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MARZO 2020 PAG. 10 - Formare un blocco comune di fronte ad un’emergenza







Il minimo che potesse essere fatto era compattarsi, unirsi e confrontarsi con il Governo a una voce sola. Questo ha prodotto un primo protocollo di richieste per il Governo che consentano di attenuare l’impatto dell’epidemia di Corona Virus nel settore dello shipping, nella portualità e nella logistica. Il documento che è stato firmato dai tre presidenti di Assarmatori, Confitarma e Federagenti e che fornisce indirettamente la prova di un cluster che è capace di formare un blocco comune difronte a un’emergenza, di presentarsi unito per affermare e far comprendere anche alle istituzioni il ruolo vitale dei trasporti marittimi e dei porti.

Si tratta di prime misure, davvero misure tampone minime, che riguardano ad esempio le tasse portuali, che consentano alle aziende del settore di affrontare la crisi, tenendo aperte quelle arterie vitali che collegano i porti all’industria e alla distribuzione, garantendo al sistema Paese e alla comunità italiana, la linfa vitale per superare l’attuale stato di emergenza.

Interi settori dello shipping e dell’industria marittima sono collassati. Il simbolo della crisi è il trasporto passeggeri con traghetti e crociere che registrano crolli fra il 70 e il 90% nelle prenotazioni e che in tempi brevissimi si troveranno ad affrontare un’emergenza occupazione fra i marittimi di cui numerosi italiani; emergenza che sarà aggravata dal rapido deterioramento delle risorse del Fondo di Solidarietà per i marittimi, con la necessità ormai cogente di porre in essere misure straordinarie che per il comparto shipping non sono consuete.

Con navi ro-ro e ferries che continuano a garantire i collegamenti sulle Autostrade del Mare, sul cabotaggio peninsulare ed insulare e soprattutto nei servizi di trasporto pubblico locale con le crescenti restrizioni che impattano sui traffici passeggeri e merci per le isole, il pericolo di un black out globale dei servizi per garantire anche gli approvvigionamenti di base per i cittadini tende a accentuarsi.

A livello internazionale lo shipping italiano sta soffrendo le conseguenze di soluzioni e misure a macchia di leopardo adottate dai vari Stati (che ad esempio impediscono il regolare “cambio degli equipaggi”); stiamo assistendo a una discriminazione e colpevolizzazione in alcuni paesi anche dell’Unione Europea delle navi e dei marittimi italiani e in questo quadro il fatto che il cluster italiano parli all’unisono e si coordini specie nella richiesta di misure mirate per la sopravvivenza del settore è un fatto assolutamente positivo.

                                                                                       Stefano Messina Presidente Assarmatori
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