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APRILE 2020 PAG. 46 - Diversificare gli interventi per i vari cluster d’impresa



Estensione dell’ambito delle moratorie previste dal decreto “Cura Italia” alle Mid-Cap (fino a 499 dipendenti); misure di natura fiscale a sostegno del settore nautico; riorganizzazione in versione smart delle operazioni doganali nei porti. Sono le proposte relative al sistema “economia del mare” contenute nel documento “Emergenza Covid -19”, pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti: raccolta di analisi e proposte della categoria per i singoli cluster d’impresa  alla luce dell’emergenza epidemiologica. 

Il documento
Il report si pone l’obiettivo di misurare l’impatto diversificato della crisi sui vari cluster d’impresa come chiave necessaria per la risoluzione delle criticità economiche da affrontare nel prossimo futuro. “A patto che l’azione sia tempestiva - sottolinea FNC - non solo per dare le giuste risposte agli imprenditori, ma, soprattutto, per infondere in loro quella necessaria fiducia a far fronte alle sfide anche impossibili che si presenteranno da qui a breve”. Ideato come un vero e proprio work in progress, l’iniziativa nasce nell’ambito del progetto “Attività d’Impresa”, che si pone l’obiettivo di sviluppare nuove competenze professionali tra i Commercialisti facendo leva sull’esperienza di chi si è specializzato nella consulenza a determinati settori produttivi e tipologie di business. 

I cluster
I cluster operativi individuati nel report rappresentano, complessivamente, 1,9 milioni di imprese di cui quasi 420 mila società di capitali. Vi operano circa 7,3 milioni di addetti che realizzano una produzione di 1.476 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 558,5 miliardi pari al 35% del valore aggiunto prodotto da tutte le attività economiche. Il principale è rappresentato dal “Made in Italy” che comprende quasi 620 mila imprese con 4 milioni di addetti e 261 miliardi di valore aggiunto mentre quello con il numero di imprese più elevato è rappresentato dall’Edilizia che sfiora il milione di unità con 1,9 milioni di addetti e 160 miliardi di valore aggiunto. Gli altri sono Sanità – 346 mila imprese e quasi un milione di addetti per 98 miliardi di valore aggiunto; Economia del Mare – poco più di 15 mila imprese e 262 mila addetti con 23,5 miliardi di valore aggiunto; Ambiente – 9 mila imprese, 194 mila addetti e 16 miliardi di valore aggiunto. “All’interno del Cluster Made in Italy, si segnala il settore Turismo con 345 mila imprese, 1,6 milioni di addetti e 66 miliardi di valore aggiunto che rappresenta certamente la parte maggiore del tessuto imprenditoriale, mentre il settore della Meccanica è quello che realizza la quota maggiore di valore aggiunto pari a 113 miliardi di euro, il 43% dell’intero Cluster”.  

Economia del Mare
“L’epidemia del Covid-19 ha prodotto una crisi globale che si è abbattuta sui sistemi economici e produttivi con particolare veemenza, fermando interi settori e, in ogni caso, alterando in modo significativo le modalità operative di tutti gli altri. Proprio per la forte interconnessione fra le attività legate alla risorsa mare e il sistema economico italiano nel suo complesso, l’emergenza ha gravemente compromesso il funzionamento del tessuto imprenditoriale riconducibile all’economia del mare”. Tre i fattori specifici che impattano, con un’amplificazione delle conseguenze, le tipologie aziendali della blue economy e su cui bisognerebbe agire prontamente: l’impatto del crollo dei traffici sul settore armatoriale già provato dalla lunga crisi che ha scosso il settore a partire dal 2007; il blocco produttivo e la prospettata crisi di mercato per il settore della nautica da diporto, anche questo in fase di rilancio dopo molteplici traversie vissute nel corso dello scorso decennio; le problematiche indotte dall’emergenza del coronavirus nella gestione dei porti e delle dogane che potrebbero penalizzare le imprese nei loro rapporti commerciali con l’estero. 

