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MAGGIO 2020 PAG. 40 - NEWS OBOR






Frena l’espansione delle aziende cinesi in Occidente
Secondo la società di analisi Rhodium Group gli investimenti cinesi diretti negli Stati Uniti sono crollati a cinque miliardi di dollari l’anno scorso, rispetto ai più di 50 del 2016 e ai circa 30 del 2017. Stesso trend misurato dal Mercator Institute for China Studies secondo cui gli investimenti diretti nella Ue e nel Regno Unito sono diminuiti nel 2019 del 33%, da 18 a 12 miliardi di euro. Nel vecchio continente, inoltre, i paesi del Nord hanno superato per la prima volta  Germania, Gran Bretagna e Francia, paesi storicamente i preferiti da Pechino. Stando alle analisi queste tendenze sarebbero il frutto di un cambio della strategia del gigante asiatico in Europa: meno acquisizioni, maggior interesse allo sviluppo di collaborazioni in Ricerca e Sviluppo con imprese, governi, università.
Partnership spesso problematiche, a casua del “trasferimento di tecnologia al complesso industrial-militare della Cina”, e al centro di una crescente ostilità anche in altre parti del mondo: le operazioni globali di acquisizione e fusione sono per esempio scese dai 260 miliardi di dollari del 2016 ai 57 del 2019. Pesa la paura della “trappola del debito” ma anche lo stato di salute dell’economia del gigante asiatico. Rhodium Group ha calcolato che l’indebitamento delle famiglie cinesi è esploso negli scorsi anni ed è ormai attorno al 130% del reddito disponibile.

Cresce il cargo aereo Cina - Germania
I voli cargo settimanali di Lufthansa tra la Cina e la Germania sono arrivati a 30. Lo ha confermato Lufthansa Cargo China, che ha recentemente programmato altri 14 collegamenti tra la città cinese di Shenzhen e Francoforte. La linea aerea tedesca operava già 16 rotte a settimana fra città cinesi e tedesche. Oltre a queste, la compagnia aerea fornisce anche voli charter per il trasporto di merci. Durante la pandemia di coronavirus, Lufthansa Cargo ha fornito fino a 50 collegamenti commerciali a settimana per contribuire al trasporto di forniture mediche vitali e sostenere le catene di approvvigionamento. Le autorità dell’aviazione civile della Cina hanno introdotto una serie di politiche per agevolare i collegamenti aerei globali per il trasporto merci, dal momento che i servizi di trasporto aereo di merci svolgono un ruolo importante nella lotta globale contro COVID-19.

China Ralway, 52 rotte commerciali verso l’Europa
Manzhouli, il più grande interporto al confine tra Cina e Russia, ha registrato quest’anno un flusso di 1.100 treni merci fra Cina ed Europa, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente, secondo China Railway. Attualmente dal terminal di Manzhouli sono attive 52 rotte di treni merci Cina-Europa che contribuiscono a promuovere il commercio tra 60 città cinesi e 28 città in 13 Paesi europei tra cui Germania, Polonia e Belgio. La graduale ripresa del lavoro in Cina ha consentito una maggiore diversificazione delle merci trasportate attraverso i servizi ferroviari, tra cui i beni di prima necessità, i prodotti elettrici, i macchinari industriali, i metalli, i prodotti chimici e gli alimenti. In seguito all’epidemia di COVID-19 l’interporto ha adottato metodi di lavoro flessibili per rafforzare il contenimento dell’epidemia e ridurre i tempi di sdoganamento. Questo ha permesso di attrarre sulla modalità ferroviaria molte merci che precedentemente viaggiavano via aereo.

Le mire di Pechino sulla Libia
La Libia sempre più nel mirino degli interessi cinesi. A dispetto della crisi politico-militare che sta dilaniando il paese Pechino continua a lavorare sottotraccia per comprendere il paese all’interno della BRI. Già sotto il regime di Gheddafi la Cina si era impegnata nella costruzione di varie infrastrutture. Stando ad un report del think thank americano Carnegie Endowment for International Peace nel 2011 Pechino aveva 75 società che sviluppavano 18,8 miliardi di dollari di affari in Libia attraverso 36 mila dipendenti impegnati in circa 50 progetti, fra l’altro di edilizia abitativa, ferrovie, telecomunicazioni e idroelettrico. Oggi con l’appoggio ufficiale al governo di Accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj i diplomatici asiatici hanno incontrato esponenti dell’esecutivo di Tripoli nove volte tra il 2016 e quest’anno: compreso una bilaterale esteri fra Mohamed Siala e Wang Yi a margine del Forum di cooperazione Cina-Africa (Foocac) di metà 2018, con firma di un memorandum d’intesa per inserire la Libia nella nuova Via della seta. Già l’anno dopo il commercio bilaterale fra i due Paesi è schizzato a 6,21 miliardi di dollari con un aumento annuo del 160% trainato soprattutto dall’export petrolifero libico.


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