Header Ads

LUGLIO 2020 pag. 12 - L’Italia alla ricerca di una strategia energetica







Gli impatti della pandemia sulla filiera petrolifera, le nuove strategie imposte dalla transizione verso fonti meno inquinanti, il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo. Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli, sullo stato di salute del settore dopo la pandemia. La mancanza di una politica energetica e quello che va fatto per aiutare la ripresa del Paese.

In che modo le aziende di Federpetroli hanno affrontato l’emergenza Covid-19?
I protocolli adottati nelle aziende, specialmente nelle grandi società petrolifere sono stati quelli già messi in atto con Sars, Ebola ed altre situazioni di emergenza sanitaria, spesso vissuti particolarmente in paesi dell’Africa. La riduzione di operatività in sede e il trasferimento in regime di smart-working questa volta però, è stato più veloce causa l’evolversi della pandemia. Nessuna interruzione della filiera, ritenendosi l’attività ed il servizio energetico ‘necessario’ alle utenze diverse, specialmente in questo contesto.

Quale è stato l’impatto del lockdown sul mercato petrolifero?
L’impatto più forte è stato quello che abbiamo visto sulla Rete Carburanti, dove già dalla settimana precedente il primo DPCM gli erogati iniziavano a diminuire, fino a raggiungere un livello in circa 15 giorni con un segno negativo dell’83 % dai consumi pre-allerta. Di conseguenza, con un effetto domino a ritroso, nelle raffinerie vi è stato un surplus di prodotto raffinato, la logistica ed i trasporti sono stati più che dimezzati nei viaggi giornalieri ed ovviamente anche il grande quantitativo di greggio a livello mondiale non si riusciva a smaltire, con conseguenze drastiche sui prezzi del petrolio. L’Italia non ha avuto situazioni diverse da altri paesi, il crollo è stato generale a livello mondiale.

Sono previste conseguenze strutturali sul mercato a seguito della pandemia?
Certamente un adeguamento di alcuni asset in diverse aziende c’è stato, anche perché, nelle prime settimane non si riusciva ancora a prevedere una riapertura o una fine generale del tutto. Quindi alcuni numeri hanno subìto una correzione, specialmente nei piani di investimento e nell’operatività delle singole divisioni. La fortuna, se così possiamo definirla è che la crisi che si è innescata con il Covid19 non è stata come quella di anni fa, intendo economica e di consumo, ma bensì di uno stop forzato a causa della situazione. Questo ha fatto sì che le attività, appena possibile, sono ripartite subito e se ancora oggi i consumi faticano, l’operatività è in vita. I consumi, nel nostro settore sono ritornati ai livelli pre-Covid ma comunque molte aziende medie e piccoli vertono in situazione di forte difficoltà.

Quali sono le tendenze che caratterizzeranno il settore sul medio periodo, dopo le turbolenze legate alla volatilità dei prezzi?
Ci troviamo in un’era di “transizione energetica” dove l’impatto ambientale delle filiera petrolifera andrà sempre ad essere minore utilizzando fasi di decarbonizzazione e le varie forme di energia fossile saranno sempre più pulite. Parlo di grandi investimenti ed ingenti capitali, ma questo deve essere la parola d’ordine per i prossimi anni. ENI, BP ed altre hanno ufficializzato lo start di questi processi e questo sarà il trend del futuro. Dall’altro lato, ed intendo le quotazioni dei greggi, non eravamo preparati ad oscillazioni così forti ed a tale volatilità dei mercati, ma la lezione è servita. Ora non solo le trading house ma anche gli operatori più tecnici viaggiano con una veduta diversa che porta a proteggere gli investimenti di copertura aziendali e delle materie prime. Come dicono a Wall Street: il prezzo sale o scende ci si guadagna sempre. Ed è proprio questo che dobbiamo tenere in mente. Paesi come l’Arabia Saudita hanno fatto del Covid una strategia di mercato molto forte, approvvigionandosi di greggio in quantità e mettendo fuori gioco l’industria dello Shale-Oil statunitense. In questo modo abbiamo visto anche un Opec ed un Opec+ che ha dovuto mediare per non inflazionare ancora di più il mercato. Il Medio Oriente ancora una volta ha dimostrato di essere leader indiscusso dei mercati petroliferi internazionali ed ago della bilancia nelle quote di mercato.

C’è un ruolo per l’Italia nella partita degli idrocarburi?
Da anni con l’Italia abbiamo una posizione di leadership, grazie alla nostra azienda energetica nazionale ENI, tutti i nuovi e più importanti giacimenti, sia onshore che offshore sono di nostra titolarità. E’ il caso di Zohr in Egitto ma anche di altri bacini ad alto potenziale di idrocarburi. E nonostante la Libia resta ancora una terra delicata e pericolosa, le scoperte in Africa ed in altre zone a Nord del Mediterraneo hanno dato e continuano a dare soddisfazione. Siamo in attesa di conoscere quello che sarà lo sblocco della vicenda dei giacimenti nelle acque a largo di Cipro e quale ruolo verrà dato all’Italia, in una delicata guerra aziendale e geopolitica con la vicina Turchia.

In che modo il Piano Energetico Nazionale può contribuire alla ripresa?
La Strategia Energetica Nazionale (S.E.N.), pandemia o no, non va modificata. Per noi di FederPetroli Italia va creata. Ad oggi quello che esiste su carta non è una politica energetica ma solo un contenitore burocratico di inesattezze su quello che deve essere l’energia in un Paese. L’energia deve focalizzarsi su un mix energetico dove tutte le forze e le potenzialità industriali di una nazione siano intersecate fra di loro per poter dare e soddisfare quel fabbisogno energetico di un paese, dalle risorse minerarie alle nuove forme di energia. Questo suddiviso per le capacità di ogni settore e nella forza di produzione di tutte le diverse forme. Oggi questo non esiste, ed è la causa di un costo dell’energia in Italia molto più alto di tanti paesi europei e di altri continenti. L’Italia invece di sfruttare le proprie risorse energetiche e ottimizzare i costi delle bollette delle famiglie italiane, preferisce acquistare energia all’estero e creare sempre più difficoltà a molte aziende italiane del settore. Una strategia fallimentare.

                                                                                                                              Giovanni Grande
Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.