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NOVEMBRE 2020 PAG. 22 - Il mercato della contract logistic dopo la pandemia


 

 Nel 2020 si attende un calo del 9,3% del mercato della Contract Logistics, a causa della riduzione dell’export e del traffico merci dovute alle restrizioni imposte dall’emergenza Covid, con un fatturato previsto di 77,8 miliardi di euro. La pandemia ha avuto un impatto anche sulle operazioni di fusione e acquisizione nel settore: delle 92 operazioni concluse fra il 2015 e il 2020, che hanno coinvolto fornitori di logistica internazionale (nel 34% dei casi) e nazionale (66%), solo 9 hanno avuto luogo quest’anno, contro le 16 del 2019, ed è calato notevolmente il fatturato delle aziende acquisite, pari a 100 milioni di euro contro i 500 milioni dell’anno precedente. Una forte contrazione che però non è stata omogenea durante l’anno, registrando un crollo dei volumi durante la quarantena per la maggior parte dei settori e dei canali di vendita, eccetto l’e-commerce e i settori Food e Healthcare, e una robusta ripresa a partire da giugno, quando i volumi sono aumentati del 6% rispetto allo stesso periodo del 2019. È il quadro d’insieme del settore che emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet della School of Management del Politecnico di Milano presentata durante il convegno online “Contract Logistics: dall’emergenza le basi per un nuovo futuro”.


L’emergenza sanitaria ha interrotto un trend di crescita pluriennale del settore, che nel 2019 aveva raggiunto un fatturato previsto pari a 86 miliardi di euro, +0,8% in termini reali sul 2018, e a 84,8 miliardi nei dodici mesi precedenti, +1,6% rispetto al 2017. La crescita del 2018 è trainata dai grandi operatori, che mostrano un incremento del 3,6%, mentre la redditività cala dal 3,9% al 3,6%. A incidere è anche la spinta della logistica in outsourcing, che raggiunge un valore di 49,3 miliardi di euro (+2,8%) e rappresenta il 42,4% delle attività logistiche in Italia, complessivamente pari a 116,4 miliardi. La Strategic Contract Logistics, cioè l’esternalizzazione di una parte rilevante del processo logistico a un unico fornitore, cresce più del mercato complessivo (+26,2% dal 2009 contro il +16,6% del mercato della Contract Logistics), toccando quota 10,3 miliardi di euro. Nel 2018 sono 89mila le aziende che operano nella logistica conto terzi, in calo dell’8,2%; la maggior parte sono autotrasportatori (68mila, -8,8%), poi gestori di magazzino (4.400), spedizionieri (2.200, -2,5%) e operatori logistici (900, -9,2%); crescono solo i corrieri (+4,4%).


“Il modello della Logistica conto terzi si è rivelato un punto di forza e il Covid-19 sta amplificando gli elementi di cambiamento già in atto” afferma Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics. “Nella gestione dei magazzini, ad esempio, c’è una maggiore attenzione all’organizzazione dei fornitori di servizi logistici, lo sviluppo di realtà strutturate con competenze HR sempre più sviluppate e la ricerca di una maggiore visibilità reciproca tra committente e fornitore”.
L’emergenza ha mostrato alcune fragilità del settore su cui sono necessari investimenti e miglioramenti per rendere il settore più resiliente. Il boom dell’e-commerce e i cambiamenti delle tradizionali tratte di consegna delle merci hanno confermato la necessità di rafforzare la distribuzione locale. La crescita della domanda ha evidenziato anche i limiti riguardo al trasporto intermodale che dovrà essere potenziato. È cresciuta, infine, la consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione dei processi e della visibilità della supply chain.


