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MAGGIO 2020 PAG. 33 - Porti: opportunità e strategie per affrontare il post-Covid







Uscita dalla fase più dura della crisi sanitaria, con l’avvio del percorso più o meno lungo verso la normalità, è tempo per la portualità italiana di tirare le fila di quanto accaduto finora. Con il Presidente di Assoporti, Daniele Rossi, tratteggiamo il quadro delle criticità, delle opportunità, delle strategie da mettere in campo per affrontare il futuro post-Covid.

Come è uscito il sistema portuale dalla fase più difficile dell’emergenza?
Profondamente segnato nei numeri, nello spirito, nella consapevolezza che tutto il sistema Italia non era pronto ad affrontare una situazione di tale drammaticità. Allo stesso tempo il comparto ha dimostrato una grande capacità di reazione: pur tra mille difficoltà operative gli scali italiani hanno garantito la tenuta del paese. Ne è emersa una consapevolezza nuova, anche ai non addetti ai lavori, della sua strategicità. Un elemento rafforza la sua posizione per il prossimo futuro, insieme alla determinazione e alla voglia, ampiamente dimostrate, di non tradire le aspettative.

Cosa ha insegnato la crisi? Emergeranno nuove opportunità? 
Sull’emergere delle nuove opportunità non ci sono dubbi. Anche se non credo che affrontare momenti difficili sia il modo migliore per risolvere le problematiche strutturali del sistema. Lo sforzo maggiore nel prossimo futuro dovrà, anzi, concentrarsi sulla prevenzione delle eventuali crisi o quantomeno sul contenimento dei loro effetti. Sotto questo aspetto non sono mancati gli insegnamenti: servono norme, procedure, accordi tra parti datoriali e sindacali ben definiti. Oltre a uno sfruttamento ottimale delle nuove tecnologie.

Quale deve essere la priorità per garantire il rilancio?
Prendersi cura dei lavoratori. Giudico positivamente le misure di sostegno al reddito delle persone, così come gli aiuti alle imprese. Ma per il settore portuale serve soprattutto una revisione normativa. Va affrontata definitivamente un ripensamento di tutto il nostro sistema amministrativo attraverso un cambio di paradigma radicale. Il nuovo quadro di riferimento dovrà basarsi sul principio della fiducia. Quello attuale, proprio perché basato sul controllo, produce barriere burocratiche che frenano lo sviluppo.   

La recente iniziativa del porto di Bilbao in tema di tassazione degli enti portuali può aprire un fronte Mediterraneo a Bruxelles?
Ad oggi si tratta di un atto che riguarda un singolo scalo. Né il governo né l’associazione dei porti spagnoli ha appoggiato ufficilamente quella richiesta. Se ci sarà un cambio di approccio se ne potrà parlare. Sul tema si deve continuare a lavorare a Bruxelles con la stessa determinazione dimostrata finora. Il governo italiano ha preso in mano la situazione in modo saldo, inutile e dannoso interferire sul normale svolgimento della procedura. 

Quali saranno i prossimi appuntamenti della vita associativa?
In realtà mai come in questi mesi si sono tenute tante riunioni tra i rappresentanti di Assoporti e tra l’associazione e le isitituzioni di riferimento. Sotto questo aspetto lo sfruttamento delle nuove tecnologie sarà uno dei lasciti più importanti di questa crisi. Per le attività ufficiali sarà tenuta a breve un’assemblea di bilancio. Ritornati alla normalità organizzaremo una grande manifestazione per discutere del rilancio della portualità italiana.

Sul comitato scientifico con Svimez sulle ZES?
È uno mezzo di supporto che riteniamo utile per accelerare il percoso di attivazione di questo importante strumento economico. Le ZES potrebbero contribuire fortemente allo sviluppo delle attività portuali qualora ne fossero ampliati i beneficia amministrativi. Sotto questo aspetto potrebbero rappresentare un primo passo verso la semplificazione che è necessaria all’efficienza di tutto il sistema Italia.
                                                                                                                                                G.G.

 
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