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MARZO 2020 PAG. 18 - Nella difficile congiuntura 2019 vola il saldo import/export







A lle precedenti preoccupazioni legate soprattutto alle politiche commerciali protezionistiche e alle tensioni nel Medio Oriente, si è aggiunta inaspettatamente l’epidemia del Covid-19, i cui effetti, sebbene non ancora calcolabili, impatteranno massicciamente sull’andamento dell’economia nazionale e internazionale. Un quadro di grandissima incertezza, legato sostanzialmente all’estensione e alla durata dell’epidemia, che si innesta sulle performance non proprio brillantissime registrate dal sistema Italia nel 2019 e messe nero su bianco dall’ultima edizione del “Fedespedi - Economic Outlook” – report del Centro Studi Fedespedi, realizzato con i contributi di World Capital e di SRM – sulla scorta dei dati macroeconomici e dell’andamento  dei traffici marittimi in Italia e all’estero, sul cargo aereo e sul traffico sulla rete autostradale.

L’anno scorso si è chiuso, in particolare, con una modesta crescita del Pil (pari allo 0,2%), in uno stato di sostanziale immobilità dovuta soprattutto alla debolezza della produzione industriale (-1,3% rispetto al 2018). “La produzione manifatturiera italiana risente in modo significativo del forte calo della produzione industriale in Germania, scesa nel 2019 dell’1% circa, ma con una flessione del 2,5% nel mese di dicembre”. Unica eccezione la costante crescita del mercato immobiliare logistico trainato dalla spinta dell’e-commerce, in particolar mondo a Milano, Genova e Firenze.

Import/Export
Nel periodo gennaio novembre l’export ha segnato una crescita del 3,8% e l’import dello 0,4%. “La diversa dinamica dei due aggregati ha garantito un deciso aumento del saldo commerciale, passato dai 33,439 miliardi di euro del 2018 ai 47,697 del 2019 (42,6%) confermando ancora una volta l’importanza del commercio estero per l’economia italiana. L’area più dinamica sul versante export risulta il Nord America (+14%), seguita dai paesi Extra Ue (+7,3%) e dell’Oceania (+6,7%). In decisa crescita anche le esportazioni verso i paesi dell’Estremo Oriente (+5,5%). Dal lato delle importazioni da rilevare la decisa flessione di quelle dal Medio Oriente (-22%) e dal Nord Africa (-7,3%) mentre sono cresciute le importazioni dal Nord America (+25,95). I paesi con i quali abbiamo il saldo positivo più alto sono: USA, 26 miliardi di euro; Svizzera, 13,9; Gran Bretagna (13) e Francia (11,7). Quelli con il maggior deficit sono invece Cina (18 miliardi), Olanda (10), Germania (9,9) e Russia (6). 

Cargo aereo
“Nell’ultima release del 2019 IATA ha stimato una flessione del cargo aereo a livello mondiale del 3,3%; è la prima volta dal 2012 che il settore registra una flessione, conseguenza diretta dell’attuale debolezza del commercio internazionale. Considerando le singole aree geografiche, l’unica a crescere è l’Africa, le altre segnano tutte segni meno, in particolare Asia Pacifico (-5,7%) e Medio Oriente (-4,8%)”. Considerando che per alcuni osservatori il 2020 potrebbe essere uno ei peggiori anni per il comparto spicca il difficile 2019 dell’Italia che ha registrato una flessione del 3,2%.  “La tendenza si era già evidenziata nel 2018, che si chiuse con una flessione dello 0,5%, soprattutto a causa dell’andamento del secondo semestre”. Le flessioni maggiori di traffico sono state registrate negli aeroporti di Bologna (-7,3%),Venezia (-6,0%) e RomaFCO(-5,5%). Milano Malpensa, il maggiore aeroporto cargo italiano, è sceso del 2,5%. L’altro aeroporto di Milano, quello di Linate, non è in classifica a causa del lungo periodo di chiusura per ristrutturazioni e adeguamenti vari (dal 27 luglio al 25 ottobre 2019). Tra gli aeroporti che realizzano buone performance, da citare Brescia (+29,1%), Pisa (+11,2%) e Taranto (+11,0%). Nel complesso, i primi 5 aeroporti per volumi movimentati (MilanoMXP, RomaFCO, Bergamo, Venezia e, Bologna) hanno registrato una riduzione di traffico intorno alle 37mila tonnellate (-3,7%), rispetto al 2018. Forte anche la perdita di traffico degli aeroporti minori, ridottasi del 17,2%.

Traffico attraverso le Alpi
Il traffico ai principali valichi alpini (quelli svizzeri del Gottardo, Sempione, San Bernardino e San Bernardo, cui si aggiungono Brennero, Monte Bianco e Frejus) nel I° semestre del 2019 (ultimo dato disponibile) è stato di 2,437 milioni di veicoli pesanti, sostanzialmente stabile (-0,6%) rispetto allo stesso periodo del 2018. Per quanto riguarda il traffico ferroviario, dai valichi alpini della Svizzera sono transitate merci per 14 milioni di tonnellate, con una flessione del 3,7% rispetto al I° semestre 2018. Il traffico di veicoli pesanti sulla rete autostradale italiana  ha registrato, nei primi 6 mesi del 2019, una crescita del 2,3%.

La portualità
I principali porti italiani nel 2019 hanno movimentato 10,63 milioni di Teu, con un aumento dell’1,8% rispetto al 2018. Ottimi i risultati di alcuni porti come Napoli (+20,8%), Livorno (+19,4%) e Trieste (+8,8%), sostanzialmente stabile il porto di Genova con un aumento dello 0,2%. Buoni anche i risultati di alcuni porti minori come Ancona (+10,8%) e Civitavecchia (+3,8%). In ripresa, dopo la flessione dello scorso anno, il traffico nel porto di Gioia Tauro, cresciuto dell’8,4%, mentre continua la crisi di quello di Cagliari (-55,1%), dopo l’uscita di Contship e l’abbandono della toccata da parte di Hapag Lloyd. I principali porti del Mediterraneo hanno movimentato complessivamente 30,7 milioni di Teu con un aumento dell’11,5% sul 2018. Da segnalare le decise crescite di Tangeri (+38,2%) e del Pireo (+28,1%), diventato il maggiore porto del Mediterraneo. Per quanto riguarda i porti del Northern Range l’aumento è stato del 2,5%.
                                                                                                                                         Red.Mar.
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