L’agenda 2021
Nel corso degli ultimi mesi, l’attenzione dei manager logistici si è spostata dalla necessità di garantire il servizio, nella fase più acuta della pandemia, all’analisi delle criticità emerse, dei meccanismi organizzativi da ripensare e alla progettazione di nuove soluzioni. Per il 2021 la priorità sarà lavorare ad azioni mirate a una maggior resilienza del sistema logistico in termini di capacità di adattamento a nuovi contesti, indicata dal 62% del campione analizzato, seguita dall’introduzione di soluzioni per la digitalizzazione dei processi (50%), con particolare attenzione ai Big Data Analytics, per un miglior monitoraggio delle attività aziendali e dei processi di filiera. Cresce anche l’attenzione per la sicurezza dei lavoratori (38%) e per la semplificazione della gestione dei flussi logistici (27%), raggiungibile anche con la revisione e digitalizzazione di alcuni processi.


La trasformazione degli immobili logistici
L’emergenza sta influenzando anche la trasformazione degli immobili logistici, con modalità diverse a seconda della tipologia di magazzino (magazzino di stoccaggio, di fabbrica e di distribuzione, di prossimità con stock o senza stock, fulfilment center in aree urbane). Aumentano la complessità dei network logistici, con il 47% del campione coinvolto nella ricerca che utilizza tutte e quattro le tipologie di magazzino, e la capillarità, con il 40% che dichiara una crescita dei magazzini di prossimità e dei centri di smistamento. Il Covid-19 spinge lo sviluppo dell’ultimo miglio, si trasformano i magazzini di prossimità e di smistamento e nascono i micro-fulfilment center, dove le operazioni di prelievo sono automatizzate e integrate con il trasporto nell’ultimo miglio, mentre crescono l’esigenza di una strategia omnicanale e l’attenzione alla sostenibilità dei magazzini anche attraverso il ricorso all’automazione. L’Osservatorio ha mappato 2,8 milioni di metri quadrati di magazzini, rilevando che i nuovi immobili logistici sono sempre più vicini a diventare carbon neutral, cioè a zero emissioni di anidride carbonica. La differenza di emissioni fra i magazzini progettati più di dieci anni fa e i nuovi immobili o quelli sottoposti a rinnovamento è risultata pari al 60%.


Le startup logistiche
Le direzioni di sviluppo intraprese dalle startup sono di forte interesse per gli operatori tradizionali: nel perseguire l’innovazione le imprese esistenti seguono diverse strategie, quali l’acquisizione di startup già consolidate, la creazione di una startup propria/lo sviluppo di una soluzione interna oppure il finanziamento di startup non appartenenti al proprio gruppo/organizzazione. Sono 501 le startup logistiche censite a livello internazionale dall’Osservatorio, in crescita del +57% rispetto al 2018, per un finanziamento complessivo pari 9,56 miliardi di dollari, quasi il doppio dell’anno precedente (+92%). Le startup più finanziate sono i fornitori di soluzioni hardware per le attività logistiche (85, +174%), con 3,28 miliardi di dollari raccolti (+913%), e i nuovi player della logistica che offrono servizi logistici innovativi in termini di area geografica, attività o tecnologie (160 startup, +45%), con quasi 3 miliardi di investimenti raccolti (+12%). Le più numerose sono le nuove imprese che sviluppano software per la gestione dei flussi logistici, con 168 startup nel 2020 (+115%), che hanno ricevuto 1,86 miliardi di dollari (+400%). Calano del 10%, invece, sia come numero sia come finanziamenti le piattaforme che incrociano domanda e offerta di servizi logistici (85 startup, 1,42 miliardi di dollari raccolti). 


I Big Data Analytics  
I Big Data Analytics durante l’emergenza hanno aiutato le imprese a reagire alle difficoltà, accelerando i tempi di adozione delle tecnologie e consentendo di reinventare i processi, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle scorte e la previsione della domanda. Nella logistica possono trovare applicazioni nelle attività di magazzino, di trasporto e nei processi di filiera. Sono tre le funzionalità principali delle applicazioni di Big Data Analytics che possono migliorare i processi logistici: Descriptive è la capacità di descrivere il processo analizzato, monitorarne l’andamento e identificarne le cause; Predictive è la funzionalità in grado di prevedere l’andamento di una variabile di interesse nel tempo; Prescriptive, infine, è la capacità di dare supporto a chi si gestisce una particolare attività fino a poterlo sostituire all’occorrenza.

Sandro Minardo

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