettrificazione e la digitalizzazione sostenibili per rendere più verdi i porti di piccole e medie dimensioni lungo i corridoi TEN-T. L’AdSP MAM promuove due azioni pilota con le quali si eseguiranno tutte le attività necessarie, anche attraverso l’utilizzo di attrezzature IoT altamente tecnologiche, al fine di aumentare l’efficienza energetica e di ridurre le emissioni inquinanti nei porti. Inoltre, attraverso studi tecnici di fattibilità si individueranno nuove fonti per la generazione di energia alternativa.

Brindisi, nasce la ZDF Capobianco

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha approvato la perimetrazione della Zona Franca Doganale Interclusa (ZFD) all’interno dell’area portuale di Brindisi, denominata “Capobianco”, nei termini proposti dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, assimilabile in concreto a punto franco, il secondo in Italia dopo quello di Venezia. L’area, di una superficie di 121.650 mq, fungerà da fulcro per un più ampio e articolato progetto di riqualificazione ambientale che prevede, in particolare, un aumento delle dotazioni infrastrutturali e la realizzazione di un adeguato banchinamento.

Ravenna partecipa al progetto Hyseport
L’Autorità Portuale di Ravenna partecipa alla proposta progettuale “HYSEPORT”, presentata nell’ambito del bando Horizon 2020 Green Deal LC-GD-5-1-2020. Il Progetto, coordinato dall’Autorità Portuale di Siviglia e che vede la partecipazione di diversi partner istituzionali, accademici e imprenditoriali provenienti da Italia, Spagna, Francia, Belgio, Olanda e Grecia, si pone l’obiettivo generale di ridurre, grazie all’utilizzo di innovazioni tecnologiche, le emissioni nocive delle attività portuali, favorendo la transizione verso energie più pulite. Nell’ambito del Progetto “HYSEPORT” l’Autorità Portuale di Ravenna parteciperà agli studi inerenti all’utilizzo dell’idrogeno come fonte di energia pulita e all’implementazione di un elettrolizzatore collegato a un sistema di elettrificazione delle banchine. Oltre all’Autorità Portuale di Ravenna, il Progetto vede la partecipazione di altri due partner emiliano-romagnoli: la Fondazione Istituto sui Trasporti e la Logistica e la Società SAPIR – Porto Intermodale Ravenna. Quest’ultima azienda testerà un sistema di smistamento dei vagoni innovativo; nello specifico tale sistema prevede l’utilizzo di un locomotore telecomandato e alimentato a batterie, che può comporre treni all’interno del terminal.

Trieste, installato il cestino Seabin al Molo Bandiera

Per contribuire a risolvere l’inquinamento dei mari causato dalla plastica, da un paio di anni nel mondo si sta diffondendo una nuova tecnologia, consistente in un cestino galleggiante per la raccolta dell’immondizia flottante. Si chiama Seabin (letteralmente bidone del mare) ed è un dispositivo posizionato a filo d’acqua, capace di raccogliere più di 500 kg di rifiuti plastici presenti in mare in un anno. Il cestino è efficace soprattutto in aree come i porti, dove si accumulano i detriti, per tale motivo anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ne ha installato uno al molo Fratelli Bandiera. Funzionando in continuo, h24, sette giorni su sette, Seabin darà un valido contributo alla pulizia del mare in prossimità della banchina alla radice del molo Fratelli Bandiera, che rappresenta un punto di accumulo dei rifiuti nella cosiddetta “Sacchetta”, dove i mezzi nautici operano con difficoltà e, nel caso di accumulo di sporcizia, risulta necessario l’intervento di personale addetto per una loro raccolta manuale. Il cestino, il cui prototipo è nato dall’intuizione di due surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski, funziona catturando tutto ciò che incontra: risucchia la plastica grazie ad un’aspirazione continua dell’acqua di mare, raccogliendo e trattenendo tutti i rifiuti e microrifiuti galleggianti (pezzi di plastica, sacchetti, mozziconi di sigarette, fino alle fibre invisibili a occhio nudo).

