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NOVEMBRE 2020 PAG. 38 - Le imprese accanto a Webuild per la mobilità sostenibile


 

Cinquemila imprese. Cinquemila realtà produttive che dal Brennero alla Sicilia danno il loro contributo alla crescita del paese. Sono loro la filiera di alcune delle più grandi infrastrutture complesse che il Gruppo Webuild sta costruendo oggi in Italia.


Cinque progetti di cui il Gruppo è capofila: da Bicocca-Catenanuova - una tratta della futura Palermo-Catania - al Terzo Valico dei Giovi - la linea che potenzierà il collegamento tra il sistema portuale ligure e le principali linee ferroviarie del Nord Italia e del Nord Europa; dalla Galleria del Brennero – elemento centrale del collegamento veloce tra Verona e Monaco di Baviera – alla Metro M4 di Milano e alla Napoli-Cancello, una sezione della Napoli-Bari. Infrastrutture in costruzione che danno lavoro per l’esattezza a 4.921 imprese, di cui 2.185 fornitori e 2.736 subfornitori per un valore complessivo di contratti pari a 4,4 miliardi di euro. Un numero, questo, che racconta alla perfezione l’impatto collaterale di una grande opera, quello che va oltre la sua funzionalità e il suo utilizzo per i cittadini, e si lega al benessere economico dei territori, allo sviluppo dell’economia nazionale e naturalmente al sostegno della forza lavoro.


Le 5mila aziende attive nei più importanti cantieri italiani di Webuild sono rappresentate al 98% da imprese italiane (4.847 sul totale) e - grazie alle loro competenze - offrono l’immagine di un paese all’avanguardia dove investimenti, sicurezza, sostenibilità sono gli asset intorno ai quali costruire il futuro.


Una sostenibilità che, da Palermo al Brennero, viene declinata attraverso la mobilità sostenibile. Quattro di queste grandi opere (la linea Bicocca-Catenanuova, il Terzo Valico dei Giovi, la Galleria di Base del Brennero e la Napoli-Cancello) riguardano l’alta velocità ferroviaria e rientrano nelle reti TEN-T, i collegamenti continentali sostenuti dall’Unione europea; la quinta, la M4 di Milano, è invece la nuova linea metropolitana che collegherà l’aeroporto di Linate al centro del capoluogo lombardo in soli 15 minuti.


E così da Nord a Sud partecipano alla filiera di Webuild tanto grandi aziende come la Fagioli, specializzata nella movimentazione di maxi-manufatti (una tecnica che permette ad esempio di costruire le campate dei ponti in terra e di vararle in quota riducendo al massimo il rischio per la sicurezza

 dei lavoratori), quanto società più piccole come la Drafinsub, incaricata delle bonifiche dagli ordigni bellici prima dell’inizio dei lavori. E ancora la Fratelli Gentile sulla Napoli-Bari che ha brevettato sistemi innovativi per la raccolta e la gestione dei rifiuti abbandonati lungo il tracciato dell’opera, e la Clivio srl che, nella costruzione del tunnel che correrà sotto il fiume Isarco e sarà parte della Galleria di Base del Brennero, ha messo a disposizione due brevetti necessari per le attività di consolidamento del terreno che anticipano la perforazione delle talpe.
Sulla nuova linea Bicocca-Catenanuova, quella che porterà l’alta velocità in Sicilia tra Palermo e Catania, lavorano oggi insieme al Gruppo Webuild 193 imprese tra fornitori e subfornitori che hanno contratti per un totale di 104 milioni di euro.


Sul Terzo Valico dei Giovi (l’alta velocità che collegherà Milano con Genova in circa un’ora) sono invece al lavoro 2.314 imprese per un totale di contratti pari a 3,1 miliardi di euro, e con un baricentro focalizzato sul Nord, dove si concentrano 1.741 fornitori. Un’opera di grande impatto per tre grandi regioni italiane (Liguria, Piemonte, Lombardia) che - sotto l’organizzazione del Consorzio Cociv guidato da Webuild - arriverà a unire tra loro Genova e Rotterdam.


Sono questi i numeri che raccontano cosa c’è oltre i cantieri. Le storie, le esperienze, il lavoro, le competenze di migliaia di aziende che hanno contribuito ad aggiungere eccellenza e innovazione all’immagine del made in Italy nel mondo. Tutte esperienze che oggi - attraverso il coordinamento di Webuild - vengono messe al servizio di una nuova stagione delle infrastrutture italiane e di un settore pronto a ripartire e a creare nuova occupazione grazie anche al Progetto Italia, il piano di consolidamento che prevede l’incorporazione di Astaldi e di altre aziende italiane per dar vita a un colosso capace di rilanciare le grandi opere dentro i confini nazionali e di imporre la propria leadership sui mercati esteri.
 

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