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DICEMBRE 2020 PAG. 24 - Navi “aspirapolvere del mare” contro le microplastiche


 

Un sogno sempre più vicino alla realtà

 Quella che fino a qualche tempo fa poteva sembrare solo l’ardita fantasia di un sognatore, grazie al caparbio lavoro del Gruppo Grimaldi potrà presto diventare realtà. Nell’ambito di un’ampia strategia finalizzata alla riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività, la compagnia partenopea si è prefissa l’ambizioso obiettivo di trasformare le sue navi in “aspirapolvere del mare”, capaci di raccogliere particelle di microplastica e rimuoverle dall’acqua filtrata durante la navigazione. 


Il Dipartimento Energy Saving del Gruppo ha raccolto questa grande sfida tecnologica con entusiasmo, e per portarla avanti ha scelto di collaborare con un partner accademico d’eccellenza: il Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale (DICMAPI) dell’Università di Napoli Federico II. Il DICMAPI ha un’esperienza più che trentennale nell’analisi e nella progettazione di processi e impianti per trattare le emissioni inquinanti degli impianti industriali, sia quelle in atmosfera che quelle in acqua. Da oltre dodici anni, inoltre, si occupa specificamente di impianti per il trattamento di gas di scarico e delle acque di lavaggio di motori diesel marini. 


Dalla partnership tra il Gruppo Grimaldi e il DICMAPI è nato un progetto di ricerca che punta a migliorare le performance degli impianti di bordo destinati al trattamento dei gas di scarico, ovvero i cosiddetti “scrubber”. In una prima fase, la collaborazione è stata indirizzata allo sviluppo di algoritmi per valutare il funzionamento degli scrubber e poter identificare criteri di funzionamento e miglioramenti impiantistici che consentano di minimizzare sia le emissioni in atmosfera che quelle in acqua.


“Le navi della flotta Grimaldi operanti nel Mediterraneo sono già quelle che emettono meno inquinanti in acqua e nell’atmosfera”, spiega Dario Bocchetti, responsabile del Dipartimento Energy Saving del Gruppo Grimaldi, coinvolto in prima linea in questo progetto. “Le loro emissioni sono di gran lunga inferiori a quanto prescritto dalle linee guida dell’IMO e delle regolamentazioni europee e nazionali relative agli scarichi nelle acque naturali. Ciononostante, il nostro Gruppo non smette mai di cercare soluzioni che riducano ancora di più il proprio impatto ambientale”.


C’è poi una seconda fase del progetto, probabilmente ancora più affascinante: come rendere gli scrubber strumenti addirittura in grado di migliorare la qualità di acque marine contaminate. “In pratica un gigantesco aspirapolvere che trattenga gli inquinanti sospesi nell’acqua aspirata, anche a motore spento, e contribuisca a rimuovere le microplastiche, un problema serio per l’ambiente marino di cui forse ci siamo resi conto tardi”, spiega Francesco Di Natale, Professore Associato presso l’Università Federico II e Responsabile Scientifico del progetto. 


I test sulle potenzialità di rimozione di microplastiche in navigazione, effettuati tra dicembre 2019 e maggio 2020 a bordo della nave Cruise Roma, hanno dato risultati molto positivi. Come riporta Di Natale, “grazie alle soluzioni adottate, è stato possibile rimuovere circa 12.000 frammenti di microplastica di dimensioni superiori a 20 micrometri in un solo viaggio lungo la rotta Civitavecchia-Barcellona”. Il sistema di raccolta di microplastiche dal mare attraverso un complesso sistema di filtrazione collegato alle pompe di aspirazione ed agli impianti scrubber è stato recentemente oggetto di deposito di domanda di brevetto e gli ingegneri del Gruppo Grimaldi sono al lavoro insieme a prestigiose società di progettazione di impianti di trattamento delle acque per l’industrializzazione della tecnologia di raccolta, il cui prototipo inizierà presto la fase di test.


Considerando che le pompe di uno scrubber possono aspirare fino a 2.000 tonnellate di acqua di mare ogni ora, ciò significa che ogni giorno mediamente 10.000 tonnellate possono essere trattate con le filtrazioni speciali da una singola nave. Su una flotta totale di 100 navi Grimaldi sulle quali è previsto siano installati gli scrubber, i conti sono presto fatti: fino ad 1 milione di tonnellate di acqua di mare depurate dalle microplastiche ogni giorno nel Mediterraneo, nel Mare del Nord, nel Baltico e nell’Oceano Atlantico. Tale risultato darebbe un enorme contributo alla lotta contro le microplastiche che, ingerite dai pesci ed altri organismi marini si inseriscono nella catena alimentare con effetti pericolosi per la salute non solo del mare ma anche dell’uomo.


La collaborazione tra la compagnia armatoriale e il DICMAPI non si è esaurita con il raggiungimento di questi importanti obiettivi, ma è anzi nel pieno delle attività: sul piano tecnico e scientifico, si prosegue nello sviluppo di soluzioni sempre più accurate, concrete ed efficaci per il controllo delle emissioni ambientali, anche grazie a specifiche campagne di monitoraggio. Proseguirà, inoltre, il coinvolgimento di allievi ingegneri chimici magistrali, che verranno inseriti in specifici percorsi di tirocinio e tesi di laurea.
“Ci tengo a sottolineare come tutte queste attività siano frutto della sensibilità ambientale del Gruppo Grimaldi, che non si accontenta di essere già in grado di assicurare standard di qualità ambientale ben al di là delle richieste normative”, conclude Francesco Di Natale.

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