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DICEMBRE 2020 PAG. 42 - IMAT, con il CMS le verifiche dei sistemi complessi


 

 Nella “nuova normalità” il settore della formazione marittima potrà giocare un ruolo fondamentale per garantire non solo la competitività degli equipaggi delle nostre flotte, ma per fornire strumenti sempre più efficaci per verificare i livelli di preparazione di tutti i soggetti che partecipano alla filiera portuale. Il 2020, nonostante le difficoltà oggettive, ha segnato per IMAT, il più importante centro di formazione in Italia dedicato allo shipping, un importante segno di svolta. «Spostare le certificazioni dal singolo marittimo alle verifiche sui sistemi complessi, siano la gestione delle flotte o le procedure operative nelle aree portuale è una strategia che abbiamo imboccato fin da subito» spiega l’amministratore unico del Centro, Fabrizio Monticelli. «La presentazione ufficiale del nostro Competence Management System portuale alla scorsa Naples Shipping Week, dopo una serie di sperimentazioni sul campo effettuate con alcune delle principali AdSP della penisola, rappresenta un salto di scala verso la specializzazione e l’integrazione funzionale dei port assesment, inaugurando un nuovo modo di concepire l’interazione tra soggetti della filiera logistica, istituzioni e centri di formazione e validazione». 


Quali sono i principali aspetti di questa rivoluzione?     
Le attività portuali sono sempre più caratterizzate da elevati livelli di integrazione tra tutti soggetti che operano nel sistema. Attraverso tecnologie di simulazioni all’avanguardia, frutto di un intenso piano di investimento condotto in questi anni, possiamo porci l’obiettivo di valutare in modo realistico ed efficace il lavoro di coordinamento orizzontale condotto nelle diverse fasi operative. Questo permette la possibilità di realizzare veri e propri manuali all’interno dei quali ogni singola categoria, sulla base di un certosino lavoro di analisi delle esigenze e training personalizzato, può costruire un proprio sistema di certificazioni relativo al singolo scalo. Documenti oggettivamente spendibili nel percorso della sostenibilità economica, sociale e ambientale. 


In che modo cambierà il settore della formazione dopo la pandemia?
L’interruzione delle attività del Centro nel primo periodo di lockdown nazionale ha impresso una forte accelerazione alla didattica a distanza, su cui stavamo già lavorando. Avevamo già sviluppato, ad esempio, l’unica piattaforma informatica autorizzata per l’erogazione online per i Corsi Direttivi. Da qui la richiesta ai ministeri competenti per le relative autorizzazioni a effettuare lezioni in modalità FAD, almeno per i corsi mandatory teorici. L’obiettivo, una volta riaperta la struttura, era di evitare il rischio di congestionamento delle richieste di rinnovo delle certificazioni internazionali obbligatorie del “primo ciclo Manila” in scadenza nel 2021. È nell’ambito di questo impegno che sono stati avviati anche i primi corsi Medical Care e First Aid in modalità telematica con un importante istituzione territoriale come l’Azienda Ospedaliera Cardarelli. Credo che per il futuro sia una modello da seguire.    
IMAT guarda con interesse a sviluppare sinergie con il territorio…
Tra le più rilevanti segnalo con orgoglio la collaborazione in atto con l’Università Parthenope che ha  portato recentemente alla conclusione del  il primo Corso di formazione permanente e ricorrente in “Conduzione del Mezzo Navale a Livello Direttivo”. Si tratta di un’iniziativa che punta al miglioramento del sistema delle competenze dei marittimi italiani, attraverso l’approccio della “formazione continua”. Non si tratta, infatti, solo di erogare competenze specifiche ed esperienza operativa. In accordo con le esigenze espresse dall’industria marittima bisogna sviluppare un approccio culturale di consuetudine all’apprendimento e all’approfondimento delle relative tematiche lavorative. L’unica strada per poter rispondere in maniera efficace ai sempre più veloci cambiamenti tecnologici e normativi. 


Bilancio di un anno difficile. Cosa salva?
La competenza e la dedizione con cui tutto il personale del Centro ha affrontato i momenti di difficoltà, garantendo sempre il massimo delle prestazioni. C’è poi un’immagine che conservo con particolare affetto. Nelle nostre aule quest’anno è stato completato l’assessment per la promozione a Comandante per la società Vroon Offshore Services di Genova del giovane, è un trentaduenne, Luigi Cuzzolino: l’ultima tappa di un percorso cominciato undici anni fa, proprio in IMAT, partendo dal ruolo di allievo ufficiale di coperta. La conferma, direi, della bontà di un modello di collaborazione “centro di formazione – armatore” che mette insieme i vantaggi della fidelizzazione, alti investimenti tecnologici, didattica avanzata, sviluppo costante delle competenze.

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