Trieste, bilancio dei traffici 2020
La pandemia dovuta al COVID-19 ha causato effetti molto negativi sui traffici internazionali. In questo contesto, l’impatto sull’attività del porto di Trieste nel corso del 2020 è stato contenuto per alcuni settori fondamentali che hanno saputo resistere, dando anche qualche segnale di ripresa. Il comparto più dinamico e vitale dell’anno appena concluso si è rivelato il Ro-RO che cresce del 7% sul 2019, grazie al consolidamento dei risultati positivi dell’ultimo trimestre del 2020 toccando le 243.500 unità transitate. E nel singolo mese di dicembre, vira ulteriormente al rialzo, registrando un aumento a doppia cifra (+25%). Minima, tenendo in considerazione la crisi in corso, la flessione dei contenitori, (-2%) con 776.000 TEU movimentati, riconducibile al decremento del traffico TEU sui traghetti Ro-Ro da/per la Turchia e non a quello di lunga percorrenza con il Far East. Infatti, il terminal container del molo VII con 692.800 TEU, ha retto molto bene la crisi, attestandosi sui valori raggiunti nel 2019, senza riportare alcuna perdita. Guardando invece alla movimentazione complessiva del porto, sono stati superati i 54 milioni di tonnellate di merce, con un ribasso del 13% su base annuale, che si traduce in quasi 8.000.000 di tonnellate in meno rispetto all’anno precedente.
La contrazione è da ascriversi alla performance negativa delle rinfuse liquide (-13%) con 37.570.000 tonnellate movimentate, corrispondente a circa il 73% del calo dei volumi totali. Per quanto riguarda la movimentazione ferroviaria, nel 2020 lo scalo giuliano ha operato 8.000 treni (-17%). Anche in questo caso non ha pesato la pandemia, ma il ridimensionamento della lavorazione dei treni alla Siderurgica Triestina. Senza di questi, la perdita complessiva del traffico ferroviario nel comprensorio portuale, sarebbe stata assai più contenuta (-8%). La movimentazione complessiva del porto di Monfalcone è stata pari a 2.900.000 tonnellate di merce, in flessione del -28% rispetto al 2019.  

Traffici 2020, Venezia perde il 10,3%
Nell’anno segnato dalla pandemia i dati relativi ai traffici dei porti lagunari confermano una prevedibile flessione rispetto al 2019: il porto di Venezia perde nel complesso 2,5 milioni tonnellate (-10,3%), percentuale da ridurre al netto del carbone, il porto di Chioggia perde, invece, circa 409 mila tonnellate (-31%).
Un calo, quello riportato dal porto veneziano (-10.3%) nel corso del 2020 che, sulla base degli ultimi dati disponibili, risulta inferiore al calo medio (-14.3%) registrato lo scorso anno dai porti italiani comparabili sotto un profilo geografico, di mercato e funzionale. Nonostante gli effetti del coronavirus sull’economia mondiale il secondo semestre vede un miglioramento dei dati rispetto alla prima parte dell’anno nel confronto con gli stessi periodi del 2019. Ed è in particolare nel quarto trimestre che il porto di Venezia registra la diminuzione minore con un calo pari all’ -8,1% di tonnellate di merci movimentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, percentuale che, al netto dell’intermediazione di carbone, si consolida ad un valore pari a -4.7%. Sempre a Venezia, in calo Il settore container che perde 64.394 TEU (-10,8%), una riduzione motivata in parte dalla decisione di molte compagnie di ridurre l’offerta di stiva anche attraverso un incremento del blank sailing riconducibile all’andamento economico connesso all’emergenza sanitaria e in parte dall’abbandono della linea diretta con il Far East che AdSP MAS intende recuperare nel più breve tempo possibile attraverso una importante operazione di escavo manutentivo, già avviata, del canale Malamocco-Marghera. In calo del 76% il traffico passeggeri dei traghetti mentre il traffico crocieristico è rimasto praticamente fermo quest’anno (-99,6%) con 5.653 passeggeri rispetto agli oltre 1,617 milioni dell’anno precedente. A Chioggia, invece, risultano azzerate le poche rinfuse liquide transitate nel porto nel 2019 e in flessione del 10,4% le rinfuse solide, con i prodotti per l’edilizia (cemento, calce, malta) che perdono più di 65 mila tonnellate. Segnali positivi arrivano, in questa categoria di merci, dai prodotti chimici solidi che crescono del 5,7% con 7mila tonnellate sebbene, in termini assoluti, tale tipologia merceologica rappresenti una realtà limitata. In calo del 59,3% anche il general cargo.

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