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AGOSTO 2020 PAG. 44 - Relazione di chiusura dell’istruttoria del MIT







Nel quadriennio 2016-19 il traffico passeggeri nei servizi marittimi è calato dell’1,73% nell’ambito di un andamento caratterizzato da una certa discontinuità; il traffico merci, invece, mostra un andamento crescente, +8,71%. È la tendenza macro che emerge dalla relazione di chiusura dell’istruttoria condotta dal MIT per accertare le condizioni necessarie ad assicurare il servizio di continuità territoriale relativo ai collegamenti con le isole maggiori e le Tremiti, in vista della scadenza della convenzione con CIN (prorogata nel contesto dell’emergenza da Covid-19) e della promulgazione di una nuova gara. Con la pubblicazione dell’esito dell’istruttoria, il MIT ha inoltre dato annuncio dell’avvio della prevista verifica di mercato pubblicando quesiti e schede per la consultazione delle compagnie di navigazione, consultazione che avverrà per un periodo di 30 giorni sino al prossimo 24 settembre.

Il mercato
Nel quadriennio considerato, sono state effettuate annualmente in media sulle linee in Convenzione 8.209 corse; di queste, 4.761 hanno interessato i collegamenti fra la penisola e la Sardegna, 1.799 fra la penisola e la Sicilia, 118 tra le isole maggiori (per collegare i porti di Cagliari e Palermo) e 1.531 tra Termoli e le Isole Tremiti. L’offerta di CIN in convenzione si è concretizzata in un numero medio annuo di corse pari a 4.532; di queste, 2.627 hanno interessato i collegamenti fra la penisola e la Sardegna, 791 quelli fra la penisola e la Sicilia, 118 entrambe le isole maggiori e 996 la linea Termoli-Tremiti. Il 70% delle corse è relativo al trasporto misto e il 13,6% al servizio solo merci; il restante 17,4% delle corse è stato effettuato sulla linea Termoli-Tremiti. Il numero medio annuo di passeggeri che hanno viaggiato supera i 3 milioni. Di questi, 2,2 milioni si sono spostati fra la penisola e la Sardegna, 573 mila fra la penisola e la Sicilia, 54 mila tra le isole maggiori e 202 mila fra Termoli e le Isole Tremiti. CIN ha trasportato mediamente, nel periodo in cui ha operato in Convenzione, circa 1,05 milioni di passeggeri all’anno, di cui 759 mila fra la penisola e la Sardegna, 124 mila fra la penisola e la Sicilia, 54 mila tra le isole maggiori e 107 mila sulla linea Termoli-Tremiti. Relativamente alle auto, il numero medio che ha viaggiato è pari a oltre 860 mila, di cui 681 mila fra la penisola e la Sardegna, 166 mila fra la penisola e la Sicilia, 13 mila tra le isole maggiori e 3 mila tra Termoli e le Isole Tremiti. CIN ha trasportato 260 mila autovetture di cui 212 mila fra la penisola e la Sardegna, 31 mila fra la penisola e la Sicilia, 13 mila tra le isole maggiori e 3 mila sulla linea Termoli-Tremiti. Inoltre, hanno viaggiato mediamente all’anno, fra il 2016 e il 2019, quasi 5 milioni di metri lineari di merci, di cui 2,8 milioni fra la penisola e la Sardegna, 2 milioni fra la penisola e la Sicilia e 71 mila tra le isole maggiori. Di questi, CIN ha trasportato mediamente 3,2 milioni di metri lineari all’anno in convenzione: 1,9 milioni fra la penisola e la Sardegna, 1,3 fra la penisola e la Sicilia e 71.000 tra le isole maggiori.