Estensione delle moratorie
L’emergenza da Coronavirus ha colto il settore dei trasporti marittimi in un momento delicato, a cavallo tra i postumi delle crisi precedenti, gli sforzi per il rinnovo delle flotte e le ulteriori pressanti richieste di adeguamento ad elevati standard di sostenibilità ambientale. Sotto questo aspetto una crisi dei traffici potrebbe rappresentare il colpo di grazia per molte aziende che hanno negoziato con le controparti bancarie accordi di ristrutturazione del debito. “Tali accordi potrebbero essere compromessi dalla situazione straordinaria causata dall’emergenza epidemiologica minando temporaneamente la stabilità delle stesse e provocando un aggravio di costi aggiuntivi (esigenze di ulteriori processi di “asseverazione” dei piani, costi legali e di consulenze) non sostenibili in tale contesto di crisi”. Una possibile soluzione potrebbe essere l’estensione delle moratorie previste dal “Cura Italia” al settore dello shipping. “Confindustria ha già chiesto che l’art. 56 del d.l. n. 18/2020 (“Cura Italia”) sia esteso anche alle posizioni classificate come “deteriorate” e, quindi, inclusive di quelle oggetto di accordo ex art. 67, estendendo l’ambito di applicazione dell’art. 56 dalle PMI oggetto di intervento del Fondo Nazionale di Garanzia (FNG) alle Mid-Cap (fino a 499 dipendenti) e che tale standstill abbia termine al 31 marzo 2021. Attualmente l’art. 56 limita la moratoria solo alle PMI (esclude dunque le Mid-Cap) e sino al 30 settembre 2020”. 

Sostegno alla nautica
L’interruzione produttiva potrebbe sortire sul comparto della nautica da diporto un impatto persino maggiore rispetto ad altri settori, poiché trattasi di un ciclo produttivo che, quasi sempre, racchiude nel solo periodo stagionale primavera-estate l’attività di un intero anno di lavoro. “In funzione della loro attività, gli operatori vantano rilevanti crediti IVA che chiedono a rimborso ovvero in compensazione. I recenti provvedimenti del Governo hanno promosso interventi di natura fiscale, sospendendo ulteriormente i versamenti tributari e contributivi, ma sono carenti delle misure, pur necessarie, volte ad accelerare l’utilizzo o il recupero dei crediti di imposta”. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’estendere la garanzia SACE alla richiesta di rimborso “in modo che il credito iva sia scontato pro soluto presso un istituto di credito, assicurando in tal modo, l’immediata liquidabilità del credito”.

Porti, controlli smart
La situazione sulle banchine è complessa. “I volumi di traffico sono ancora sostenuti, ci sono comparti come quello agroalimentare che rimangono pienamente operativi. Altri come quello delle altre rinfuse e dei container di prodotti non essenziali rallentano. I terminal e i magazzini portuali, allo stato attuale, si stanno saturando non potendo trasferire le merci nelle aziende chiuse per decreto ed intanto continuano ad arrivare navi partite prima della crisi, quindi pianificate a da ‘lavorare’ con programmazioni diverse”. 

Su queste difficoltà si innesta il rallentamento degli sdoganamenti. La soluzione: rendere più esteso possibile il ricorso a verifiche smart, da poter effettuare senza ispezione materiale. A tal riguardo si potrebbe attivare la modalità dei “controlli a tavolino” già previsti nelle linee guida di TAXUD. “Un processo di verifica online, basandosi cioè su informazioni acquisite in forma digitale, anche con acquisizione di foto o filmati, potrebbe senz’altro sostituire la vecchia modalità. Le Autorità Doganali, come riporta la Commissione UE, potrebbero comunque riservarsi di intervenire successivamente per una verifica più approfondita”.

Il valore della sussidiarietà
Emerge in molte analisi dello studio la necessità di rafforzare il principio di sussidiarietà per abbattere il muro della burocrazia e rendere i processi più fluidi da parte dei professionisti. “La situazione di emergenza, infatti, generando elevata incertezza tra gli operatori ha l’effetto di ridurre in maniera verticale il livello di fiducia dei singoli non solo nel futuro dell’economia ma anche nell’immediato presente. In questo caso, la burocrazia non rappresenta solo un onere che grava sul processo economico ma un vincolo di fiducia capace di bloccare totalmente il processo stesso”. Un riconoscimento del principio di sussidiarietà delle libere professioni favorirebbe non solo questo aspetto ma anche una migliore attuazione delle misure emergenziali adottate per fronteggiare il calo di fatturato di molte imprese e la conseguente carenza di liquidità come le misure fiscali di sospensione e rinvio dei versamenti e la concessione di garanzie statali anche del 100% per la concessione del credito alle imprese. “Oltre a rendere maggiormente utili i provvedimenti adottati in tema di ammortizzatori sociali e gli indennizzi concessi una tantum ai lavoratori autonomi”.

                                                                                                                                     Red.Mar.

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