Header Ads

OTTOBRE 2020 PAG. 10 - Nella crisi la logistica diventa servizio di pubblica utilità


 

 Stiamo attraversando indubbiamente  un momento molto complesso. Le nuove misure adottate dal Governo avranno un impatto pesante che va a sommarsi a quello registrato nel primo lockdown della primavera scorsa. Siamo in una fase in cui occorre ragionare sull’ipotesi che il parziale lockdown di questi giorni possa, invece, prolungarsi, anche se in maniera più flessibile rispetto alla primavera scorsa. E valutare come i servizi logistici, che innegabilmente in questo caso diventano servizi di pubblica utilità, possano essere messi nelle condizioni di operare. Perché, come dice spesso il professor Ennio Cascetta “La logistica è quel settore che ogni giorno ci tiene a 5 giorni di distanza dalla carestia”. Basti pensare a cosa sarebbe successo se durante il lockdown si fosse fermato, ad esempio, l’approvvigionamento merci verso le aziende rimaste aperte, oppure se si fossero interrotti i rifornimenti di beni alimentari primari verso gli esercizi commerciali rimasti aperti. Stessa cosa potremmo dire per l’approvvigionamento dei farmaci verso gli ospedali e le farmacie. La logistica ha una valenza sociale e di interesse generale innegabile.


Ricordo che il Centro Studi di Confetra, dopo il primo lockdown, elaborò uno studio dal quale emergeva che la logistica italiana si avviava a chiudere il 2020 con una diminuzione dei volumi trasportati del 20%, il che significa circa 80 milioni di tonnellate di merci in meno rispetto alle circa 450 che sono movimentate ogni anno nel nostro paese in entrata ed in uscita. Applicando la stessa percentuale negativa al fatturato, il settore dovrebbe chiudere l’anno con un giro d’affari di 65 miliardi di euro, ovvero 18/20 miliardi di perdite rispetto agli 85 miliardi del 2019. Per prevenire le enormi difficoltà economiche al nostro settore derivanti da una recrudescenza delle misure di contenimento del virus, è necessario procedere subito con misure di ristoro automatico. Ciò per evitare che le aziende della logistica siano indotte a fermarsi a fronte dei pochi volumi di merce da movimentare, ma a costi fissi invariati. Perché un Tir che viaggi a pieno carico o con solo il 20% di stiva occupata, ha gli stessi costi. Ma a quel punto la situazione sociale precipiterebbe.


In queste settimane cruciali abbiamo richiamato l’attenzione del Governo su quella che sarà la più impegnativa operazione logistica del pharma nella storia del Paese: gestire 30-40 milioni di dosi di vaccino (antinfluenzale anticovid) in 5 mesi. Procedure in import e controlli da uniformare, offerta di magazzini e stiva a temperatura controllata da mappare e organizzare presso gli hub aeroportuali, fino ai temi legati alla capillare distribuzione di ultimo miglio. Abbiamo messo a disposizione del Governo il nostro know-how. Bisogna pensare a centinaia di questioni operative molto concrete, dalla disponibilità di celle frigo a centinaia di milioni di kg di ghiaccio secco, ma soprattutto servirà una risposta corale dell’intero Paese e grande unità d’intenti, perché ci giochiamo tantissimo.


Naturalmente la nostra attività deve sforzarsi di guardare avanti, oltre la lunga fase emergenziale. E a questo proposito c’è un tema che Confetra ritiene doveroso affrontare, ed è quello dei cosiddetti ‘campioni nazionali’. Occorre anzitutto rifuggire da approcci ideologici. Le dinamiche che riguardano le dimensioni industriali non sono mai positive o negative in astratto. 


E’ fondamentale avere dei ‘campioni nazionali’ se questi non fagocitano il mercato ma, anzi, riempiono vuoti di player  in specifici segmenti, oppure portano nuovi volumi in una logica di filiera, o ancora aiutano il Paese a stare con maggior penetrazione ed autorevolezza dentro le complesse dinamiche dei mercati globali anche difendendo gli interessi economici nazionali. Prendo atto con favore che la ‘nuova’ Alitalia intende puntare anche sul cargo aereo, elemento distintivo di non poco conto per presidiare l’export delle nostre produzioni nazionali di alta gamma. 


Altro esempio che fa ben sperare è quello lanciato in estate da Enel Logistic: un grande operatore globale che intende portare nuovi volumi sul mercato logistico, in una logica di partnership con le PMI logistiche nazionali e di valorizzazione industriale dei retroporti, rappresenta qualcosa di nuovo e positivo che non può che essere alla portata di grandi player globali. Abbiamo anche Grimaldi, campione nazionale delle Autostrade del Mare. Altro discorso vale se gli incumbent ex monopolisti di Stato, utilizzando lo scudo pubblico regolatorio, ostacolano new comers e occupano segmenti di mercato più grazie alla politica che alle effettive capacità di impresa. Stesso discorso negativo varrebbe, in astratto, per un monopolista privato che soffocasse la concorrenza mediante processi di integrazione border line rispetto alle normative nazionali o comunitarie. Insomma, è più utile discutere del “come” che del “chi” o del “cosa”, senza impiccarsi a certezze dogmatiche che le politiche industriali non contemplano.

Guido Nicolini
Presidente Confetra

Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.