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OTTOBRE 2020 PAG. 32 - Integrazione tra cluster marittimo e comunità urbana


Come cambia il già delicato rapporto tra città e porti storici nell’epoca della pandemia. Un approfondimento dei temi trattati dalla Naples Shipping Week con Massimo Clemente, Direttore del Cnr-Iriss. 

 Quale indirizzo emerge per il futuro delle relazioni porto-città a Napoli?
Il sistema porto-città rappresenta, nel suo complesso, un’infrastruttura strategica sia da un punto di vista fisico – nelle sue funzioni portuali per il trasporto marittimo dei passeggeri, per le crociere, per la Marina Militare – sia a livello immateriale – in quanto storico hotspot della cultura marittima della città e rappresentazione materiale di una memoria collettiva. Nel futuro, il dibattito sulle relazioni porto-città dovrà concentrarsi sull’integrazione tra cluster marittimo e comunità urbana e su modelli innovativi d’interazione tra le forze socio-culturali ed economiche, affinché lavorino insieme per costruire una visione strategica urbano-marittima. Questo percorso dovrebbe essere attuato attraverso un processo di governance in cui le Istituzioni con gli enti culturali, il cluster marittimo, le associazioni, e le imprese lavorino insieme, da un lato, per una visione unitaria della città-porto a partire dal suo valore culturale e, dall’altro, per superare il problema della frammentazione dei piani e dei progetti sul sistema costiero.


In che modo la pandemia ha modificato l’impostazione del problema?
La pandemia ha alterato gli equilibri pregressi e incide direttamente sull’interazione porto – città - territorio che si distacca da modalità consolidate per assumere nuove forme più restrittive. La nuova sfida è la ri-funzionalizzazione della filiera della mobilità mare-terra partendo dall’analisi della domanda così come modificata dall’emergenza perdurante. Si tratta di ipotizzare le possibili rimodulazioni dell’offerta di trasporto mare-terra, garantire flessibilità, individuare e superare le criticità, attraverso la ridefinizione delle gerarchie e l’integrazione della mobilità dei beni con l’offerta di nuovi servizi. In tale prospettiva, i progetti in corso e le nuove iniziative potrebbero dar vita ad un polo della cultura, della ricerca e dell’alta formazione, in un porto che sia non solo infrastruttura efficiente ma, sempre più, generatore di processi di sviluppo sostenibile fondati sull’identità marittima, sull’economia del mare, sull’innovazione di processo e di prodotto, sulla creatività.


La funzione di questo nuovo polo?
Il ruolo della ricerca scientifica in questo contesto sta nel costruire un nuovo modello di sviluppo territoriale integrato, attento all’economia circolare e innovativo sul piano sociale e tecnologico, in cui cultura e creatività diventino il motore di relazioni produttive tra comunità, valori e luoghi. Identità e cultura, attraverso il coinvolgimento degli attori pubblici e privati, sono pilastri di strategie condivise di innovazione nei servizi e dei relativi impatti. Assumono particolare importanza l’urbanistica e i processi decisionali collaborativi così come i servizi culturali creativi per individuare modelli di governance innovativi orientati alla sostenibilità. Si ritiene importante che le università, i centri di ricerca, le istituzioni culturali, i cittadini, le associazioni e le imprese definiscano, in modalità collaborative, le linee guida per la valorizzazione del sistema città-porto al fine di migliorare la competitività e la qualità del territorio nelle dimensioni culturale, ambientale, economica e sociale.

Giovanni Grande

 

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