Il regime di Convenzione
Considerando i servizi svolti in convenzione, nell’arco del quadriennio la quota di mercato di CIN scende, passando dal 36,35% al 29,60%. Tale quota, misurata in aggregato rispetto all’insieme dei servizi offerti, mostra naturalmente un andamento decrescente, passando dal 66,42% al 62,12%; essa è altresì evidentemente sostenuta dai servizi svolti fuori convenzione. Analogamente, l’andamento del trasporto delle merci operato da CIN nei periodi in convenzione risulta anch’esso in decrescita, ma registra una più contenuta riduzione, pari al -2,42%. “Ciò è in controtendenza rispetto alla crescita complessiva del mercato, che ammonta all’8,71% fra il 2016 e il 2019; la quota di mercato di CIN scende complessivamente dal 64,72%% al 58,08% nei servizi in OSP.  Considerando il carattere di stagionalità mostrato dal mercato nel suo insieme, anche il traffico di CIN in regime di OSP risente di una forte componente stagionale, meno marcata – ma comunque consistente – nel trasporto delle merci”.

I ricavi
Guardando all’andamento dei ricavi nel loro insieme si registra una tendenza complessivamente positiva (+25% fra il 2016 e il 2018), con la maggiore crescita registrata nei ricavi da trasporto merci (+40% fra il 2016 e il 2018). Si noti che, dai dati del preconsuntivo 2019, i ricavi tariffari risultano in diminuzione, ma in linea con la media del periodo considerato, attestandosi su circa 158 milioni. Con specifico riferimento alla loro composizione, si evidenzia che circa il 61% dei ricavi è generato dal trasporto merci, seguito dal trasporto passeggeri e dal trasporto delle auto al seguito.

La domanda
In generale, i driver principali della domanda di trasporto marittimo sono la dinamica di PIL, occupazione e turismo, con un lag temporale diverso a seconda della tipologia della domanda: più immediata ed elastica la reazione della domanda di trasporto di merci, più lenta e mediata da altri fattori quella di trasporto di passeggeri. La crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 ha provocato un grave deterioramento del quadro macroeconomico, reso più complicato dall’incertezza sulla durata della pandemia. La difficoltà di prevedere l’evoluzione del contagio e la mancanza di dati sugli effetti economici e sociali della crisi sanitaria, al momento in cui si scrive ancora non disponibili, rendono molto complesse le stime a fini decisionali e comportano dei risultati fortemente incerti. In aggiunta al quadro macroeconomico nazionale, le misure sanitarie adottate hanno impattato in misura ancor più drammatica sul settore dei trasporti: anche una volta che queste saranno dismesse, persisterà ancora per diverso tempo la “coda” in termini di depressione della domanda di mobilità pubblica. In tale contesto è ragionevole ipotizzare che anche il trasporto marittimo di persone sarà caratterizzato da un calo della domanda e, di conseguenza, dell’offerta e dell’occupazione, con ricadute negative su tutta la filiera del settore e non solo.

Le previsioni
Per il periodo 2021-20125 si è ipotizzato di distinguere i due scenari alternativi in “alto” e “basso”. Lo scenario basso, per le linee relativamente alle quali sono stati osservati trend storici crescenti (Cagliari-Palermo, Genova-Olbia-Arbatax, e Olbia-Civitavecchia), assume un ritorno progressivo ai livelli medi del periodo pre-crisi. Per le restanti linee, relativamente alle quali, nel quadriennio 2016-2019, si è osservato un trend decrescente del flusso di passeggeri, si è ipotizzato che la domanda pur tornando a crescere, si riallinei ai tassi decrescenti del periodo pre-crisi. Nel complesso, nel 2025 i passeggeri si attestano a 2,8 mln circa su tutte le linee considerate, con un tasso di crescita medio del 5%. Lo scenario alto ipotizza, invece, su tutte le linee, un graduale ritorno del traffico ai livelli pre crisi del 2019, raggiungendo circa 3,2 mln di passeggeri, ad un tasso di crescita medio dell’8%. “La concretizzazione dello scenario alto è sfidante e richiede la realizzazione di una serie di condizioni: in primo luogo, il sostanziale riassorbimento degli effetti indotti da variazioni in diminuzione dell’occupazione e del turismo; a seguire, il soddisfacimento di esigenze e fabbisogni emersi dalle consultazioni pubbliche, attraverso una riduzione delle tariffe, l’ampliamento della platea di soggetti titolari di agevolazioni ed un miglioramento delle infrastrutture di terra e di bordo”.

                                                                                                                                     Stefania Vergani
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