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NOVEMBRE 2020 PAG. 14 - Connecting Dots: l’Italia è in difficoltà strutturale

 


Nel decennio 2009-2019 l’Italia è il paese cresciuto meno velocemente in tutta l’Ue e la zona euro, a fronte delle variazioni positive del Pil del 21,4% in Germania e del 14,4% in Francia. Il nostro paese mette a segno uno striminzito +2,4%, con un aumento del 0,3% nell’ultimo anno rispetto al +0,8% del 2018 sul 2017. Del prodotto interno lordo della penisola il 61% è stato rappresentato dalla domanda privata, che in 11 anni è aumentata solo del 0,9%. In flessione un’altra componente fondamentale che vale oltre il 18% del PIL, vale a dire gli investimenti fissi lordi, che segnano una perdita del 7,2% dal 2009. 


È il quadro di difficoltà strutturale che emerge da Connecting Dots, strumento di informazione e analisi integrato che RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti e Struttura tecnica di Missione del MIT hanno elaborato sugli andamenti congiunturali e strutturali dei trasporti e della logistica, anche in relazione al ciclo economico del Paese. Un bollettino periodico rivolto a decisori politici, tecnici ed esperti, stakeholder del settore, strutturato in tre macro-sezioni, incentrate sull’analisi degli andamenti macroeconomici, trasportistici, ed un’ultima parte dedicata all’analisi di atti e studi di interesse nel comparto dei trasporti, della logistica e delle loro interazioni. 


Il ruolo strategico dell’internazionalizzazione
Dal lavoro esce confermato il flusso in controtendenza del valore delle esportazioni e delle importazioni di beni e servizi, con un +43,5% della domanda estera di beni e servizi italiani e un +26,1% della domanda italiana di beni esteri. “In tal senso, l’internazionalizzazione dell’economia italiana sembra essere stato il driver che ha permesso al paese di rimanere ancorato ad una frontiera, seppur modesta, di crescita nonostante i pesanti effetti delle crisi economiche e finanziarie succedutesi a cavallo del primo decennio degli anni 2000”. Rispetto al PIL complessivo, infatti, le esportazioni hanno guadagnato terreno passando da una quota del 22,6% nel 2009 al 32% del 2019. La bilancia commerciale ha generato un ampio surplus dato che le esportazioni nette (export - import) su base annua sono state costantemente sopra i 35 miliardi di euro a partire dal 2012. 


Le performance del settore trasporti
A tenere su il sistema paese, sostanzialmente le buone performance del traffico merci in tutti i comparti. In generale, “le analisi dimostrano una elevata elasticità dei traffici merci (domestici + internazionali) rispetto alle variazioni del PIL nazionale, più o meno accentuate per singole modalitá di trasporto sulla base della variabile macroeconomica a cui rispondono maggiormente. Ad esempio, il cargo aereo che è prevalentemente utilizzato su origini e destinazioni superiori ai 2.000 km, ha risposto in maniera diretta agli aumenti degli scambi commerciali registrati negli ultimi anni visti nel paragrafo precedente”. 


Il fattore elasticità
Tre i fattori che hanno garantito questo successo: l’incremento del grado di internazionalizzazione dell’economia italiana che ha influito sull’andamento del cargo aereo e dei trasporti marittimi maggiormente integrati nelle catene logistiche internazionali ed in misura minore sul traffico ferroviario; l’allungamento delle catene logistiche internazionali gestite da grandi operatori conto terzi, solo parzialmente bilanciate dal fenomeno del reshoring; i nuovi modelli di logistica distributiva conseguenti, ad esempio, all’esplosione dell’e-commerce e l’alta penetrazione di operatori esteri sul territorio nazionale, in particolare sull’autotrasporto, che hanno generato un incremento dei veicoli e delle tonnellate-km percorse su strada. 


Impatto della pandemia
Il documento analizza anche le conseguenze della prima fase dello scoppio della crisi pandemica SARS-CoV-2, in cui il PIL italiano è calato del 12% rispetto al primo semestre 2019 e con previsioni di ripresa nel 2021 non in grado di bilanciare il pesante calo annuo stimato per il 2020 (-9%). “Nel corso dei primi sei mesi dell’anno, peraltro, si è osservato una generale tenuta dei volumi di traffico del comparto merci, che ha garantito approvvigionamenti alle unità produttive ed ai consumatori finali nei circa tre mesi di lockdown”. Il calo del traffico stradale (-20,8% su rete autostradale e -16,8% su rete ANAS), del settore portuale (-13,6%) e ferroviario merci (-12,3%) sono risultati molto più limitati rispetto alle flessioni del segmento passeggeri (-70% aereo; -81,4% AV). 


“La mission di questo strumento è costruire un minimo comune denominatore, un database per quanto possibile condiviso e univoco a livello nazionale, in materia di dati ed analisi che possano essere funzionali alla pianificazione di settore, alla programmazione e, per quanto possibile, alle scelte di investimento delle singole aziende, soprattutto in una fase di grande incertezza come quella che stiamo vivendo a causa del Covid,” ha spiegato l’amministratore unico di RAM, Ennio Cascetta. “Il rapporto non si pone, infatti, l’obiettivo di sostituire le usuali fonti dati ovvero crearne di aggiuntive, quanto quello di connettere e portare a fattor comune i dati esistenti fornendo una panoramica integrata in grado di definire e individuare l’andamento del comparto dei trasporti nel suo insieme”. “L’idea è quella di monitorare l’evoluzione del sistema dei trasporti merci e passeggeri del Paese per meglio pianificare, programmare e gestire gli investimenti nelle infrastrutture e servizi di trasporto,” ha aggiunto il coordinatore della Struttura Tecnica di Missione del MIT, Giuseppe Catalano. “La grande quantità di dati oggi disponibili per il settore possono non essere appieno sfruttati senza una lettura unitaria che ne possa permettere una sintesi chiara anche per meglio comprendere dove siamo e soprattutto verso dove ci stiamo dirigendo come sistema Paese. “Connecting Dots” può inoltre diventare anche un riferimento utile per le aziende, gli operatori e gli esperti del settore che vogliano, in un unico documento sintetico, monitorare l’evoluzione, le tendenze e le esigenze del settore dei trasporti e della logistica italiana”.

Red.Mar.

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