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APRILE 2020 PAG. 40 - NEWS OBOR




 17+1, aumentano i dubbi sulla convenienza dell’asse con la Cina


Dubbi sulla reale convenienza della BRI in seno al gruppo 17+1, l’iniziativa nata per promuovere lo sviluppo dei rapporti tra Cina e paesi dell’Europa centrale e dell’Est. È quanto emerge da un rapporto (Empty shell no more: China’s growing footprint in Central and Eastern Europe) del centro studi praghese China Observers in Central and Eastern Europe. Piattaforma privilegiata per la promozione della Belt and Road Initiative che ha creato non pochi malumori a Bruxelles i componenti del 17+1 sono delusi per i risultati economici modesti fin qui registrati, a fronte dell’enorme crescita dell’influenza cinese nella regione. A preoccupare è soprattutto il deficit commerciale delle nazioni coinvolte: 69 miliardi di dollari nel 2018 a fronte di una “distribuzione” ineguale degli investimenti. Questi ultimi sono aumentati, superando i 4,6 miliardi di euro nel 2017, ma rimangono concentrati in soli quattro Paesi: Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria. Secondo il Mercator Institute for China Studies di Berlino, considerando il totale degli investimenti cinesi nel Vecchio Continente, la quota destinata agli Stati orientali è passata dal 2% nel 2018 al 3% nel 2019 ma la fetta maggiore, il 53%, è finita nel Nord Europa. Nella deterioramento del clima rientrano anche le recenti tensioni con la Lituania, accusata di essere troppo vicino ai contestatori di Hong Kong, e i dubbi sollevati sul possibile uso della tecnologia 5G di Huawei da parte di Polonia e Repubblica ceca.


Pechino finanzia la ferrovia Budapest – Belgrado


L’Ungheria ha firmato un accordo per un prestito finanziato dalla Cina che servirà a costruire una linea ferroviaria ad alta velocità tra Budapest e Belgrado. Il progetto, considerato il più grande investimento in infrastrutture mai realizzato nel paese, è caratterizzato da una particolare clausola: i suoi dettagli potranno essere ritenuti riservati per almeno un decennio. La linea lunga 350 chilometri farebbe parte di un collegamento ferroviario tra l’Europa centrale e il porto del Pireo in Grecia, gestito dai cinesi. “I termini dell’accordo sono favorevoli e sicuri per l’Ungheria, il prestito ha un tasso di interesse fisso e può essere rimborsato in anticipo” la laconica comunicazione del governo magiaro.


BRI, completato tunnel ferroviario tra Cina e Laos


È stata completata la costruzione del tunnel ferroviario della linea ferrovia Kunming-Vientiane per collegare la provincia cinese sud-occidentale dello Yunnan con il Laos. Il tunnel Jingkuan No.2, lungo circa 4,6 km, nella città di Jinghong, ha un’uscita di ampie dimensioni che si estende per 80 metri con una superficie di faglia di 249 metri quadrati e per la sua realizzazione sono state brevettate nuove tecnologie anticollasso. L’infrastruttura si trova lungo il tratto Yuxi-Mohan di 508 km della ferrovia Kunming-Wanzhou, che dovrebbe essere aperta contemporaneamente alla sezione Boten-Vientiane in Laos, per essere completata entro la fine del 2021. La ferrovia transfrontaliera è un grande progetto costruito nell’ambito della Belt and Road Initiative: 1.000 km e una riduzione dei tempi di collegamento di mezza giornata. 


Cresce la produzione di brevetti lungo la BRI


La National Intellectual Property Administration (NIPA), l’agenzia nazionale cinese per i brevetti, ha annunciato che intensificherà  la cooperazione internazionale in materia di tutela della proprietà intellettuale per compensare l’impatto dell’epidemia di COVID-19. La precisazione avviene a seguito della circolare interpretativa dell’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI) in cui, in merito alle disposizioni sui ritardi giustificati ai sensi del Trattato di cooperazione in materia di brevetti, i ritardi nel rispetto delle scadenze dovute all’epidemia possono comportare una proroga dei termini senza necessità di presentare ulteriore documentazione. Nel quadro dell’OMPI, spiega la NIPA, Pechino gestirà i problemi connessi e i rinvii di queste scadenze e rafforzerà ulteriormente il dialogo con le agenzie di tutto il mondo. Fonte principale di produzione di brevetti internazionali – 59mila le domande presentate nel 2019 – la Cina ha posto la questione della proprietà intellettuale tra i temi principali della BRI. Secondo NIPA lo scorso anno il numero di domande di brevetto depositate da operatori cinesi nei Paesi partecipanti alla Belt & Road è aumentato dell’8,5% su base annua, mentre nello stesso periodo le richieste presentate in Cina da enti di queste nazioni sono cresciute del 9,7% rispetto all’anno precedente.
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