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AGOSTO 2020 PAG. 10 - Palumbo, seguire velocemente gli sviluppi del mercato







«A nche il settore cantieristico ha subito le conseguenze della pandemia da Covid con gravi riduzioni delle commesse, flessione conseguente delle ore lavorative, ricorso ai sostegni statali per garantire i livelli occupazionali. Per fortuna, dopo la fase di lockdown, le aziende e il settore pubblico hanno messo in piedi una serie di protocolli per garantire la ripresa in sicurezza delle attività. Un’altra crisi sanitaria, con chiusura di porti e aeroporti, avrebbe effetti catastrofici ma sono ottimista e, allo stesso tempo, consapevole che per un certo periodo bisognerà convivere con questa situazione, mantenere alta l’attenzione per evitare di aggravare la situazione». Antonio Palumbo, presidente di Palumbo Group, tra le realtà più importanti a livello internazionale nel settore cantieristico, spiega come sta adattando la pelle del suo network alle nuove esigenze e come evolverà nel prossimo futuro a seguito dell’importante accordo realizzato recentemente con il gigante MSC.  

Per cominciare, quali sono i principali asset del gruppo Palumbo?
Contiamo su otto cantieri nel Mediterraneo così da fornire un significativo network per tutti i clienti dello shipping: l’obiettivo è garantire tutte le facilities per tutte le tipologie di navi che navigano nell’area del Mare Nostrum. I 14 bacini di cui disponiamo coprono un’ampia offerta di servizi improntati ad efficienza e professionalità. Inoltre, operiamo nel rispetto degli aggiornamenti tecnici riguardanti tutte le nuove generazioni di navi, in particolare le nuove unità LNG e quelle che si stanno adeguando alle nuove prescrizioni ambientali.

“Un gruppo internazionale con un approccio familiare”: qual è il segreto del successo imprenditoriale della famiglia Palumbo?
In 55 anni di attività si sono susseguite già tre generazioni familiari che hanno garantito una costante diversificazione dell’offerta che oggi copre sia il settore shipping sia quello degli yachts. La chiave di volta è mettere insieme l’esperienza accumulata con la passione e la filosofia imprenditoriale giusta per poter competere su un mercato molto particolare e competitivo. In realtà non c’è nessun segreto. Piuttosto un concetto, tipicamente italiano, ispirato all’armonia della bellezza che cerchiamo di infondere in ogni creazione o ricostruzione delle unità che trattiamo nei nostri stabilimenti. Queste sono le cose che facciamo e sappiamo fare, meglio di chiunque altro.

In che modo è cambiata dal punto di vista operativo l’attività nel settore cantieristico?  
In questo oltre mezzo secolo di attività ci siamo sempre confrontati, applicandoli costantemente, su due principi: rispetto delle regole e veloce adeguamento all’evoluzione del mercato. Rispetto dell’ambiente, sicurezza e qualificazione dei dipendenti sono i fattori su cui abbiamo dovuto lavorare costantemente.

Da dove nasce la partnership per i cantieri maltesi con MSC?  
È un accordo che coniuga la filosofia di due famiglie, di due realtà imprenditoriali che condividono lo stesso obiettivo e gli stessi interessi nel settore marittimo. Certo con logiche differenti ma convergenti nel rafforzare la presenza nel bacino mediterraneo attraverso le rispettive competenze specifiche.

Quanto peseranno i cambiamenti tecnologici nel futuro del settore?   
Lo shipping mondiale si dirige verso un cambiamento radicale nelle caratteristiche principali delle navi che dovranno sempre più garantire salvaguardia dell’ambiente sia a livello marino sia atmosferico. Questo processo è già iniziato diversi anni fa, con le modifiche dei cicli di pitturazione, l’abbattimento della CO2 emessa, fino ad arrivare alle navi concepite totalmente per non inquinare. I nostri cantieri già si sono proiettati verso questo cambiamento conquistando una posizione di leadership a livello internazionali. Siamo pienamente coinvolti in questa sfida e pronti a giocare un ruolo determinante nel progresso di tutto il cluster.

                                                                                                                             Giovanni Grande

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