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OTTOBRE 2020 PAG. 16 - ISE hub di riferimento per la logistica italiana


 «I grandi fenomeni della logistica internazionale, dal raddoppio del Canale di Suez all’avanzamento della Via della Seta, dimostrano sempre il ruolo decisivo del comparto per il rilancio dell’economia italiana in generale e del Sud Italia in particolare. Le potenzialità aperte dal Recovery Fund sono enormi, bisogna rimboccarsi le maniche e giocare la partita. A maggior ragione per una realtà come la nostra che punta a diventare hub di riferimento per le direttrici che dal Mediterraneo vanno verso il Nord Italia e il Centro Europa». Riccardo Monti commenta così la sua recente elezione alla presidenza di Interporto Sud Europa, infrastruttura già strategica per la logistica italiana ma che punta a guadagnare ulteriore terreno su un mercato che la pandemia da Covid ha dimostrato essere strategico per tenere in piedi tutto il Paese. 


Quali saranno le principali priorità della sua presidenza?        
La prima sarà la ricerca di nuovi operatori interessati a servizi a valore aggiunto. Stiamo avanzando nei nostri piani di sviluppo per rendere sempre più conveniente usufruire delle connessioni ai principali mercati nazionali e internazionali che ISE può vantare. L’obiettivo è quello di intercettare quanti più possibili flussi di merci che attraversano il Mediterraneo diventando nodo di riferimento per la rete di tutta la portualità meridionale. Direttamente legato a questo obiettivo la seconda priorità: dialogare strettamente con Comune, Regione, MIT per rafforzare costantemente le nostre infrastrutture, creare connessioni in grado di rendere sempre più concorrenziale la nostra offerta. 


Compreso lo sviluppo della digitalizzazione dei servizi?
Quello sarà il vero punto centrale della nostra azione. Modelli vincenti come Singapore e Rotterdam hanno dimostrato che le nuove tecnologie sono la chiave di volta per garantire una movimentazione della merce veloce, efficiente e sicura. La produttività della logistica dipende da questo fattore e non ci faremo trovare impreparati. 


Quali sono i settori maggiormente interessanti sul breve medio periodo?
La nostra azione guarda al consolidamento delle attività già presenti nella nostra infrastruttura con un occhio particolare all’e-commerce, settore particolarmente caldo. In generale stiamo vivendo, al di là delle difficoltà operative legate alla pandemia, un momento gravido di grandi potenzialità. Negli ultimi venti anni il sistema paese ha scontato un forte ritardo sotto l’aspetto dell’attenzione alla logistica. Sotto questo aspetto il Recovery Fund potrebbe accelerare i segnali positivi che si sono registrati negli ultimi tempi. Potrebbe fornire il carburante necessario per accelerare tutti quei progetti presenti solo sulla carta e di cui abbiamo bisogno per il rilancio dell’economia. 


Ad esempio?
Le ZES rappresentano un caso scuola. Nate per semplificare le procedure si sono impantanate nella ragnatela dei decreti attuativi. È necessario accelerare e liberare le loro potenzialità. Se vogliamo che l’Italia non sia più la Cenerentola della logistica bisogna rompere gli indugi, favorendo l’integrazione intermodale tra porti e interporti: è quello il vero punto debole dei porti del Sud Italia. 


Come i mancati collegamenti tra il porto di Napoli ed ISE?
L’obiettivo principale deve essere proprio quello. L’intermodalità è la ricetta vincente per sviluppare i traffici di entrambe le realtà. Anche in questo caso i progetti ci sono, vanno accompagnati e realizzati nel più breve tempo possibile.


G.G.

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